mercoledì 24 novembre 2010

Industria chimica tra crisi, chiusure e licenziamenti: La necessità di una proposta operaia



In questi giorni al Ministero dello Sviluppo economico si sta valutando l'offerta di acquisto da parte di Gita, una cordata svizzero-russa, delle fabbriche Vinyls di Marghera, Porto Torres e Ravenna.

La cordata svizzero-russa Gita con molta probabilità é legata alla finanza russa e ad imprecisati dirigenti ed ex mananger della Yukos Oil. Essa ha dichiarato di voler acquisire tutti gli stabilimenti Vinyls e gli asset necessari al completamento della filiera produttiva del ciclo del cloro-CVM-PVC che la Società ENI spa si è resa disponibile a trasferire alla società acquirente.

La crisi della Ineos Vinyls Italia è iniziata nel giugno del 2008 quando la Società britannica Ineos ha deciso di fermare l'attività produttiva. Da allora si sono susseguiti stancamente manifestazioni di interesse per l'acquisto degli impianti da parte di soggetti industriali italiani (Gruppo SAFI, l'imprenditore trevigiano Sartor) e stranieri (Ramco, società del Qatar). Questi gruppi uno dopo l'altro si sono ritirati: attualmente l'azienda è in amministrazione straordinaria e gli operai da circa un anno sono in Cassa Integrazione Straordinaria.

La burocrazia dirigente dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, notoriamente complici dei padroni e dei governi, in tutto questo periodo, mentre erano in attesa dell'apparizione dell'industriale “salvatore”, hanno continuato a chiedere inutili attestati di solidarietà da parte di Sindaci ed Assessori, oltre a tavoli istituzionali a tutti i livelli utili solo a giustificare la loro esistenza parolaia, mentre le lotte dei lavoratori a Marghera venivano mantenute nell'assoluto isolamento e fatte sbollire.

In questi giorni tutti guardano alla cordata svizzero-russa: il Sindaco Orsoni si dice sicuro della bontà dell'offerta; il Ministero sostiene che non ci sono le condizioni per valutare la proposta perchè non sono chiari la proprietà del fondo e il piano industriale. Intanto la proposta di acquisto scade il 30 novembre prossimo e se chiudono gli stabilimenti Vinyls di Marghera (205 lavoratori), Ravenna (45 lavoratori), Porto Torres (120 lavoratori) chiude definitivamente tutto il settore chimico in Italia e migliaia di lavoratori, diretti e indiretti, si ritroveranno presto disoccupati.

Intanto a Marghera la Fincantieri intende, nel prossimo mese di febbraio 2011, mettere in Cassa Integrazione 527 su 1200 lavoratori diretti, questo significa che almeno il 60 - 70% dei 4 - 5 mila lavoratori delle imprese di appalto si troveranno senza lavoro: licenziati. Ma la crisi ormai interessa tutta la provincia di Venezia, è di questi giorni l'annuncio della chiusura dello stabilimento DEXION di Cinto Caomaggiore (65 lavoratori).

Il Partito Comunista dei Lavoratori indica nella crisi capitalistica la causa prima delle chiusure aziendali, della cassa integrazione, dei licenziamenti. Nello stesso tempo sottolinea la presa di appetiti speculativi e truffaldini sull'area industriale di Porto Marghera. Vogliono trasformare quest'area in una zona logistica legata alla intermodalità portuale, autostradale e ferroviaria: un'area di deposito container. Il Ministro Brunetta ha dichiarato che il futuro di Marghera deve essere diverso da quello industriale; il presidente degli industriali Brugnaro ha ripetuto che la chimica a Marghera è morta; gli assessori e i sindaci di Venezia hanno operato nella stessa direzione.

I lavoratori non possono rinunciare ai loro posti di lavoro, al loro salario, ai loro diritti. Per questo è necessario rompere con il padronato e i suoi governi, unificare e radicalizzare le lotte e le vertenze: le rsu e i sindacati devono proclamare lo stato di agitazione e mobilitazione ad oltranza dell'intera area veneziana; passare all'occupazione degli stabilimenti che i padroni intendono chiudere; proporre la redistribuzione tra tutti i lavoratori del lavoro esistente, riducendo per questo obiettivo l'orario di lavoro a parità di salario e l'età pensionabile.

Se il padronato ha fallito è necessario che tutta la chimica (dall'ENI alla Vinyls), che tutti gli stabilimenti manifatturieri (Fincantieri, Dexion) vengano nazionalizzati, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori.

E' questa l'unica e credibile risposta operaia!