UCRAINA: UN MOVIMENTO REAZIONARIO CONTRO UN REGIME REAZIONARIO.
SOLO LA CLASSE OPERAIA PUO' COSTRUIRE UN' ALTERNATIVA.
11 Febbraio 2014
Dal Novembre 2013 il regime poliziesco semi bonapartista del Presidente ucraino Yanukovich, è minacciato da un movimento reazionario di massa, essenzialmente concentrato nella parte occidentale dell'Ucraina e a Kiev, egemonizzato a livello di piazza da forze fasciste o fascistoidi.
E'
essenziale un'analisi marxista e di classe della dinamica in corso,
contro rappresentazioni ideologiche di segno opposto che attraversano
il campo stesso della sinistra.
Il regime ucraino non ha nulla di “progressivo”, né dal punto di vista sociale né da quello politico. Sotto il profilo sociale si basa sul potere di una nomenclatura capitalista di estrazione burocratica , emersa dai processi di privatizzazione degli anni 90 , nel quadro della più generale restaurazione borghese nell'Est Europeo di fine 900: una borghesia di magnati arricchitasi in 20 anni sullo sfruttamento brutale della classe operaia, pagata con salari medi di 300 euro mensili a fronte di prezzi correnti occidentali ( in particolare a Kiev).
Il regime ucraino non ha nulla di “progressivo”, né dal punto di vista sociale né da quello politico. Sotto il profilo sociale si basa sul potere di una nomenclatura capitalista di estrazione burocratica , emersa dai processi di privatizzazione degli anni 90 , nel quadro della più generale restaurazione borghese nell'Est Europeo di fine 900: una borghesia di magnati arricchitasi in 20 anni sullo sfruttamento brutale della classe operaia, pagata con salari medi di 300 euro mensili a fronte di prezzi correnti occidentali ( in particolare a Kiev).
Sotto
il profilo politico il regime parlamentare ucraino ha
progressivamente rafforzato negli anni i suoi aspetti bonapartisti
sullo stesso terreno costituzionale, con una nuova Costituzione
(2010) che ha ampliato considerevolmente il potere presidenziale. Il
potere presidenziale a sua volta si fonda sulla pratica diffusa
dell'arbitrio poliziesco, dei servizi segreti, dei metodi censori e
intimidatori: un patrimonio di esperienza e di strumenti spesso
ereditato del vecchio stato staliniano e oggi messo a disposizione
della nuova classe capitalista.
Parallelamente
non ha certo nulla di progressivo la dinamica e natura del movimento
di opposizione levatosi contro il regime. Al contrario. Per la sua
composizione sociale e direzione politica, ha tutte le
caratteristiche di un movimento reazionario di massa. Il suo profilo
è nettamente a destra dello stesso movimento della cosiddetta
“rivoluzione arancione” del 2004. Allora confuse aspirazioni
democratiche di settori popolari furono incorporate dentro un
movimento borghese liberal liberista, fortemente antioperaio,
sostenuto dalle borghesie occidentali ( Usa e Ue). Oggi lo scontento
popolare verso il regime è inquadrato e organizzato da un campo di
forze nel quale il peso e il ruolo di organizzazioni fasciste o
semifasciste- tutte russofobe e antisemite- è molto più consistente
di quello di 10 anni fa: dal partito nazionalista reazionario di
Svoboda - nato da un'organizzazione fascista e tuttora inneggiante a
Stepan Bandera, collaborazionista di Hitler- sino a formazioni
apertamente naziste come Causa Comune ( Spilna Sprava) e“Settore di
destra” (Pravi Sector).
