giovedì 9 maggio 2013

VIA IL GOVERNO NAPOLITANO-LETTA-ALFANO
Strumento delle Banche e del grande Capitale

No al qualunquismo "tecnologico" di Grillo e Casaleggio Falsamente progressista, in realtà antidemocratico e antioperaio
Costruiamo l’alternativa dei lavoratori

(Il volantino distrinuito all'assemblea dei delegati Fiom Veneto il 9 maggio a Padova, in preparazione della manifestazione dei metalmeccanici del 18 maggio 2013 a Roma)

L’Unione Europea, i banchieri italiani e stranieri, i grandi capitalisti (Confindustria) e il Vaticano avevano fretta di uscire dalla situazione politica di stallo; i loro partiti, dal PDL al PD, non potevano che rispondere signorsì, sotto dettatura di Napolitano. Il programma del governo Letta è la continuità della "agenda Monti": un attacco alle condizioni dei lavoratori a difesa di rendite e profitti.
La risposta dei lavoratori e degli altri settori sfruttati ed oppressi non può essere che la più netta opposizione a questo governo e la lotta più radicale, da subito, per la sua cacciata.
Non può essere certo quella qualunquista del M5S e dei suoi guru milionari Grillo e Casaleggio: che propongono l'abolizione pura e semplice del sindacato in quanto tale ("roba dell'800"), proprio nel momento della massima aggressione padronale contro il lavoro; che a Parma, dove governano, alzano le rette di asili e mense per pagare gli interessi alle banche; che rivendicano licenziamenti di massa nel pubblico impiego e la riduzione di tutte le pensioni per tagliare le tasse ai padroni (con l’abolizione dell‘IRAP, che oggi finanzia la spesa sanitaria); che rivendicano, infine, un progetto di società senza libertà democratiche, basato su un dominio della "rete".
La sinistra riformista, sia politica (SEL, PRC e PdCI) che sociale (il gruppo dirigente della CGIL) esce sconfitta, nelle sue prospettive, dalla attuale situazione. SEL non ottiene i ministri sperati e Vendola non può "amalgamarsi" col PD come pensava solo poche settimane fa. PRC e PdCI sono in piena crisi, dopo il vergognoso blocco politico con l’impresentabile Di Pietro, in un quadro in cui ognuna delle loro correnti cerca, con manovre, di salvarsi dal naufragio. Il gruppo dirigente della CGIL, che aveva puntato sul governo di centrosinistra, per concertare, alla sua ombra, con Confindustria, è anch’esso nell’angolo e si sposta a destra, ritrovando l’unità con i sindacati "gialli" CISL e UIL.
La classe operaia non può assistere passivamente ai giochi politici con cui i suoi avversari cercano di risolvere la propria crisi . Ma deve porre un programma di rivendicazioni sociali per imporre una propria soluzione della crisi. E questo programma dev'essere radicale quanto è radicale la crisi capitalista. Si impone un grande fronte unitario di lotta del movimento operaio e di tutte le sue organizzazioni per un programma di svolta
: blocco immediato dei licenziamenti, con l'esproprio delle aziende che licenziano; abolizione delle leggi di precarizzazione del lavoro e assunzione dei precari a tempo indeterminato; ripartizione fra tutti del lavoro esistente con la riduzione generale dell'orario a parità di paga; un salario dignitoso ai giovani in cerca di prima occupazione e ai disoccupati in cerca di lavoro; un grande piano di nuovo lavoro, finanziato con l'abolizione del debito pubblico verso le banche, con la soppressione dei trasferimenti pubblici alle imprese private, con la tassazione dei grandi redditi e patrimoni. Nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo, e sotto controllo operaio, che consenta di liberare le risorse per riorganizzare da cima a fondo la società.
Il PCL è al servizio di questa prospettiva. Il nostro è certo un piccolo partito, che ha dovuto costruirsi contro corrente, nel disastro da altri prodotto. Ma è l'unico che ha retto alla dura prova di questi anni..
Per questo il PCL si candida a raggruppare, attorno al proprio programma tutti i militanti e le avanguardie di lotta, quale che sia la loro provenienza, che non vogliono arrendersi né al PD, né ai guru qualunquisti, né alla sconfitta.

Partito Comunista dei Lavoratori
per la Quarta Internazionale