domenica 28 febbraio 2010

Programma elettorale Comunali di Venezia 28/29 marzo 2010

ELEZIONI COMUNALI VENEZIA 28-29 MARZO 2010
(Programma politico-elettorale)

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione “Pietro Tresso (Blasco)” di Venezia

DA UNA PARTE SOLA: CON LE LAVORATRICI, I LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI

I COMUNISTI E LE ELEZIONI
Il Partito Comunista dei Lavoratori partecipa alle elezioni comunali di Venezia col preciso obiettivo di segnare la presenza di un punto di vista di classe autonomo e alternativo: quello dei lavoratori e delle lavoratrici, nativi e migranti, dei giovani precari e dei disoccupati- rispetto alle due formazioni che si contendono la difesa degli interessi della ricca borghesia veneziana, la destra di Brunetta e il centrosinistra di Orsoni. Questo tanto più di fronte alla subalternità, ancora una volta, della sinistra riformista (Federazione della sinistra e Sinistra ecologia libertà) agli interessi forti del centro borghese e liberale (Pd e IdV) e della Curia (Udc e Compagnia delle Opere).
Nello stesso tempo vogliamo rendere cosciente la nostra base sociale, le classi subalterne e sfruttate e le loro avanguardie di lotta, che le elezioni rappresentano solamente uno dei momenti della lotta politica: soltanto l'azione sindacale e politica, le lotte unitarie e di massa, nella loro continuità ci possono assicurare la possibilità di difendere e migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro sul piano nazionale e locale.
Proprio la crisi capitalistica che in questi anni sta attraversando i quartieri popolari e le zone industriali della nostra città insegna che non c’è futuro dentro questo sistema, se non lottando per costruire un altro mondo possibile: il socialismo. Per questo diciamo che solo attraverso l’autonomia sociale e politica dei lavoratori, l’indipendenza di classe dai partiti liberali, l’opposizione a tutti i governi della borghesia, siano essi di destra o di centrosinistra, è possibile contrapporsi alle loro politiche di sfruttamento e di guerra.

LA CRISI CAPITALISTICA
Da circa un anno e mezzo il sistema capitalistico mondiale è attraversato da una delle più gravi crisi di sovrapproduzione dopo quella del 1929. A dicembre 2009, stima l'Eurostat, il tasso di disoccupazione della zona euro ha raggiunto il 10%, oltre 23 milioni di disoccupati nell'Unione europea, 15,7 milioni nell'eurozona.
In Italia, il tasso di disoccupazione di dicembre 2009 si è attestato sull'8,5%, un anno prima era al 7%, oltre 2 milioni di lavoratori e lavoratrici, nativi e migranti, senza lavoro. In un anno sono stati persi oltre 300 mila posti di lavoro, la produzione industriale è crollata del 17,4%, mentre il Pil registrava a fine anno un crollo di circa il 5%, sotto zero.
In Veneto nel 2009 c'è stato un crollo del 6% del Pil (crollo del 20% della produzione e del 13% di export) con oltre 32 mila licenziamenti; le ore di cassa integrazione nel 2009 sono aumentate del 425% rispetto all'anno precedente, e quando tra maggio e giugno 2010 si esaurirà la cassa integrazione in circa 600 imprese c'è il rischio di ulteriori 15 mila licenziamenti. Questo senza contare la cassa integrazione in deroga e le migliaia di lavoratori senza copertura degli ammortizzatori sociali. I primi ad essere stati licenziati sono stati i lavoratori precari e migranti: questi, per effetto del Pacchetto sicurezza di Maroni, oltre al lavoro rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno, rischiano la clandestinità e il carcere.
A Venezia la crisi coinvolge migliaia di imprese dell’industria, dell’edilizia, dell’artigianato, del commercio, del turismo, dei servizi: la grande, la media e la piccola impresa.
Il centro storico di Venezia e isole presenta un'economia terziaria con un’alta incidenza di attività nel settore turistico - alberghiero e della ristorazione. In questi settori e nell'edilizia lavorano migliaia di lavoratori e lavoratrici, nativi e migranti, spesso al nero e data l'esigua dimensione aziendale sotto il continuo ricatto della precarietà.
L'area industriale di Porto Marghera a dicembre 2008 contava 14.190 addetti nelle 746 aziende dell'area industriale, di cui 111 imprese contoterziste. Di questi 6.577 nell'industria manifatturiera e 7.613 nel terziario a servizio delle grandi fabbriche del petrolchimico, della raffineria, di Fincantieri. Nell'anno appena cominciato rischiano la chiusura definitiva Vinyls Italia e l'Alcoa, mentre altre sono state chiuse nell'anno appena trascorso (Dow Chemical, Sirma, Montefibre). In provincia il quadro non cambia, la zona industriale di Santa Maria di Sala che nel 2008 occupava 8000 lavoratori è investita dalla crisi capitalistica che colpisce le aziende di ogni dimensione e di ogni comparto produttivo (Aprilia, Speedline, Safilo, Akzo Nobel...), stesso quadro in Riviera del Brenta, basta pensare alla Nuova Pansac.

I LAVORATORI NELLA TENAGLIA DEI “VECCHI” PADRONI: GALAN E CACCIARI
Di fronte a questa drammatica situazione il governo regionale di centrodestra di Galan e la giunta veneziana del centrista Cacciari hanno giocato il ruolo delle parti. Il sindaco Cacciari ha teso ad illudere i lavoratori rispetto al suo presunto impegno a salvaguardia dei posti di lavoro. Gli assessori, sopratutto leghisti, della giunta Galan a dividerli per etnie e linee nazionali, rispolverando il peggiore armamentario razzista e xenofobo (ammortizzatori sociali e risorse per i veneti, mentre per i migranti ancora “rastrellamenti” promette la Lega Nord). I governi, regionale e comunale, hanno attuato congiuntamente una politica intesa a favorire manovre immobiliari e speculative: Quadrante di Tessera e ampliamento aeroporto; sublagunare; Mose; svendita dei palazzi dell'Aulss 12 a Venezia -dall'ex Ospedale a Mare del Lido all'ex Ospedale Umberto I di Mestre- mentre l'Ospedale all'Angelo di Zelarino -con le note deficienze strutturali (camere, sale e ambulatori privi di finestre, spreco nella manutenzione, ecc) e lievitazione dei costi di gestione a carico del pubblico- è in mano ai privati (56%) che speculano perfino sul parcheggio; trasformazione del centro storico e delle isole in un'immensa area turistico-ricettiva (alberghi, case per ferie, case religiose di ospitalità, affittacamere, ecc) a spese dell'edilizia residenziale, costringendo i veneziani a trasferirsi in periferia.
Il Quadrante di Tessera si configura come una vasta operazione di rilancio degli investimenti speculativi che attraverso due milioni di metri cubi di cementificazione (ampliamento dell'aeroporto, parco commerciale, villaggio olimpico, alberghi) distruggerà una vasta area agricola e comporterà nuovamente l’intasamento della tangenziale.
Ma è l'operazione "Venice Newport" dell'ex sindaco di centrosinistra, commissario governativo alla costruzione della nuova e più grande base militare statunitense a Vicenza e presidente dell'Autorità portuale, Paolo Costa, a rappresentare il “nuovo volto” che i poteri forti (commerciali, industriali e finanziari) vogliono imprimere alla città. "Venice Newport" sarà costituita da una superficie di almeno 90 ettari (attualmente in gran parte a destinazione d'uso industriale) destinata a deposito container e logistica, 36 ettari per le autostrade del mare, linee ferroviarie e bretelle autostradali che avranno come punto di congiunzione Fusina.
Una città terziaria, dove il polo logistico e dell'interportualità distrugge l'industria, mentre la speculazione immobiliare distrugge il patrimonio ambientale, artistico – architettonico, sanitario e abitativo. Una città dove regna sovrana la precarietà e lo sfruttamento schiavistico dei lavoratori migranti.

