ALZIAMO LA BANDIERA PALESTINESE
2 Luglio 2014
In
queste ore lo Stato Sionista e il suo attuale governo Netanyahu
stanno preparando l'ennesima rappresaglia contro il popolo
palestinese. L'uccisione di tra ragazzi israeliani per mano di ignoti
sequestratori è il nuovo pretesto dell' aggressione annunciata. In
Cisgiordania sono in corso da settimane rastrellamenti, arresti,
uccisioni di attivisti palestinesi dietro il pretesto della “ricerca
dei responsabili”. Ora si annuncia al mondo la punizione di Gaza,
dove i bombardamenti cosiddetti mirati hanno già prodotto morti
civili e terrore. La memoria delle operazioni di guerra sionista
“Piombo fuso” (2008) e “Pilastro di Difesa” (2012) è ben
impressa negli occhi e nel dolore della popolazione araba di Gaza e
della Palestina.
I
sepolcri imbiancati dell'imperialismo democratico occidentale già
coprono preventivamente la nuova aggressione annunciata del sionismo.
L'orrore (reale) dell'uccisione a freddo dei tre ragazzi israeliani,
diventa la bandiera della legittimazione della vendetta. Della
comprensione preventiva dell'assassinio pianificato, rivendicato,
esaltato, indiscriminato, di attivisti e civili palestinesi, donne,
bambini, anziani. Dentro la rappresentazione capovolta del mondo e
della verità che vede un popolo di profughi nella propria terra,
privato di tutto, in veste di oppressore sanguinario; e uno Stato
coloniale e gendarme, armato sino ai denti, che nega loro ogni
diritto alla vita, nei panni di povera vittima della barbarie araba.
Contro
questa rivoltante menzogna e ipocrisia che abbraccia tutte le forze
politiche e intellettuali dello stesso imperialismo italiano, il PCL
alza tanto più oggi la bandiera palestinese. Denuncia la natura
reazionaria del sionismo, che calpesta la migliore tradizione
democratica del popolo ebraico. Rivendica il diritto al ritorno dei
palestinesi nella propria terra, da cui furono cacciati col più
spietato terrore: e quindi la dissoluzione, per via rivoluzionaria,
dello stato sionista d'Israele, della sua potenza militare, dei suoi
fondamenti giuridici confessionali e razziali (negazione del diritto
al ritorno dei palestinesi; discriminazione giuridica degli arabi
all'interno dello stesso Stato di Israele; diritto all'espansionismo
permanente ebraico in Palestina attraverso l'automatica cittadinanza
israeliana ad ogni ebreo che ne faccia richiesta; pratica sempre più
ampia degli insediamenti coloniali nelle terre occupate; negazione
dei diritti più elementari di terra, acqua, casa, per i palestinesi
dei territori e dei campi profughi.).
Solo
una sollevazione rivoluzionaria del popolo di Palestina, dentro una
più generale sollevazione araba contro il sionismo e contro le
borghesie nazionali arabe sue alleate, può garantire la liberazione
della Palestina e il diritto di piena autodeterminazione del suo
popolo. Solo questa prospettiva di lotta può sbarrare la strada al
fondamentalismo integralista islamico, vecchio e nuovo, tra le stesse
fila dei palestinesi. Solo questa prospettiva può realizzate uno
Stato Palestinese laico, democratico, socialista dentro una
Federazione socialista araba e del Medio Oriente. Solo questa
prospettiva può dare una sponda progressiva e coerente a tutte le
forze del mondo ebraico che vogliano liberare la stessa tradizione
democratica e antifascista ebraica dal sionismo che l'ha sequestrata:
i diritti nazionali della minoranza ebraica saranno salvaguardati
entro il rispetto dei diritti storici di autodeterminazione dei
palestinesi, non contro di essi .
E'
imbarazzante su tutto questo il silenzio e il balbettio delle
sinistre italiane (SEL, PRC). Subalterne culturalmente all'opzione
truffa “Due popoli, due Stati”, che le accomuna all'universo
politico borghese. Subalterne alla attuali direzioni e rappresentanze
politiche maggioritarie palestinesi, che sono o complici del sionismo
(Abu Mazen) o fondamentaliste reazionarie (Hamas). Ma soprattutto
preoccupate del fatto che una propria opposizione al Sionismo, possa
escluderle da ogni prospettiva di governo a braccetto col PD, o
comunque dalla “comunità politica” della democrazia borghese,
italiana ed europea.
Il
PCL rifiuta questa subordinazione. Propone un'immediata mobilitazione
sotto le ambasciate e consolati israeliani contro le annunciate
operazioni di guerra. Denuncia le aggressioni squadriste che bande
sioniste hanno ieri realizzato a Roma contro attivisti filo
palestinesi, nel silenzio generale della “stampa democratica” e
dei media. Rivendica il diritto di autodifesa delle azioni di
protesta a fianco dei palestinesi contro ogni aggressione
squadrista/sionista.