
La sanguinosa repressione che
l'esercito egiziano va conducendo contro I Fratelli Musulmani, non ha nulla di
progressivo, e nulla a che spartire con la rivoluzione egiziana: è parte della
ricostruzione del vecchio regime militare prerivoluzionario.
Il governo reazionario di Morsi e
dei Fratelli era stato messo con le spalle al muro dalla gigantesca
sollevazione popolare di Giugno/luglio 2013. Ma i gruppi dirigenti liberal
democratici dell'opposizione anti Morsi (dal liberale Baradei ai nazionalisti
nasseriani sino a forze socialdemocratiche) hanno scelto di consegnare ai generali
la forza delle piazze per evitare una rivoluzione sociale. E i generali hanno
usato l'appoggio “democratico”, l'odio di massa anti Morsi, le illusioni di
massa nell'esercito, per elevarsi al di sopra delle parti in conflitto e
concentrare nelle proprie mani tutti i poteri. In una classica dinamica
bonapartista. Oggi lo stesso generale As Sisi, paradossalmente designato a suo
tempo proprio da Morsi, usa il potere del terrore contro i Fratelli, non per
“salvare la rivoluzione”, ma per consolidare sulla sua sconfitta un nuovo
regime militare: nemico dei lavoratori e delle masse povere dell'Egitto. Non a
caso le nuove leggi speciali per l'”ordine pubblico” sono impiegate, in questi
stessi giorni, per spezzare il sindacalismo indipendente e ogni sciopero
operaio.
Quanto è avvenuto e sta
avvenendo, non dimostra il “fallimento inevitabile di ogni rivoluzione”, come
si affrettano a dichiarare in tutto l'occidente quegli stessi politici borghesi
già sostenitori di Mubarak e poi di Morsi. Dimostra invece che una rivoluzione
di massa ha bisogno di una direzione indipendente. E che solo i socialisti
rivoluzionari egiziani possono costruirla. Contro i Generali e la reazione
islamica. Ma anche contro i dirigenti di quella sinistra “democratica” che
hanno fatto da sgabello ai generali dell'esercito.
Sono i lavoratori egiziani, non
“i democratici”, che possono portare alla vittoria le stesse rivendicazioni
democratiche della rivoluzione egiziana. E lo possono fare solo legando quelle
rivendicazioni a un programma anticapitalista e a una prospettiva di
rivoluzione socialista. L'unica che possa spazzar via la reazione islamica e
militare. E aprire una pagina nuova per l'intera rivoluzione araba.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Per la Quarta Internazionale
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