martedì 17 settembre 2013

Giù le mani dalla Siria e dal suo popolo!

quarta

Fermate l'aggressione imperialista! 

Truppe imperialiste, flotte, basi e mercenari, fuori dal Medio oriente e dal Mediterraneo orientale!

Il Comitato di coordinamento per la rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI) condanna e si oppone risolutamente all'incombente aggressione guidata dall'imperialismo statunitense contro la Siria e il suo popolo. Ci appelliamo alla classe operaia, ai contadini poveri, ai giovani e a tutti i popoli oppressi, nella regione e internazionalmente, affinché si mobilitino contro questo nuovo crimine sui popoli arabi e l'umanità, per contrattaccare e sconfiggere l'imperialismo e i suoi piani. La guerra permanente e la devastazione di intere popolazioni in un paese dopo l'altro sono manifestazioni della crisi economica senza precedenti, senza una fine prevedibile, e che ormai da sei anni ha gettato il capitalismo mondiale nel suo declino storico. Allo stesso tempo, la crisi rivela il vicolo cieco politico e strategico di fronte alle classi dirigenti e alle forze imperialiste, grazie alla mobilitazione di milioni di persone per combattere l'impatto catastrofico delle misure di cannibalismo sociale prese sia nei centri metropolitani che nella periferia del mondo capitalista dai governi capitalisti, dal FMI, dall'UE, dagli Stati Uniti e dai loro servitori, per far pagare alle masse la crisi dei capitalisti stessi. La rivoluzione araba, che iniziò col rovesciamento dei tiranni Ben Ali e Mubarak nel 2011, nonostante gli arretramenti e le sconfitte, è ancora la più grande minaccia al dominio dell'imperialismo, del sionismo e dei regimi corrotti del Medio oriente. L'imperialismo ha cercato e ancora cerca disperatamente di restaurare il suo ordine con ogni mezzo: l'intervento militare in Libia, le manovre elettorali, la carta dell'islamismo con i Fratelli musulmani oppure con i salafiti, an-Nusra e al-Qaeda stesse, la barbara repressione da parte di tirannie locali, i colpi di stato controrivoluzionari come in Egitto, le guerre per procura, l'uso di mercenari, il dirottamento dei movimenti di massa. Nonostante i colpi subiti finora dalle masse popolari e dalla rivoluzione, l'imperialismo ed i regimi reazionari locali non sono riusciti a ristabilire il controllo in una regione vulcanica alle porte di un'Europa scossa che e` divenuta un centro della crisi mondiale. I piani di guerra imperialista dell'amministrazione statunitense di Obama, apertamente sostenuti dal Primo ministro britannico Cameron, dal Presidente socialdemocratico Hollande in Francia e da altri governi e regimi della regione, inclusi i governi di Italia, Grecia e Turchia, hanno origine in questa crisi insolubile e a loro volta la alimentano. Il voto negativo del Parlamento britannico e le divisioni negli organi legislativi statunitensi riflettono questo approfondirsi delle spaccature entro la classe capitalista ed i suoi organi di governo ed istituzioni. Nessun velo di menzogne ed ipocrisia può nascondere la barbarie "umanitaria" degli aggressori. Dieci anni dopo che il Segretario di Stato Colin Powell fissò il mondo negli occhi e mentì sulle armi di distruzione di massa in Iraq per giustificare la guerra contro quel paese, ancora una volta l'imperialismo ha colto un'occasione molto dubbia per muover guerra alla Siria. Nemmeno gli agenti dell'imperialismo statunitense possono addurre la più flebile ragione per cui Bashar el-Assad dovrebbe scegliere di usare armi chimiche proprio in questo momento, quando è in vantaggio militare sull'opposizione, quando si sta preparando Ginevra II, e quando gli esperti dell'ONU sono appena arrivati nel paese per indagare sull'uso di armi chimiche. Assad potrebbe benissimo aver usato armi chimiche. Solo che resta ancora da dimostrare che le abbia realmente usate in questa concreta situazione. Negli anni '80, gli Stati Uniti lasciarono impunito l'uso di armi chimiche da parte di Saddam Hussein, prima contro gli iraniani nella guerra contro quel paese e successivamente sul popolo curdo del suo stesso paese. Poi, nel 1988-89, gli Stati Uniti addirittura sostennero l'esercito iracheno nelle sue operazioni di guerra chimica fornendo informazioni tattiche, come rivelato solo pochi giorni fa in base a documenti della CIA declassificati. Quello stesso governo statunitense adesso pretende ipocritamente di essere pronto a difendere le masse siriane dalle armi chimiche, per ragioni umanitarie! I veri motivi dietro all'incombente aggressione imperialista in Siria sono duplici. Da una parte, questo è un ritorno, dopo gli insuccessi in Iraq e Afghanistan, della politica imperialista di controllare disperatamente le fonti di petrolio e gas naturale dal Golfo persico fino all'Asia centrale, per contenere la crescita della Cina e della Russia. Dall'altra, è una guerra tattica entro l'obiettivo strategico di schiacciare la minaccia posta dall'Iran all'Israele sionista. La Siria, insieme allo Hezbollah in Libano e all'Iraq sempre più dominato dagli Sciiti, è il principale alleato dell'Iran nella regione. Per questo gli imperialisti cercano di rovesciare il regime baathista in Siria, con Israele da parte in attesa. Le forze reazionarie locali del Medio oriente hanno anch'esse la loro agenda. L'Arabia saudita, centro reazionario del mondo arabo, con in più la propria varietà del più sclerotico fondamentalismo sunnita, il wahhabismo, e il Qatar, protettore della Fratellanza musulmana panaraba, sono le luci guida della lotta contro l'Iran. Per questo indossano il manto dei difensori dell'Islam sunnita contro il presunto assalto dello sciismo nel Medio oriente, provocando scontri settari ovunque possibile. Il governo Erdogan in Turchia è diventato l'esecutore di queste politiche architettate in questi centri reazionari. Sono questi tre paesi che hanno approfittato di una sollevazione dei diseredati siriani iniziata nel marzo 2011 per scatenare in quel paese la loro guerra reazionaria, filo imperialista e settaria. Il governo Erdogan in Turchia ha lo scopo ulteriore di usare la guerra incombente per schiacciare la regione autonoma curda formatasi nella Siria settentrionale nel luglio 2012, una regione oggi chiamata Rojava ("Occidente", in quanto e` la parte occidentale del Kurdistan, un paese senza stato diviso e oppresso da Turchia, Iran, Iraq e Siria). La Turchia e` impaziente di far guerra alla Siria, sia per distruggere la Rojava che per portare al potere i Fratelli musulmani, creando uno stato satellite entro il suo vicino meridionale. Citare ragioni umanitarie per questo intervento imperialista è risibile. La guerra in Iraq, scatenata con pretesti totalmente inventati, ha portato a più di un milione di morti, lasciandosi dietro un'eredità di guerra settaria strisciante. Probabilmente la guerra contro la Siria, immediatamente o dopo qualche tempo, si estenderà come un incendio in tutto il Medio oriente e oltre, con una potenziale minaccia di massacri settari di civili in diversi paesi. Il CRQI è del tutto contrario allo scatenamento di una guerra imperialista contro Siria. Abbiamo sostenuto la sollevazione di poveri e dei diseredati della Siria e ci schiereremo in futuro anche con la rivoluzione contro il regime di Assad. Ma la guerra che si sta preparando adesso non ha niente in comune ne' con obiettivi di progresso ne' con le forze di quella insurrezione. Il CRQI sta dalla parte della Siria e del suo popolo e farà tutto il possibile affinché l'imperialismo e il sionismo, insieme agli stati reazionari della regione alleati con tali forze, vengano sconfitti. 
No alla guerra contro la Siria!
Via l'imperialismo dal Medio Oriente!
Fermate la distruzione del Medio oriente nell'interesse dell'Israele
sionista!
Per i diritti nazionali del popolo palestinese!
Libertà per la Rojava e autodeterminazione per il Kurdistan!
Fermate la preparazione della guerra settaria sunnito-sciita nel Medio
oriente!
Per la Federazione socialista del Medio oriente e Nord Africa! 
 


Settembre 2013

RISOLUZIONE DEL CRQI
Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale
(CRQI, di cui lo stesso PCL è la sezione italiana)