I VOLTI “NUOVI” DELLA BORGHESIA VENEZIANA: ORSONI E BRUNETTA
I due candidati sindaco per il comune di Venezia, Orsoni per il centrosinistra e Brunetta per la destra, si sono già espressi per il proseguimento della politica delle giunte precedenti e cioè lo sviluppo del sistema capitalista che vede nella speculazione l'unico terreno di profitto.
Quello che li distingue è semmai il riferimento di cordata, gli interessi finanziari di riferimento, nell'ambito della stessa classe dominante. Quello che li accomuna è la politica antioperaia e antipopolare che imprimeranno alla guida del governo locale e, nel caso di Brunetta, nella partecipazione anche a quello nazionale.
Non c'è dubbio che da Brunetta e dalla Lega Nord ci aspettiamo un maggiore livore contro i dipendenti pubblici e contro gli immigrati, una politica ancora più reazionaria e xenofoba. Lo smantellamento definitivo di quello che rimane dei trasporti e dei servizi pubblici essenziali (sociale, scuola, sanità); la privatizzazione della gestione dell'acqua potabile; la privatizzazione di 10 mila abitazioni attualmente di proprietà del comune o dell'Ater.
Da Orsoni ci aspettiamo, nel quadro delle linee sopra descritte, una politica concertativa tesa ad imbrigliare il sindacato, a cooptare la sua burocrazia dirigente, a rendere ancora più subalterna e interna alle logiche padronali la sinistra riformista, a favorire gli interessi economici e finanziari della Curia e del Vaticano (nei campi educativo e scolastico, immobiliare e turistico - alberghiero).
Di fronte alla prospettiva di governo di centro-sinistra (Orsoni) che prepara nuove sconfitte per i lavoratori e le lavoratrici, i comunisti propongono alla sinistra riformista (Federazione della sinistra e Sinistra ecologia libertà), alla dirigenza del sindacato, di rompere con le forze della borghesia liberale e costruire dall'opposizione un fronte unico di lotta in difesa degli interessi immediati dei lavoratori e delle lavoratrici, dei migranti, degli studenti, dei disoccupati, dei giovani precari.

IL NOSTRO PROGRAMMA
I lavoratori e le lavoratrici del veneziano non devono e non vogliono pagare ancora una volta la crisi capitalistica provocata dalla grande borghesia (commerciale, industriale e bancaria) e dalle contraddizioni proprie del modo capitalistico di produzione.
I lavoratori e le lavoratrici del veneziano non devono e non vogliono subire ancora una volta la speculazione, la devastazione ambientale, la privatizzazione dei trasporti, delle abitazioni, dell'acqua e dei servizi pubblici essenziali (asporto rifiuti, servizi sociali, sanitari e scolastici) messi in atto dalle politiche dei governi padronali (nazionale, regionale e locali) per permettere alla borghesia di ricavare quel profitto che non riesce a ricavare nella produzione.
Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene che solo la mobilitazione ad oltranza delle grandi masse operaie e popolari contro il padronato e il governo può suscitare quell'energia necessaria per spezzare le catene che avvolgono e immobilizzano la mente e le gambe del proletariato.
Un percorso di lotta che deve coinvolgere, a partire dalle rivendicazioni democratiche e parziali, tutte le forze politiche e sindacali del movimento operaio. Per questo chiediamo alla sinistra riformista di uscire dai governi e rompere con i liberali e ai sindacati di ritornare a proporre rivendicazioni e costruire conflitto nei posti di lavoro.

Nel quadro sociale e nella prospettiva sopra delineata il Partito Comunista del Lavoratori propone i seguenti punti programmatici:

- Il PCL appoggia la lotta dei lavoratori del veneziano e dell'intero paese in difesa dei posti di lavoro, dei salari, dei diritti e delle tutele. Nel contempo ripropone la difesa della salute nei posti di lavoro, contro gli infortuni e le malattie professionali.
- Il PCL, di fronte al continuo attacco da parte del governo ai diritti democratici, rivendica la necessità di difendere l'agibilità democratica, conquistata dai lavoratori con le lotte e la resistenza antifascista.
- Il PCL, di fronte all'acuirsi dei contrasti interimperialistici, sostiene i movimenti contro la guerra, la resistenza dei popoli oppressi e rivendica la necessità della chiusura immediata delle basi militari statunitensi e Nato nel Veneto.
- Il PCL difende la sanità pubblica, universale e gratuita. Per questo rivendica la trasformazione delle Aziende sanitarie in Enti di diritto pubblico, sotto controllo dei lavoratori e degli utenti, a partire dall'Ospedale all'Angelo; il mantenimento e l'estensione dei servizi sanitari e la loro gratuità a partire dal servizio di trasporto dei pazienti in ambulanza e idroambulanza.
- Il PCL sostiene il movimento di liberazione della donna contro le ingerenze oscurantiste del vaticano e del “movimento per la vita”, contro l’obiezione di coscienza di medici e infermieri. Rivendica la piena applicazione della L. 194 con il potenziamento della rete dei consultori familiari a sostegno di una sessualità libera e cosciente e la somministrazione della RU486 senza ricovero coatto; propone inoltre l’istituzione di programmi informativi e presidi per la prescrizione tempestiva della “pillola del giorno dopo” (che nel resto d’Europa è libera e gratuita). Un posto al nido d’infanzia per tutti i figli di madri lavoratrici.
- Il PCL sostiene il movimento di liberazione delle differenze sessuali, e intende istituire un registro delle unioni civili, perseguendo la parità dei diritti per tutte le coppie di fatto, anche omosessuali.
- Il PCL rivendica una qualità di vita dignitosa per i lavoratori pensionati e la realizzazione di adeguate strutture sociali pubbliche e gratuite per gli anziani.
- Il PCL difende la cultura, il patrimonio architettonico e artistico del centro storico di Venezia contro ogni speculazione finanziaria e immobiliare. Per questo difende la natura pubblica della scuola, dell'Università, dei musei e la dignità professionale di tutti i suoi operatori. Per un reale diritto allo studio intende potenziare i servizi universitari di mensa e alloggio, e garantire l’esenzione dal pagamento della retta per gli studenti delle famiglie a basso reddito, con l’istituzione di speciali borse di studio.
- Il PCL si pone in netto contrasto con la politica di cementificazione del Lido e auspica un riutilizzo pubblico e sociale delle sue strutture, denunciando le operazioni speculative incentrate sulla costruzione del nuovo Palacinema e legate unicamente al mero sfruttamento del business turistico.
- Il PCL denuncia il dissesto idrogeologico del territorio e rivendica la gestione pubblica dei consorzi di bonifica. Propone la messa in sicurezza della rete idrico-fognaria e la manutenzione dei territori adiacenti ai corsi d’acqua e dei fossati contro la cementificazione.
- Il PCL è contro la privatizzazione dei servizi pubblici e in particolare chiede il gratuito e pubblico servizio di distribuzione dell’acqua e di manutenzione della rete idrica.
- Il PCL é contro la reintroduzione del nucleare, fonte energetica altamente inquinante per l'ambiente e pericolosa per la salute e la sicurezza delle popolazioni. L’alternativa è lo sviluppo della ricerca scientifica e l'utilizzo delle energie pulite e rinnovabili (solare, eolica, energia marina, idroelettriche, geotermiche), il sostegno comunale e pubblico all'utilizzo di fonti energetici alternative (pannelli solari, fotovoltaici, ecc) anche in sostituzione di vecchi impianti inquinanti.
- Il PCL difende e rivendica il diritto alla casa, per questo sostiene i movimenti di lotta per la casa, contrasta ogni piano di privatizzazione del patrimonio abitativo comunale e propone un piano di recupero e di esproprio delle case sfitte presenti nel centro storico e della grande proprietà immobiliare ed ecclesiastica.
- Il PCL lotta per l'abolizione delle leggi precarizzanti del lavoro (dal Pacchetto Treu, alla Legge Biagi) e contro l'introduzione della "discontinuità lavorativa" dei lavoratori degli appalti (università, musei, ferrovie, ecc). Propone la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari e il ritorno alla gestione pubblica dei servizi esternalizzati.
- Il PCL sostiene i movimenti di lotta contro il razzismo e la xenofobia, rivendica l'abolizione delle leggi razziste (Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Pacchetto sicurezza di Maroni) e lo “ius sanguinis” (diritto di sangue per la nazionalità); propone l'estensione dei diritti politici e civili a tutti i migranti; il diritto al permesso di soggiorno per tutti i lavoratori migranti residenti; la nazionalità italiana per “ius soli” (diritto di nascita) a tutti quelli che la richiedono. Propone il rafforzamento della rete di mediatori culturali nelle istituzioni pubbliche (ospedali, scuole, carceri ecc.) e l’istituzione di un servizio di supporto alle giovani prostitute migranti che vogliono uscire dalla loro condizione di schiavitù.

- Il PCL di fronte alla drammatica situazione economica e sociale sostiene con tutte le proprie forze la necessità di costruire un coordinamento operaio delle aziende in crisi e in lotta, con delegati eletti in tutti i posti di lavoro, a cui deve essere affidata la reale direzione della lotta. Un coordinamento che per essere efficace deve articolarsi a livello aziendale e territoriale, provinciale, regionale e nazionale. Solo attraverso l'unità nella lotta è possibile rilanciare la richiesta di redistribuzione del lavoro, attraverso la riduzione dell'orario a parità di salario, e la nazionalizzazione, sotto controllo operaio e senza indennizzo, delle fabbriche in crisi e che licenziano.

Nel loro insieme queste rivendicazioni presuppongono un'alternativa complessiva di società e di potere: il socialismo.