domenica 28 febbraio 2010

Brunetta o Orsoni? I lavoratori veneziani tra l’incudine ed il martello!


Nell’ambito della discussione riguardante il futuro Sindaco della città emerge un dato significativo che accomuna tutti i nobili candidati e li rende fortemente simili. La totale assenza del punto di vista delle ragioni dei lavoratori, delle lavoratrici, delle masse popolari, dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati, e dei migranti. Tale elemento non deve sorprendere: al di là della retorica elettorale e dell’enfasi propagandistica con cui si presentano certi aspetti dei futuri “progammi”, gli interessi dei lavoratori sono completamente sacrificati e resi subalterni al quadro economico e politico legato alle dinamiche di cambiamento del territorio. Negli ultimi anni Venezia ha visto cambiare profondamente il suo tessuto urbano e sociale. E’ stata testimone passiva di un riassestamento economico legato al graduale (ed ancor presente) smantellamento del polo chimico, del rafforzamento della sua vocazione logistico-intermodale, del suo rendersi sempre più oggetto di attrazione turistico-ricettiva e, non ultimo, preda ambita di esposizioni culturali ad uso e consumo di soggetti a cui si è donato, in una logica speculativa, gran parte del suo storico ed artistico patrimonio immobiliare. Nel tempo questi processi di smembramento, lento ma ugualmente invasivo, hanno colto tutte le passate amministrazioni come soggetti il cui baricentro di azione politica è stato del tutto subordinato a poteri ed interessi distantissimi dalle reali necessità di chi in città ci lavora e ci vive. Esse hanno accompagnato il modificarsi di un’economia che, mentre da una parte dismetteva intere filiere produttive, dall’altra ricercava altre forme di profitto richiedendo, nel contempo, un “adeguamento” strutturale e finanziario per un ulteriore spregiudicato uso della città stessa. Basti pensare alla situazione del porto commerciale di cui il presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, esprime pienamente prospettive e pragmatici interessi. A Venezia il candidato del ''centrosinistra'' a sindaco sarà Giorgio Orsoni. Un esponente politico distante anni luce dalle ragioni del lavoro e pronto al ''dialogo'' con l'ampio ''panorama'' politico ed economico-finanziario della città. Un soggetto molto vicino agli ambienti della curia locale e favorevole al Mose, alla sublagunare, al quadrante di Tessera, al “rilancio” della cementificazione del Lido, allo smantellamento del polo chimico e quindi in totale sintonia e continuità con l’attuale giunta. Le cosiddette primarie, oltre a registrare un calo d’interesse per una concorrenzialità tra i candidati del tutto inesistente su tali temi e assolutamente falsata da etichette o aggettivi inutili, rivelano una volontà politica precisa: Venezia deve continuare a trasformarsi sempre più in un territorio in cui le speculazioni edilizie, la svendita dei suoi palazzi, dei suoi ospedali pubblici,delle sue scuole, dei suoi splendidi musei,delle sue isole, della sua storia, la chiusura delle sue fabbriche, e l’apertura di sempre nuovi alberghi e nuovi business non possono conoscere ostacoli. La sinistra cittadina, cosiddetta “radicale”, invece di fare un serio bilancio della propria esperienza di governo locale e rompere definitivamente con certe pratiche passate, ha realizzato una alleanza subalterna con il verde Gianfranco Bettin. In questo quadro, tali forze, hanno cercato di operare un remaking elettorale dimenticandosi di aver avuto negli anni passati addirittura un assessorato alla cultura (artefice di ampie privatizzazioni) e di aver condotto indisturbata tutto il percorso di tali cambiamenti nel sottobosco amministrativo delle diverse municipalità. Ma non basta; le proposte dello stesso Pettenò (Fds) di utilizzare le aree “bonificate” di Porto Marghera per avviare e collocare lì quel grande e mostruoso nuovo capitolo di cementificazione del territorio (individuato già a suo tempo nel quadrante di Tessera), esprimono una totale ed indiscussa omogeneità di programmi che ricalcano film già visti soprattutto in prossimità delle elezioni. Un finto sviluppo legato alle esigenze del “mattone” totalmente piegato a logiche affaristico-speculative. Una sinistra, ben poco radicale, quindi, e tutta rivolta, negli anni, a sedersi nelle varie presidenze (o nei CdA) delle vecchie municipalizzate o a richiedere e garantire ricchi e fruttuosi appalti (nel sociale, nella cultura, nell’edilizio, nel logistico, nella sanità, nella “sicurezza”, ecc.) per cooperative o imprese “amiche”. In queste politiche dei governi di centrosinistra locali, da Costa a Cacciari, in questa totale subalternità ai suddetti programmi, risiede la responsabilità politica, la causa prima, della possibile conquista della città da parte di una destra reazionaria e razzista rappresentata da Brunetta, che si è distinto da Ministro del Governo in un attacco forsennato contro i lavoratori di tutto il Paese. Di fronte, dunque, ai due corni dell'alternanza (borghese) tutta interna ai poteri forti operanti in città, riteniamo necessaria la presenza di una forza politica realmente alternativa, il Partito Comunista dei Lavoratori, che si collochi da una parte sola: con le classi subalterne e sfruttate, con le loro ragioni ed i loro interessi nella prospettiva generale di un nuovo sistema di leggi e di potere. La scesa in campo di un soggetto politico che rappresenti, realmente e senza alcun vincolo di compatibilità con i poteri forti locali e nazionali, le ragioni di un vivere sociale ed economico senza le paure di una precarietà costante e continua. Prioritaria di un tale programma risulta essere la necessità di un coordinamento tra le diverse istanze del lavoro salariato presenti in città, orientata ad arrestare i continui licenziamenti, il perdurare di uno sfruttamento intensivo dei restanti lavoratori e a smascherare le solite promesse elettorali buone per tutte le “stagioni” politiche. Compito arduo ma che, con il nostro impegno, cercheremo di raggiungere utilizzando la prossima campagna elettorale come uno strumento di contatto con le forze più vive della città: quelle legate agli interessi reali e concreti del mondo del lavoro.

Partito Comunista dei Lavoratori Venezia Sezione Pietro Tresso

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