lunedì 23 maggio 2011

IL RUOLO DEL PCL NEL SOSTEGNO ALLA RIBELLIONE GIOVANILE IN SPAGNA L'INTERVENTO DI FERRANDO NELLA MANIFESTAZIONE DI ROMA


In questi giorni il PCL è impegnato in tutta Italia nel sostegno alla ribellione giovanile spagnola. Il movimento di solidarietà è promosso da studenti spagnoli residenti in Italia, e ha visto ieri manifestazioni pubbliche in diverse città. Il gruppo promotore dell'iniziativa nazionale è costituito da un settore di giovani spagnoli legati ad “Erasmus” e residenti a Firenze. Tra questi compagni c'è, con un ruolo attivo, un compagno spagnolo militante del PCL e della sua sezione fiorentina (David). Anche per questa via il nostro partito ha guadagnato un ruolo di fatto nel coordinamento nazionale della mobilitazione. Naturalmente nel pieno rispetto dell'autonomia decisionale dei giovani spagnoli e fuori da ogni logica di sovrapposizione.

In questo quadro, il portavoce nazionale del nostro partito, Marco Ferrando, è stato invitato a intervenire nella principale manifestazione dei giovani spagnoli tenutasi a Roma, davanti all'ambasciata di Spagna ( circa 400 giovani, molto combattivi). L'intervento- il più applaudito della manifestazione- non si è limitato ad un atto di solidarietà, ma ha riproposto interamente l'asse della nostra campagna per “Fare come in Tunisia e in Egitto”; per cacciare sì Berlusconi, ma non nel nome di una soluzione Zapatero, bensì nel nome di un'alternativa vera che spazzi via le classi dirigenti degli industriali e dei banchieri: le stesse classi che in Italia come in Spagna, si reggono sull'oppressione della gioventù. Da qui l'augurio di una continuità e allargamento del movimento in Spagna, nella prospettiva di un suo allargamento in Europa. L'appello conclusivo “Che se vayan todos!” corrispondeva profondamente al sentire diffuso dei giovani presenti, che per tutta la sera si sono confrontati in piazza sui temi della “vera democrazia” e della critica del capitalismo. Alla fine della manifestazione la delegazione presente del PCL è stata intrattenuta da studenti spagnoli che volevano approfondire con noi i temi affrontati. Alcuni militanti della sezione di Roma saranno oggi presenti nella delegazione spagnola che si recherà in questura per comunicare la continuità delle manifestazioni nella Capitale.

Il Corriere della Sera odierno riconosce la realtà: Il PCL è stato l'unico partito della sinistra presente nella mobilitazione di Roma, in coerenza con la sua campagna nazionale. Non è un caso: siamo l'unico partito della sinistra italiana che si batte davvero per la rivoluzione. E che quindi lavora e interviene in ogni movimento in funzione di questa prospettiva. Tanto più in rapporto a un movimento che oggi si richiama esplicitamente all'esempio arabo e alla “rivoluzione”: indipendentemente dai limiti della sua coscienza soggettiva e da inevitabili contraddizioni.

Ora dobbiamo proseguire ed ampliare, con i mezzi possibili, questo fiancheggiamento del movimento dei giovani spagnoli in Italia, lavorando al suo possibile contagio della dinamica italiana: che naturalmente dipenderà, innanzitutto, dallo sviluppo o meno del movimento in Spagna.

Di certo il nostro intervento verso il movimento spagnolo è esattamente opposto a quello oggi tentato da Beppe Grillo. Grillo è sbarcato a Barcellona per proporre un gemellaggio col movimento 5 stelle in Italia: al fine di ridurre il movimento spagnolo ad un soggetto elettorale, su generiche basi “antipartito” ed ecologiste. Al contrario, il PCL lavorerà per sviluppare ed estendere il movimento di massa della gioventù, in Spagna e in Italia, in direzione dell'incontro con la classe operaia, e della rottura rivoluzionaria e anticapitalista. Di certo, la lotta contro il qualunquismo grillino investe il futuro del movimento spagnolo. E non solo. Ed è una lotta che può fare un partito rivoluzionario, non una sinistra subalterna al PD e ansiosa di assessorati e di ministri.