lunedì 17 giugno 2013

VENEZIA: LA GIUNTA ORSONI CONTRO LE DONNE
sceglie la Curia e la corporazione dei medici obbiettori

Lunedì scorso, il 10 giugno, il Consiglio Comunale di Venezia ha votato una mozione presentata da un consigliere del PD a tutela «dell’obiezione di coscienza dei medici in tema di salute». Si tratta di un attacco senza precedenti ad un diritto democratico: il diritto all'aborto delle donne. Il giorno dopo alla Camera il PD si astiene ancora una volta sull'attuazione della Legge 194/78. Non è un caso, il PD sempre più collocato su un terreno liberal-cattolico deve garantire la continuità del governo Napolitano-Letta-Alfano e l'importante sostegno del Vaticano.
La legge 194 è stata da sempre boicottata dalla corporazione dei medici con il forte sostegno della curia e delle forze oscurantiste religiose: la percentuale dei medici obiettori nel nostro Paese è del 70%, con punte altissime nel Lazio il 91,3%. In Veneto l'80% del personale sanitario ha scelto l'obiezione di coscienza, costringendo le donne a pellegrinare da ospedale in ospedale, mentre ritorna dopo 35 anni lo spettro dell'aborto clandestino con le gravi conseguenze e i rischi per la salute della donna, soprattutto se lavoratrice ed immigrata.
La legge 194, con tutti i suoi limiti, ha ridotto attraverso la prevenzione (che la chiesa ha sempre ostacolato) il ricorso delle donne all'interruzione di gravidanza, ridottosi secondo i dati ISTAT del 53% rispetto agli anni '80 . E' stata, assieme al divorzio, una legge di civiltà che ha restituito in parte dignità, libertà di scelta, autodeterminazione, sicurezza sanitaria alle donne.
 Anche nella nostra AULSS il diritto all'aborto, la libera scelta delle donne, è fortemente ostacolato. In tutto il Paese i medici disponibili a praticare l'interruzione di gravidanza sono sottoposti a discriminazioni ed ostacoli nella carriera.
L'ordine del giorno votato dal Consiglio Comunale mette in discussione questo diritto democratico, mette in contrapposizione il diritto all’obiezione di coscienza per il personale sanitario e l'esigibilità di un diritto conquistato con dure lotte dal movimento di liberazione della donna lavoratrice.
La Giunta Orsoni è pienamente responsabile del processo di arretramento nel campo dei diritti sociali e delle libertà democratiche che colpisce sopratutto le donne lavoratrici e i ceti popolari: il progressivo smantellamento dei servizi sociali dell'assistenza territoriale (vedi la vicenda della coop. Ancora), l'avvallo ad una concezione reazionaria che vuole ricondurre la donna nella casa e nell'altare.
E' principalmente sui giovani e sulle donne che viene scaricata la crisi capitalista con la contrapposizione tra diritto al lavoro e diritto alla maternità, con il dilagare della disoccupazione, del lavoro nero e della precarietà. E mentre dilaga l'emergenza sociale, la regressione culturale e l'oscurantismo religioso si registra un aumento della violenza sulle donne.
«È una vera schifezza» ha definito giustamente Sebastiano Bonzio (Fds) la mozione passata in consiglio comunale, ma non basta indignarsi bisogna tracciare un solco netto tra le proprie responsabilità politiche e quelli della Giunta Orsoni, per questo come PCL abbiamo chiesto e chiediamo al PRC di uscire dalla maggioranza e passare nettamente all'opposizione del governo e del padronato. Ai fatti si risponde con i fatti, il resto sono parole.
Per tutti questi motivi, aderiamo al presidio organizzato dalla CGIL davanti al Consiglio Comunale, assieme al movimento delle donne e ai giovani studenti portando la nostra netta opposizione alla Giunta e ai poteri forti della città, con particolare riferimento in questo caso alla Curia e alla corporazione dei medici obbiettori.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) di Venezia