CONFINDUSTRIA ESULTA
CGIL SVENDE
LANDINI SI ACCODA

La burocrazia CGIL ottiene due risultati. Il primo è quello di rientrare organicamente al tavolo di concertazione con Confindustria, ponendo fine alla propria emarginazione d'apparato. Il secondo è quello di offrire una sponda al governo di unità nazionale guidato dal PD (e condiviso con Berlusconi). Il plauso di Letta a Camusso (“ Bravi, bravi, bravi!”) sintetizza la soddisfazione di un governo che ha bisogno di uno scudo sociale protettivo.
Il gruppo dirigente della FIOM realizza un capolavoro di spregiudicata acrobazia: presenta come vittoria diplomatica la propria sconfitta sociale.
La direzione FIOM aveva contrastato a suo modo le politiche padronali e la concertazione sindacale coi padroni, esprimendosi contro il principio di deroga ai contratti nazionali (28 Giugno 2011). Ma non ha indicato, in questi anni, una alternativa generale di lotta. Ha accettato la frammentazione delle vertenze. Ha bloccato possibili risposte radicali capaci di ribaltare i rapporti di forza (a partire dalla mancata occupazione di FIAT Termini Imerese nel 2009). Ha disperso le potenzialità di ripresa operaia dopo il referendum a Pomigliano e la grande manifestazione nazionale del 16 Ottobre 2010. Non ha dato continuità al movimento nazionale di lotta a difesa dell'articolo 18, per non contrapporsi alla burocrazia CGIL. Il risultato è stato una sconfitta dei lavoratori e della stessa FIOM. Il cui gruppo dirigente oggi risponde al fallimento della propria linea nel peggiore dei modi: provando a presentarsi come vincente agli occhi dei lavoratori. Intestandosi l'accordo con Confindustria. E dunque allineandosi senza imbarazzo a Susanna Camusso, nel momento stesso in cui la CGIL è lodata da Confindustria, CISL, UIL e Governo. Tutti i tradizionali avversari della FIOM.