PER UN MOVIMENTO INDIPENDENTE DEL PROLETARIATO UCRAINO
17 Aprile 2014
La
crisi ucraina conosce una nuova precipitazione.
Il
distacco della Crimea dall'Ucraina e il suo ritorno alla Russia
(conforme nella sostanza al suo diritto di autodeterminazione) ha
sospinto una dinamica di mobilitazione di settori russofoni dell'Est
Ucraina (non maggioritari a differenza che in Crimea) sulle parole
d'ordine dell'autonomia federale o della separazione. Con la
destituzione di governi locali, occupazione di edifici pubblici ,
processi di rottura e/o crisi degli apparati militari e
istituzionali.
Il
governo liberal fascista di Kiev non può permettersi di perdere il
controllo dell'Est del paese -dove si concentra il grosso della
produzione industriale e delle risorse minerarie- tanto più dopo la
perdita della Crimea. Per questo promuove un'offensiva militare
contro le mobilitazioni russofone dell'Est nel nome della “lotta al
terrorismo”, con l'uso della più volgare propaganda di guerra.
Mobilita per l'occasione la neonata Guardia Nazionale, segnata dalla
presenza organizzata delle forze fasciste e nazionaliste reazionarie
ucraine. Si appella al sostegno attivo degli imperialismi
occidentali, ed anzi cerca proprio con l'escalation militare di
consolidare la loro protezione politica ed economica, “contro la
Russia”.
Dal
canto suo, il regime bonapartista di Putin fa leva sulla
mobilitazione russofona come arma negoziale con Kiev e con gli
imperialismi occidentali per bloccare l' assimilazione dell'Ucraina
all'area d'influenza U.E (ed eventualmente alla Nato) ,
ridimensionare la sconfitta subita con la caduta di Yanukovich,
consolidare il successo dell'assimilazione della Crimea, allargare
l'ombrello del proprio controllo/influenza sulle zone economiche
strategiche dell'est ucraino, alimentare infine il nazionalismo
interno alla Russia a tutto vantaggio della stabilità del
bonapartismo putiniano. I diritti nazionali (reali) delle popolazioni
russofone sono solo il mezzo contundente di una politica
imperialistica. Per questo la Russia si erge a protettore e garante
dei settori russofoni dell'est ucraino, schierando truppe al confine.
La
dinamica in corso ha sbocchi imprevedibili. Di certo conferma la
posizione di classe assunta dal PCL nella vicenda Ucraina, contro le
opposte letture ideologiche presenti nella sinistra italiana: contro
le posizioni demenziali di chi ha letto la rivolta reazionaria di
Maidan come rivoluzione proletaria in fieri; e contro chi confonde la
Russia di Putin con l'eredità e prolungamento della vecchia URSS,
dentro il vecchio schema mondiale bipolare, e in una logica
“difensista”.
La
classe operaia ucraina, dell'ovest e dell'est, non ha nulla a che
spartire con un governo ucraino reazionario, frutto di una rivolta ad
egemonia reazionaria, sorretto dal grosso della vecchia oligarchia
capitalista che prima faceva affari con Yanukovich e ora ha cambiato
cavallo: un governo che fa leva sul sentimento nazionalista russofobo
per offrire l'Ucraina agli imperialismi occidentali e al loro
saccheggio.
Al
tempo stesso la difesa dei diritti nazionali delle popolazioni
russofone contro il governo di Kiev non deve significare la
subordinazione del proletariato ucraino, dell'Est e dell'Ovest,al
gioco di potenza dell'imperialismo russo del bonapartista Putin e al
suo progetto di rilancio grande russo di una area di influenza euro
asiatica, in contrappeso alla U.E. (e alla Cina): un progetto che non
ha nulla di progressivo, né sul terreno sociale, né sul terreno
democratico.
Solo
lo sviluppo di un movimento indipendente della classe operaia ucraina
può spezzare la morsa dell'attuale spirale nazionalista e costruire
l'unico sbocco progressivo possibile della crisi in corso: un governo
dei lavoratori, che spazzi via la vecchia oligarchia capitalista
dell'Est e dell'Ovest e la feccia liberal fascista che oggi governa
Kiev; che costruisca per questa via una Ucraina unita e socialista,
pienamente rispettosa dei diritti nazionali delle popolazioni
russofone e al tempo stesso autonoma dall'imperialismo russo.
La
costruzione di un partito di classe marxista rivoluzionario in
Ucraina è in funzione di questa prospettiva. L'organizzazione
rivoluzionaria ucraina “Contro la corrente”, oggi attiva
ad Odessa e in altre città, e partecipe della Conferenza Europea
promossa dal CRQI in Atene, lavora in questa direzione .