martedì 1 giugno 2010

2 giugno a Chioggia: resistenza antifascista!


E' POSSIBILE RESPINGERE LA RIVALUTAZIONE DEL FASCISMO, LE POLITICHE RAZZISTE, I LICENZIAMENTI, LA RIDUZIONE DEI SALARI E DEI DIRITTI DEMOCRATICI

SOLO UNIFICANDO LE LOTTE, SOLO COSTRUENDO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO IL GOVERNO E IL PADRONATO!

Ancora una volta, di fronte alla crisi economica e istituzionale del sistema capitalistico, le classi dominanti rispondono con il governo più reazionario che l'Italia abbia conosciuto dal 1960. Un governo che fin dal suo insediamento ha coniugato una politica economica e sociale che mentre apre una vera guerra sociale all'interno contro i lavoratori e le masse popolari, all'esterno continua l'aggressione militare e coloniale contro il popolo afghano. Il tutto a salvaguardia degli interessi materiali e finanziari della borghesia.

Il governo e il padronato, sostenuti dai sindacati complici, hanno proseguito con l'ultima finanziaria un feroce attacco ai lavoratori e alle lavoratrici, nativi e migranti, con licenziamenti e tagli al salario diretto, indiretto (sanità, scuola, sociale) e differito (liquidazione, pensioni); drastica riduzione dei diritti democratici (aggiramento dell'art. 18 e libertà di licenziamento, criminalizzazione dei migranti, arbitrato e enti bilaterali, censura e riduzione della libertà di stampa, riduzione dei diritti civili, sopratutto a carico delle donne, degli omosessuali e degli immigrati); nello stesso tempo mettono sotto il tappeto il livello di corruzione e putrefazione raggiunto dagli apparati dello Stato borghese (ministri, magistrati, gerarchie militari e dei servizi segreti, apparati burocratici e alti burocrati) e delle gerarchie vaticane.

In questo quadro reazionario in cui convivono spinte localiste (federaliste), razziste e xenofobe, salvaguardia di spessi privilegi e corruzione, si inserisce la rivalutazione del fascismo attuata centralmente da il Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi e Libero di proprietà degli Angelucci, proprietari, tra l'altro, di cliniche private, mentre localmente dalle giunte di destra (Pdl e Lega Nord).

Nel Veneto all'avanguardia di questa campagna troviamo solerti sindaci sceriffo, sopratutto della Lega Nord e del Pdl, che hanno scatenato i vigili urbani nelle operazioni di “verifica e controllo” casa per casa degli immigrati, mentre si approntavano le prime “ronde”. Una campagna razzista che non ha trovato una vera e reale opposizione da parte delle forze liberali, Pd e IdV.

In provincia di Venezia, per prima è stata la giunta di destra di Mirano (Ve) a voler emulare l'operato di altre cittadine venete (Cittadella, Camposampiero....). Un esponente della maggioranza, nostalgico del fascismo, ha proposto la rimozione dalla piazza cittadina del monumento del partigiano, che ricorda l'eccidio di 15 partigiani perpetrato dai fascisti tra il 25 luglio 1943 e il 27 aprile 1945. Un intento simbolico che per il momento è stato respinto dalla mobilitazione delle forze del movimento operaio e antifasciste del miranese, mentre altre e più pesanti deliberazioni comunali sono attualmente operanti.

Dopo Mirano, la giunta di destra di Chioggia (Ve) dove l'assessore alla Cultura, Nicola Boscolo Pecchie, attraverso una delibera comunale ha proposto di apporre una lapide alle “vittime di atti di violenza del 22 maggio 1945” sullo stendardo di Piazzetta XX settembre. Quel giorno furono giustiziati dalle forze partigiane, con il sostegno del movimento operaio e popolare della cittadina che aveva subito per anni la repressione fascista, i due gerarchi fascisti e ufficiali dell’esercito di Salò, Gennaro Boscolo Marchi e Mario Manlio, responsabili della deportazione di giovani remittenti alla leva, catturati con il ricatto dell’arresto delle loro famiglie, di sanguinarie repressioni, uccisioni e varie azioni squadriste.

Il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce alla manifestazione antifascista di Chioggia (Ve) del 2 giugno 2010 contro la riabilitazione del fascismo sulla base di un’autonoma proposta politica che rivolge all’insieme delle sinistre politiche e sindacali: la politica reazionaria dei governi, nazionali e locali, può essere abbattuta solo da una grande mobilitazione operaia e popolare a carattere prolungato sulla base di una piattaforma unificante dei lavoratori, nativi e immigrati, dei disoccupati, degli studenti, delle masse popolari. Una mobilitazione che, a partire dalla costruzione dello sciopero generale nazionale prolungato contro il governo e il padronato, costruisca una vertenza generale in grado di cacciare questo governo reazionario e aprire la prospettiva di un'alternativa vera: un governo dei lavoratori, per i lavoratori.