Naturalmente
il campo delle opposizioni è composito e non si riduce all'estrema
destra. Va dal partito “Patria” di natura liberal capitalista,
guidata da Yulia Tymoschenko oggi in carcere, al partito cattolico
popolare diretto dall'ex pugile Klitschko, corteggiato dal Partito
Popolare europeo e in particolare dalla CDU della Merkel. Queste
forze, tra loro concorrenti, puntano a un'alternanza liberale di
governo, economicamente assistita dalla U.E. Riflettono le pressioni
di un settore crescente della stessa borghesia ucraina che si va
distaccando dal regime e dalle sue relazioni privilegiate con la
Russia per inseguire i vantaggi del mercato europeo e del suo
business. Peraltro, a differenza che in Russia, i grandi industriali
ucraini e le loro lobby ( la holding SKM di Akhmentov, il clan di
Firtach nel campo dei trasporti, il potente gruppo industrial
finanziario di Kolomoiski..) hanno di fatto proprie dirette
rappresentanze parlamentari e di clan, all'interno dei diversi
partiti, di governo e di opposizione. Il loro distacco da Yanukovic
ha dunque un effetto diretto sugli equilibri politici e
istituzionali. E misura l'indebolimento del regime.
Ma
un aspetto importante della dinamica in corso è la crisi di egemonia
delle opposizioni borghesi tradizionali, liberali o cattoliche,
all'interno della stessa mobilitazione popolare, a tutto vantaggio
dell'estrema destra.
La
maggioranza della borghesia ucraina e del campo ufficiale delle
opposizioni vorrebbe utilizzare la mobilitazione popolare, i
sentimenti russofobi, l'avversione diffusa “contro la corruzione”
del regime, come strumento di pressione istituzionale per ottenere
l'anticipo delle elezioni politiche( formalmente previste per il
2015) e incassare con esse l'alternanza di governo. Per questo vuole
evitare di trascinare lo scontro sul terreno incontrollabile della
rivolta di piazza e della guerra civile ( esponendosi al rischio
oltretutto di una repressione militare assistita dalla Russia). E
chiede alle diplomazie europee e all'amministrazione americana di
intercedere, nelle forme possibili, per favorire uno sbocco
controllato e concordato della crisi. La crisi economica gravissima
dell'Ucraina, con l'esplosione abnorme del debito pubblico e il
rischio concreto di una bancarotta in tempi brevi, rappresenta a sua
volta un'arma di pressione delle opposizioni sulla U. E. per un suo
intervento risolutore.
Ma
il disegno delle opposizioni “europeiste” si scontra con diversi
ostacoli.
Innanzitutto
ostacoli di ordine internazionale: le contraddizioni clamorose tra
diplomazia europea e americana su sbocchi ed equilibri del dopo
crisi; le divisioni tra gli imperialismi europei sul rapporto con la
Russia, e di conseguenza sulla vicenda Ucraina ( l'imperialismo
italiano oggi molto esposto e proiettato in una relazione economica
speciale con Putin è non a caso molto silente e disimpegnato
sull'Ucraina, a differenza dell'imperialismo tedesco); e soprattutto
la straordinaria crisi economica (e istituzionale) della U. E., che
oggi ha ben poco da “offrire” all'Ucraina: se non un”accordo di
associazione” che in cambio di nuovi sacrifici per la popolazione
ucraina ( a partire da ristrutturazioni industriali e licenziamenti
di massa) prevede per i prossimi 7 anni la concessione di un solo
miliardo di euro . Ciò a fronte di una voragine debitoria fuori
controllo, e dell'ingiunzione del Fondo monetario Internazionale
all'Ucraina di... ridurre i sussidi alle famiglie per pagare le
bollette, quale garanzia di affidabilità per ottenere un prestito di
15 miliardi, secondo la prassi ordinaria dello
strozzinaggio.
Proprio la crisi dell'Unione capitalistica europea (e l'indebolimento economico e politico dell'imperialismo USA su scala mondiale) hanno aperto il varco all'inserimento dell' imperialismo Russo : che con sua interessata offerta di 15 miliardi di prestiti e di sconti sulle forniture di gas, mira a recuperare l'Ucraina al proprio pieno controllo dentro il disegno della Unione doganale euroasiatica tra gli ex Stati dell'Urss ( cui hanno aderito per ora solo Bielorussia e Kazakistan). Un'eventualità che segnerebbe una nuova sconfitta della U. E.
