RINASCE IL GOVERNO LETTA / ALFANO I PARTITI BORGHESI NON "TRADISCONO" LA PROPRIA CLASSE
Enrico Letta ha chiesto la “fiducia” per poter realizzare quelle che ha testualmente definito “riforme dolorose”: ulteriori tagli di spesa per rispettare il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio; nuove dismissioni e privatizzazioni col loro carico fisiologico di licenziamenti; “cuneo fiscale” alle imprese, che già con Prodi destinò loro 5 miliardi l'anno (col voto delle sinistre); nuovi sgravi fiscali per il capitale e gli investimenti stranieri, a carico del bilancio pubblico; investimento centrale nell'Expo, col carico allegato di nuova precarizzazione del lavoro, speculazioni, malaffare. E via dicendo..
Enrico Letta ha chiesto la “fiducia” per poter realizzare quelle che ha testualmente definito “riforme dolorose”: ulteriori tagli di spesa per rispettare il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio; nuove dismissioni e privatizzazioni col loro carico fisiologico di licenziamenti; “cuneo fiscale” alle imprese, che già con Prodi destinò loro 5 miliardi l'anno (col voto delle sinistre); nuovi sgravi fiscali per il capitale e gli investimenti stranieri, a carico del bilancio pubblico; investimento centrale nell'Expo, col carico allegato di nuova precarizzazione del lavoro, speculazioni, malaffare. E via dicendo..
Questo
programma ha ottenuto giustamente il voto di fiducia della Borsa. Di
Confindustria. Delle banche. Dell'Unione Europea dei capitalisti e
dei banchieri. Di tutti i governi europei di ogni colore (da
Hollande a Rayoi): tutti interessati alla stabilità del capitalismo
italiano e dunque del suo consiglio d'amministrazione (il governo).
Di
conseguenza ha ottenuto il voto di fiducia di tutti i partiti
borghesi italiani, tutti sul libro paga di industrie e banche.
Del
Partito Democratico innanzitutto, com'è naturale- in ogni sua
espressione, da D'Alema a Renzi- quale primo tutore dell'interesse
generale di sistema. Come anche dei diversi tronconi di un PDL ormai
frantumato: della nuova sezione del PPE, guidata da Comunione e
Liberazione (Lupi e Formigoni), da integralisti reazionari come
Giovanardi e Rocella, da anti operai radicali come il famigerato
Sacconi, tutti benedetti dalla Conferenza Episcopale; e del
miliardario populista (frodatore fiscale) Berlusconi, Cavaliere
disarcionato, ex monarca assoluto del PDL, che aveva puntato a far
saltare il banco per evitare la galera, e che alla fine è stato
costretto a una penosa retromarcia dal fallimento della propria
operazione.
Dunque,
“tanto rumore per nulla”. La borghesia comanda e i suoi partiti
si allineano, dopo incidenti e bizze, per amore o per forza.
Ora
il governo Letta Alfano, cercherà di utilizzare la sconfitta e
l'indebolimento di Berlusconi, per rilanciare il progetto di
“stabilità” politica invocata dal capitale finanziario: che è
solo la “stabilità” della rapina sociale contro i lavoratori.
Sta
al movimento operaio costruire una opposizione sociale radicale e di
massa contro le classi dominanti e il loro governo, per costruire la
propria alternativa: non la Repubblica plebiscitaria via Web che
Casaleggio è andato a presentare al convegno dei banchieri , ma una
Repubblica dei lavoratori, che faccia piazza pulita delle attuali
classi dominanti e dia finalmente il potere a chi lavora.
2 ottobre 2013
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI