LA VENDETTA DELLO STATO CONTRO I TRANVIERI DI GENOVA
Una ragione in più per bocciare l'accordo
Prefettura
e “Autorità” hanno atteso che le burocrazie sindacali
liquidassero una grande lotta sfuggita loro di mano, per esercitare
la propria vendetta sui lavoratori. Sino a che lo sciopero compatto
era in piedi le “autorità” non potevano che balbettare, perchè
i rapporti di forza non consentivano altro. Ora che lo sciopero è
stato spezzato da chi doveva guidarlo, scoprono la severità della
“legge”. Dimostrano solo una cosa: che la vera legge è quella
dei rapporti di forza. E rivelano una grande paura: quella del
possibile contagio della ribellione dei tranvieri. Questa e non altra
è la vera ragione dei provvedimenti.
I
tranvieri genovesi subiscono un doppio smacco. Dopo il danno la
beffa. Prima un accordo che umilia 5 giorni di lotta scaricando sul
taglio delle linee collinari i costi di risanamento, con un colpo
annunciato agli organici e al servizio ( a proposito degli “interessi
dell'utenza”). Poi la punizione per aver lottato: che smentisce una
volta di più le “garanzie” ipocrite fornite dai dirigenti
sindacali in assemblea dei lavoratori.
Il
PCL- l'unico partito intervenuto nell'assemblea della Chiamata del
porto a sostegno della continuità della lotta- si impegna a difesa
dei lavoratori colpiti, che vanno tutelati incondizionatamente sul
versante giudiziario ed economico. Propone una cassa nazionale di
resistenza a sostegno delle lotte prolungate. Si batterà, con una
ragione in più, perchè sia riconvocata l'assemblea dei lavoratori
AMT , si bocci l'accordo nel prossimo referendum, e la lotta riprenda
in condizioni nuove sotto la direzione democratica dei lavoratori
stessi. Si impegnerà in ogni lotta ,sull'intero territorio nazionale
e in tutte le categorie, per la generalizzazione della lotta radicale
e per la costruzione di un'altra direzione del movimento operaio.
26
Novembre 2013