CRIMINE
DEL CAPITALE IN SARDEGNA
Non un disastro ecologico, ma un crimine sociale. Quanto avvenuto in Sardegna, misura gli effetti devastanti della dittatura del profitto.
Per
pagare ogni anno 85 miliardi di debito pubblico alle banche e 30
miliardi di sovvenzione alle imprese, i diversi governi hanno
tagliato sistematicamente- oltre a scuola, sanità, pensioni- i fondi
pubblici per la protezione civile e per la cura del territorio.
Mentre i costruttori hanno avuto mano libera nella cementificazione
selvaggia in cambio degli oneri di urbanizzazione a giunte locali
spesso complici e a libro paga dei costruttori stessi.
I
20 milioni stanziati da Letta per la Sardegna sono un insulto. Non
coprono neanche un decimo dei danni prodotti. Mentre lo stesso
governo programma altri 30 miliardi di tagli alla spesa pubblica nel
prossimo triennio in omaggio al capitale finanziario.
Il
riassetto idrogeologico del territorio italiano richiede, secondo
“fonti ufficiali”, 40 miliardi di euro. Solo l'abolizione del
debito pubblico verso le banche e dell'assistenza pubblica al
profitto può liberare queste risorse. Solo un governo dei lavoratori
può realizzare questa misura.
20
Novembre 2013