mercoledì 29 gennaio 2014

PCL, COMITATI DI LOTTA E VERTENZE NEL VENEZIANO
(COOPERATIVA ANCORA, ACTV, COMUNE DI VENEZIA)

27 Gennaio 2014

Nel nostro territorio, la crisi capitalista è stata ed è socialmente devastante per migliaia di lavoratori e lavoratrici colpiti con licenziamenti, precarietà, tagli dei salari, delle tutele e dei diritti. I governi padronali, nazionali e locali, hanno scaricato la crisi sui lavoratori e le masse popolari con le privatizzazioni, i tagli alla spesa e ai servizi pubblici.
I lavoratori e le lavoratrici, sempre più diffidenti nei confronti delle burocrazie sindacali, nel corso delle diverse vertenze contro i licenziamenti e per la difesa dei diritti e dei salari tendono ad autorganizzarsi in “Comitati di lotta”.
I Comitati di lotta che si sono costituiti in questi ultimi anni nel nostro territorio si sono posti l’obbiettivo di partecipare, assieme alle delegazioni sindacali, ai tavoli con la controparte padronale (privata e pubblica) per controllarne gli esiti; hanno utilizzato i volantini per fare conoscere la loro situazione e le loro rivendicazioni; hanno indetto assemblee di informazione; hanno messo in campo iniziative di agitazione (referendum) e mobilitazione (presidi, scioperi, occupazioni della basilica…) per affermare la loro forza e le proprie esigenze.
I Comitato di lotta pertanto si propongono di controllare l’operato delle burocrazie sindacali, spesso legati a doppio filo con il potere politico ed economico locale, e nello stesso tempo di unificare i lavoratori e le lavoratrici, coinvolgendo lavoratori iscritti e non iscritti ai diversi sindacati contro ogni settarismo sindacale. Un settarismo spesso alimentato dalle stesse burocrazie sindacali, piccole e grandi, per dividere i lavoratori, isolarli dagli altri compagni di lavoro e controllarli meglio.
I Comitati di lotta per raggiungere i loro obbiettivi necessariamente devono essere aperti a tutti/e i lavoratori/trici del luogo di lavoro e devono sottoporsi alla verifica e al controllo dell’assemblea generale dei lavoratori. E’ evidente che non si tratta ancora di organismi consiliari di delegati eletti e revocabili in ogni momento dai lavoratori. La costituzione dei Consigli dei delegati, la loro diffusione e centralizzazione, è un evento che in genere richiede una fase più avanzata di mobilitazione e di coscienza di classe.
La sfiducia dei lavoratori nei confronti della burocrazia sindacale è supportata da un bilancio basato sui fatti dell'operato della burocrazia sindacale in questi anni di offensiva del padronato e dei suoi governi di centrodestra, centrosinistra, tecnici, di larghe e piccole intese, così come dalla costatazione che il burocrate sindacale antepone i suoi interessi a quelli della classe lavoratrice partecipando agli enti bilaterali, ai fondi pensione, ai fondi sanitari, ecc, ecc, mentre ricerca affannosamente la mediazione a ribasso del Sindaco, del Patriarca, del Presidente della Regione, del Ministro del Governo… e all’azienda invece di presentare una piattaforma di rivendicazioni discussa e votata dai lavoratori, come dovrebbe fare un sindacalista classista, nel migliore dei casi presenta un “accordo di solidarietà”, il cui contenuto non coincide affatto con la solidarietà di classe, ma si riduce solo ad una perdita secca di salario a beneficio dell’azienda.
E’ evidente che con il Comitato di lotta i lavoratori e le lavoratrici intendono riprendere nelle proprie mani il proprio destino, senza per questo rinunciare al sindacato di appartenenza, anzi costruendo al suo interno una tendenza classista.
Nel veneziano il primo Comitato di lotta (Comitato Indignato o.s.s.) è stato costituito nel 2012 dalle lavoratrici e dai lavoratori sociosanitari della Cooperativa Ancora, seguirà nel 2013 la costituzione del Comitato dei lavoratori ACTV della navigazione nel corso della vertenza sui trasporti pubblici urbani e infine, a gennaio 2014, è stato costituito il Comitato di lotta (Comitato di base) dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Venezia nel corso della vertenza contro il taglio dei servizi pubblici e dei salari dei dipendenti comunali, conseguente al buco di bilancio dell’Amministrazione comunale.
La costituzione dei Comitati di lotta è stata sostenuta in ogni ambito lavorativo dalla tendenza classista della CGIL. Questa tendenza sindacale classista nella CGIL, a cui va il pieno sostegno dei lavoratori e dei delegati sindacali del PCL, sta conducendo una difficile e storica battaglia congressuale sulla base delle rivendicazioni anticapitaliste e transitorie contenute nel documento “Il sindacato è un’altra cosa”, in alternativa alle tesi (azioni) opportuniste e collaborative con il governo e il padronato del documento “il lavoro decide il futuro”, sostenuto dalla burocrazia sindacale e rappresentato dalla segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso.
Il Partito Comunista dei Lavoratori saluta gli organismi (Comitati di lotta) di autorganizzazione espressi dai lavoratori e dalle lavoratrici come lo strumento più avanzato che la classe lavoratrice del veneziano ha espresso in questi ultimi anni di mobilitazione contro i licenziamenti e per il salario, i diritti e le tutele. Un compito che i Comitati di lotta possono portare avanti solo salvaguardando la propria indipendenza dal padronato, dai suoi governi, nazionali e locali, e dai suoi partiti borghesi (PD, NCD, FI, M5S, LN, ecc). Infatti solo un governo dei lavoratori può dare una soluzione definitiva, nella prospettiva socialista, ai bisogni e alle esigenze della classe lavoratrice del Veneziano, del Paese e dell’Europa.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco)