PCL,
COMITATI DI LOTTA E VERTENZE NEL VENEZIANO
(COOPERATIVA
ANCORA, ACTV, COMUNE DI VENEZIA)
27 Gennaio 2014
Nel nostro territorio, la crisi capitalista è stata ed è socialmente devastante per migliaia di lavoratori e lavoratrici colpiti con licenziamenti, precarietà, tagli dei salari, delle tutele e dei diritti. I governi padronali, nazionali e locali, hanno scaricato la crisi sui lavoratori e le masse popolari con le privatizzazioni, i tagli alla spesa e ai servizi pubblici.
I
lavoratori e le lavoratrici, sempre più diffidenti nei confronti
delle burocrazie sindacali, nel corso delle diverse vertenze contro i
licenziamenti e per
la difesa dei diritti e dei salari tendono
ad autorganizzarsi
in “Comitati di lotta”.
I
Comitati di lotta che si sono costituiti in questi ultimi anni nel
nostro territorio si sono posti
l’obbiettivo di partecipare, assieme alle delegazioni sindacali, ai
tavoli con la controparte padronale
(privata e pubblica) per
controllarne gli esiti; hanno
utilizzato i volantini per fare
conoscere la loro situazione e
le loro rivendicazioni; hanno
indetto assemblee di
informazione; hanno messo in
campo iniziative di agitazione (referendum) e mobilitazione (presidi,
scioperi, occupazioni della basilica…) per affermare la loro forza
e le proprie esigenze.
I
Comitato di lotta pertanto si propongono di controllare l’operato
delle burocrazie sindacali, spesso legati a doppio filo con il potere
politico ed economico locale, e nello stesso tempo di unificare i
lavoratori e le lavoratrici, coinvolgendo lavoratori iscritti e non
iscritti ai diversi sindacati contro ogni settarismo sindacale. Un
settarismo spesso alimentato dalle stesse burocrazie sindacali,
piccole e grandi, per dividere i lavoratori, isolarli dagli altri
compagni di lavoro e controllarli meglio.
I
Comitati di lotta per raggiungere i loro obbiettivi necessariamente
devono essere aperti a tutti/e i lavoratori/trici del luogo di lavoro
e devono sottoporsi alla verifica e al controllo dell’assemblea
generale dei lavoratori. E’ evidente che non si tratta ancora di
organismi consiliari di delegati eletti e revocabili in ogni momento dai lavoratori.
La costituzione dei Consigli dei delegati, la loro diffusione e centralizzazione, è un evento che in genere
richiede una fase più avanzata di mobilitazione e di coscienza di
classe.
La
sfiducia dei lavoratori nei confronti della burocrazia sindacale è
supportata da un bilancio basato sui fatti dell'operato della
burocrazia sindacale in questi anni di offensiva del padronato e dei
suoi governi di centrodestra, centrosinistra, tecnici, di larghe e
piccole intese, così come dalla costatazione che il burocrate
sindacale antepone i suoi interessi a quelli della classe lavoratrice
partecipando agli enti bilaterali, ai fondi pensione, ai fondi
sanitari, ecc, ecc, mentre ricerca affannosamente la mediazione a
ribasso del Sindaco, del Patriarca, del Presidente della Regione, del
Ministro del Governo… e all’azienda invece di presentare una
piattaforma di rivendicazioni discussa e votata dai lavoratori, come
dovrebbe fare un sindacalista classista, nel migliore dei casi
presenta un “accordo di solidarietà”, il cui contenuto non
coincide affatto con la solidarietà di classe, ma si riduce solo ad una perdita secca di
salario a beneficio dell’azienda.
E’
evidente che con il Comitato di lotta i lavoratori e le lavoratrici
intendono riprendere nelle proprie mani il proprio destino, senza per
questo rinunciare al sindacato di appartenenza, anzi costruendo al
suo interno una tendenza classista.
Nel
veneziano il primo Comitato di lotta (Comitato Indignato o.s.s.) è
stato costituito nel 2012 dalle lavoratrici e dai lavoratori
sociosanitari della Cooperativa Ancora, seguirà nel
2013 la costituzione del Comitato dei lavoratori ACTV della
navigazione nel corso della vertenza sui trasporti pubblici urbani e infine,
a gennaio 2014, è stato costituito il Comitato di
lotta (Comitato di base) dei lavoratori e delle lavoratrici del
Comune di Venezia nel corso della vertenza contro il taglio dei
servizi pubblici e dei salari dei dipendenti comunali, conseguente al
buco di bilancio dell’Amministrazione comunale.
La
costituzione dei Comitati di lotta è stata sostenuta in ogni ambito
lavorativo dalla tendenza classista della CGIL. Questa tendenza
sindacale classista nella CGIL, a cui va il pieno sostegno dei
lavoratori e dei delegati sindacali del PCL, sta conducendo una
difficile e storica
battaglia congressuale sulla base delle rivendicazioni
anticapitaliste e transitorie
contenute nel documento “Il
sindacato è un’altra cosa”,
in alternativa alle tesi (azioni) opportuniste e collaborative con il
governo e il padronato del documento “il
lavoro decide il futuro”,
sostenuto dalla burocrazia sindacale e rappresentato dalla segretaria
generale della CGIL, Susanna Camusso.
Il
Partito Comunista dei Lavoratori saluta gli organismi (Comitati di
lotta) di autorganizzazione espressi dai lavoratori e dalle
lavoratrici come lo strumento più avanzato che la classe lavoratrice
del veneziano ha espresso in questi ultimi anni di mobilitazione
contro i licenziamenti e per il salario, i diritti e le tutele. Un
compito che i Comitati di lotta possono portare avanti solo
salvaguardando la propria indipendenza dal padronato, dai suoi
governi, nazionali e locali, e dai suoi partiti borghesi (PD, NCD,
FI, M5S, LN, ecc). Infatti solo un governo dei lavoratori può dare
una soluzione definitiva, nella prospettiva socialista, ai bisogni e
alle esigenze della classe lavoratrice del Veneziano, del Paese e
dell’Europa.
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione
Pietro Tresso (Blasco)