Proprio la crisi dell'Unione capitalistica europea (e l'indebolimento economico e politico dell'imperialismo USA su scala mondiale) hanno aperto il varco all'inserimento dell' imperialismo Russo : che con sua interessata offerta di 15 miliardi di prestiti e di sconti sulle forniture di gas, mira a recuperare l'Ucraina al proprio pieno controllo dentro il disegno della Unione doganale euroasiatica tra gli ex Stati dell'Urss ( cui hanno aderito per ora solo Bielorussia e Kazakistan). Un'eventualità che segnerebbe una nuova sconfitta della U. E.
Parallelamente
le opposizioni tradizionali a Yanukovich pagano lo stallo del proprio
progetto sul versante del rapporto di massa. La piazza di Maidan nel
cuore di Kiev resta affollata e resistente. Ma anche sempre più
diffidente verso opposizioni irrisolute che non offrono sbocchi. Da
qui la dinamica di progressivo rafforzamento della presa di massa
delle organizzazioni fasciste, spesso in un gioco di reciproco
scavalco e concorrenza nella gestione di piazza. Le milizie
paramilitari “anticomuniste” guidate da reduci della guerra
afghana e da veterani dell'esercito -protagoniste di aggressioni e
pestaggi contro attivisti democratici e di sinistra- diventano il
punto di riferimento di crescenti settori studenteschi, di gioventù
disoccupata, di piccola borghesia impoverita. Tanto più a fronte di
un regime che per cercare di uscire dal vicolo cieco , combina
confusamente manovre conciliative ( dimissioni del governo Azarov, e
addirittura il 25 Gennaio offerta del governo alle opposizioni..)con
leggi liberticide di tipo putiniano e brutale repressione militare e
giudiziaria. Unendo insieme un'immagine di debolezza e di odiosa
arroganza , entrambi fattori di radicalizzazione del movimento. In
questo quadro le opposizioni tradizionali non paiono in grado né di
dirigere il movimento né di cercare uno spazio d'intesa col regime
restando prigioniere di una dinamica incontrollata cui non offrono
sbocchi
La
crisi ucraina pertanto è oggi in qualche modo sospesa
nell'equilibrio instabile e provvisorio di tre debolezze: quella di
un governo borghese semi bonapartista che ha perso larga parte della
propria base d'appoggio ma che è ancora in grado di restare in
sella; quella di un'opposizione borghese “europeista” che
vorrebbe rimpiazzarlo in modo indolore ma non sa come fare; quella di
un movimento reazionario che occupa piazze e palazzi ma non è ancora
in grado di prendere il potere.
Questa
situazione non durerà a lungo. Ed è esposta a sbocchi
potenzialmente drammatici.
Solo un ingresso in campo della classe
operaia ucraina, con le proprie rivendicazioni sociali e di classe,
può spezzare la polarizzazione tra forze reazionarie, disgregare i
loro blocchi sociali, ricomporre l'opposizione su nuove basi e
prospettive. La classe operaia ucraina non partecipa ad oggi al
movimento reazionario in atto, ed è un fatto assolutamente positivo.
Ma è rimasta sinora sostanzialmente passiva a fronte della crisi
politica e sociale. Una sua irruzione sulla scena potrebbe
rappresentare un fattore formidabile di svolta, assieme alla
costruzione di un partito marxista rivoluzionario che si candidi alla
sua direzione. Solo una rivoluzione socialista può liberare i
lavoratori dell'Ucraina dall'oppressione politica e sociale, nella
prospettiva di un'Europa socialista.
Contro
un regime capitalista corrotto e oppressivo, e contro una reazione
fascistoide e antisemita.
Contro
ogni subordinazione dell'Ucraina all'imperialismo russo.
Contro
ogni subordinazione dell'Ucraina alla Unione Europea dei capitalisti
e dei banchieri.
Per
un'alternativa di classe indipendente, per un governo dei lavoratori
in Ucraina, per la prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'
Europa.