SCIOPERO ALLA FINCANTIERI DI MARGHERA
NO AL PIANO DI FINCANTIERI
ESTENDIAMO E CONCENTRIAMO LA LOTTA, IN TUTTI GLI STABILIMENTI
La Fincantieri per mantenere i propri margini di profitto,
minacciati dalla crisi capitalista mondiale, sta attuando un piano industriale
che prevede nel contempo licenziamenti, cassa integrazione, aumento della
flessibilità, dei ritmi e dello sfruttamento attraverso l'applicazione
dell’orario plurisettimanale e la distribuzione dell'orario di lavoro su sei
giorni. A questo principio obbediscono i recenti accordi firmati da Fiom, Fim e
Uilm, uno dietro l’altro, negli stabilimenti del gruppo industriale (Castellammare
di Stabia, Sestri Ponente, Ancona, ecc). L’Azienda con questi accordi potrà
imporre, in modo unilaterale, l’orario secondo le proprie esigenze produttive;
la pausa mensa è portata a fine turno, mentre l’aumento della produttività e
dei ritmi provocheranno inesorabilmente un aumento delle malattie professionali
e degli infortuni sul lavoro. Inoltre le organizzazioni sindacali e le RSU
dovranno garantire i termini di consegna delle navi nei tempi previsti
sostenendo l’azienda nella richiesta di straordinari e, in particolare,
s’impegneranno a evitare l’attuazione di scioperi e iniziative di lotta nei
momenti più sensibili del processo produttivo, cioè il varo delle navi, le
prove a mare e il momento della consegna. In pratica sarà fortemente limitato
il diritto di sciopero, che è stato in questi anni lo strumento che ha permesso
ai lavoratori di Fincantieri di impedire la chiusura di stabilimenti, come
quello di Sestri, o la collocazione in Borsa dell’Azienda. Questi accordi
colpiscono tutti i lavoratori, interni ed esterni. Ma per i lavoratori delle
ditte esterne, sottopagati e privi di tutele, nei confronti dei quali la
politica degli appalti al ribasso è una realtà operante, significherà maggiore
super-sfruttamento e maggiore incertezza.
Il piano aziendale è stato attuato con una accorta strategia,
colpendo per prima gli stabilimenti dove la classe operaia era resa debole
dalla mancanza di navi in costruzione. A questa strategia bisogna rispondere
con l’unificazione delle vertenze, la concentrazione e la centralizzazione
delle lotte, costruendo un vero coordinamento dei lavoratori della
cantieristica con il compito prioritario di elaborare un piano nazionale di
mobilitazione e di lotta sulla base di una piattaforma votata dai lavoratori.
I lavoratori di Marghera resistono al
piano industriale.
In questi giorni l’azienda sta colpendo i lavoratori dello
stabilimento di Marghera, ma la risposta dei lavoratori grazie ad una direzione
conseguente ha coraggiosamente respinto l’attacco padronale. Da oltre un mese
contro le provocazioni aziendali i lavoratori organizzano scioperi e blocchi
dei cancelli. L’unità dei lavoratori ha compattato in un solo fronte di lotta
la totalità delle maestranze: impiegati e lavoratori, lavoratori interni e
degli appalti, una partecipazione alla lotta che non si vedeva da tempo, con
una radicalità e disciplina esemplare. Ma per essere vittoriosa questa lotta va
approfondita ed estesa! Devono scendere in campo gli altri reparti della classe
operaia di tutti gli stabilimenti.
L’accordo sulla cassa integrazione del
10 luglio deve essere respinto!
Nell’accordo che proroga la cassa integrazione per altri dieci
mesi, firmato dai sindacati con l’azienda, si recepiscono esplicitamente tutti
gli accordi locali sottoscritti unitariamente. Quindi di fatto anche gli
accordi al ribasso strappati da Fincantieri negli stabilimenti sotto ricatto.
Questa operazione deve essere respinta con la lotta!
Il piano industriale di Fincantieri
potrà essere sconfitto solo dalla mobilitazione ad oltranza!
- Costruire comitati aziendali di sciopero, eletti dai lavoratori, che
affianchino nella mobilitazione i delegati e i rappresentati sindacali;
Costruire nel territorio la solidarietà attiva attorno alla lotta dello
stabilimento di Marghera; Sostenere la lotta con le casse di resistenza;
- Costruire un vero coordinamento nazionale dei lavoratori del gruppo
Fincantieri, eletto dai lavoratori, che elabori una piattaforma nazionale di
lotta da sottoporre al voto dei lavoratori;
- Fincantieri, Fiat, Alcoa, Ilva, Indesit è la stessa lotta delle migliaia di
vertenze in atto nel Paese, in tutti i settori e in tutte le categorie. Questa
forza deve essere organizzata, concentrata e centralizzata nella mobilitazione
ad oltranza contro il governo e il padronato, fino all’esproprio, senza
indennizzo e sotto controllo operaio, delle aziende che licenziano e non
rispettano i diritti dei lavoratori. Un programma che solo un governo dei
lavoratori può attuare.
Il PCL, ha sostenuto e sostiene con tutte le proprie forze militanti i
lavoratori della Fincantieri. Non solo intervenendo nelle assemblee, nei
presidi, nelle manifestazioni e negli scioperi, ma anche con l’impegno delle
proprie forze nel sindacato a difesa della democrazia operaia e del
protagonismo dei lavoratori.
Per un governo dei
lavoratori! per il socialismo!
Venezia 17.07.2013
PCL Venezia - Sezione Pietro Tresso (Blasco)