venerdì 18 febbraio 2011

NO al nuovo Cie a Campalto-Venezia!

Per la chiusura immediata di tutti i Cie!
Per l'abrogazione della legge Bossi-Fini!


Il governo Berlusconi-Bossi ha deciso di realizzare un nuovo carcere da 450 posti e un nuovo Centro di identificazione ed espulsione (Cie) a Campalto-Venezia, come annunciato venerdì 11 febbraio 2011 dal Ministro dell'Interno Maroni. Secondo quanto disposto dal “piano carceri” la scelta dovrebbe essere fatta d'intesa con il presidente della Regione, il leghista Luca Zaia, e il sindaco di Venezia, il liberale Giorgio Orsoni.

L'annuncio della costruzione di nuove carceri a cui affiancare nuovi Cie esprime la politica repressiva, xenofoba e razzista di questa maggioranza reazionaria di governo (Pdl e Lega Nord), tutta incentrata nell'ostacolare l'ingresso dei migranti nel nostro paese e nel rendere disumane le condizioni di vita e di lavoro di chi è riuscito a entrare.

La politica dell'immigrazione nel nostro paese è stata fatta all'insegna della repressione poliziesca, prima con i Cpt della Legge Turco-Napolitano, poi con i Cie della Legge Bossi-Fini. I Cie sono dei lager dove gli immigrati vengono rinchiusi per via amministrativa e per sei mesi. Al loro interno le condizioni igienico-sanitarie sono pessime, l'arbitrio e l’abuso regnano sovrani, mentre si allunga la lista delle morti sospette.

La Legge Bossi-Fini non solo ha peggiorato le norme precedenti (introduzione delle impronte digitali, misure restrittive per l'alloggio, ecc), ma ha legato il permesso di soggiorno al contratto di lavoro e la perdita del permesso di soggiorno al reato di clandestinità. Questa aberrazione giuridica ha reso il lavoratore immigrato ricattabile da parte di padroni senza scrupoli.

In questi anni la crisi capitalistica si è scaricata per prima sui settori più deboli del proletariato, i precari e gli immigrati. Per i lavoratori immigrati questo ha significato oltre alla perdita del posto di lavoro anche quella del permesso di soggiorno, quindi la certezza di essere perseguiti per il reato di clandestinità, reato punito con il carcere.

Questo imbarbarimento normativo ha fatto esplodere le carceri, ormai sovraffollate di lavoratori immigrati e di povera gente. Il 37,1% dei detenuti nelle carceri italiane è di origine straniera, secondo i dati DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) il 73,4% di questi sono in attesa del processo.

A questo si aggiunge la quotidiana attività persecutoria, l'abuso di potere, messo in atto da solerti funzionari ed esponenti della Polizia Municipale (Vigili Urbani). A Palermo un venditore ambulante, come fossimo nella Tunisia di Ben Alì, Noureddine Adnane, si è dato fuoco ed è in fin di vita all’Ospedale Civico, per protesta contro le ricorrenti ispezioni, sequestri e multe subite da parte di questi solerti funzionari.

La sezione Pietro Tresso (Blasco) di Venezia del Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria solidarietà di classe ai lavoratori immigrati, si oppone con tutte le proprie forze militanti alla realizzazione del Centro di identificazione ed espulsione e del carcere a Campalto-Venezia, chiede la chiusura immediata di tutti i Cie del Paese e l'abrogazione di tutte delle leggi razziste e xenofobe, a partire dalla Legge Bossi-Fini.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione “Pietro Tresso (Blasco)” di Venezia