TERZO CONGRESSO
DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Si
è aperto oggi a Rimini il 3° congresso nazionale del Partito
Comunista dei Lavoratori. L’assise congressuale è stata introdotta
dalla relazione del portavoce nazionale Marco Ferrando.
Ferrando
ha aperto attaccando il capitalismo “che da un lato ha creato la
‘crisi economica’, dall’altro ne ha fatto pagare ovunque le
conseguenze alle classi lavoratrici, privatizzando i profitti e
socializzando le perdite come nel caso del ‘salvataggio’ delle
banche. Tutto ciò è avvenuto e avviene ad ogni latitudine: dagli
Usa di Obama all’Europa di Hollande, Merkel, Letta, ecc.”
“In
questo quadro internazionale” – ha proseguito Ferrando – “in
Italia la fine dell’unità nazionale segna un netto indebolimento
del governo. Parallelamente la crisi capitalista e gli equilibri
interni di maggioranza impediscono al governo di rispondere al suo
blocco sociale di riferimento. Il movimento operaio resta assente
dallo scenario della crisi politica per responsabilità delle sue
direzioni, anche della Fiom di Landini, che rinuncia all’opposizione
in CGIL e si accoda la nuovismo renziano.
Una
risposta anticapitalista, comunista e rivoluzionaria è assolutamente
necessaria, anche per recuperare a sinistra chi si è illuso con le
sirene populiste di Grillo/Casaleggio o ha cercato una risposta alla
propria condizione nelle manifestazioni reazionarie dei
forconi.”Ferrando ha poi presentato le proposte principali del PCL:
“- la piena rottura col padronato, il suo governo, i suoi partiti e
le forze populiste: per un fronte unico di lotta del movimento
operaio contrapposto a Renzi, Grillo, Berlusconi; - l’unificazione
delle lotte di resistenza sociale attorno ad una piattaforma comune
di vertenza generale; - un programma generale contro la crisi
apertamente anticapitalista”
“Solo una mobilitazione generale e radicale della classe operaia può unificare attorno a sé l'insieme del lavoro dipendente, i precari, i disoccupati, le masse femminili sfruttate, e i settori impoveriti della piccola borghesia. Solo questa mobilitazione radicale può strappare risultati concreti”.
“Solo una mobilitazione generale e radicale della classe operaia può unificare attorno a sé l'insieme del lavoro dipendente, i precari, i disoccupati, le masse femminili sfruttate, e i settori impoveriti della piccola borghesia. Solo questa mobilitazione radicale può strappare risultati concreti”.
“Perché
in definitiva” - ha concluso Ferrando – “solo la rivoluzione
può cambiare le cose”
Rimini 3 gennaio 2014
Rimini 3 gennaio 2014
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI