LA "BUONA SCUOLA" PASSA AL SENATO. Bisogna fermarla nelle scuole e nel paese!
27 Giugno 2015
La riforma Renzi-Giannini della scuola «è una grande riforma di
centrodestra fatta governando con il centrosinistra». Queste parole di Renato
Schifani, ex presidente del Senato di Forza Italia ed ex luogotenente
berlusconiano di lungo corso, ora schierato con Renzi, coronano al meglio la
prima approvazione istituzionale della "Buona scuola", giovedì al
Senato.
I diversivi tattici del governo, e di Renzi in persona, sull'opportunità
del "confronto" e dell'"ascolto" di opposizioni e parti
sociali, non hanno in realtà minimamente intralciato il percorso del ddl in
parlamento. Allo stesso modo, sono caduti inevitabilmente nel vuoto tutti i
tentativi di convincimento o di sponda con questo o quell'esponente delle
"minoranze" del PD, messi in atto allo scopo di frenare la riforma o
quantomeno ridurre i danni: l'insignificanza delle cosiddette modifiche è ulteriore
riprova dell'estraneità e dell'impermeabilità di un partito come il PD alle
esigenze degli insegnanti e dei lavoratori in generale.
La larga ricomposizione interna al PD sul ddl, d'altra parte, è essa stessa
un segno della vera natura e delle ragioni sociali di quel partito, che la
mordacchia e le forzature del nuovo corso renziano rendono solo più evidenti e
immediati, anche a chi si sforza di non vedere (Camusso in testa).
La lotta contro la riforma e contro il governo Renzi è giunta alla fine di una prima battaglia. Ma è una lotta appena iniziata. Il peso del suo isolamento e le conseguenze che ne sono derivate in termini di incisività e di estensione non devono costituire un'ipoteca negativa per il proseguimento della mobilitazione e per la sua radicalizzazione.
La lotta contro la riforma e contro il governo Renzi è giunta alla fine di una prima battaglia. Ma è una lotta appena iniziata. Il peso del suo isolamento e le conseguenze che ne sono derivate in termini di incisività e di estensione non devono costituire un'ipoteca negativa per il proseguimento della mobilitazione e per la sua radicalizzazione.
La continuità della lotta in
autunno, con il pieno coinvolgimento degli studenti e dell'intero mondo
dell'istruzione, è questione di primaria necessità. Sarà il banco di prova
principale sul quale si deciderà lo scenario sociale e politico dei prossimi
mesi. Solo una lotta di massa esemplare come quella della scuola può, a
differenza dei riti minoritari e ormai esausti dell'antagonismo, riaprire una
prospettiva più ampia al conflitto di classe nel paese.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI