SCHIO (VI): 6
LUGLIO 1945 E' STATA GIUSTIZIA PROLETARIA, CONTRO LA VIOLENZA E L'OPPRESSIONE FASCISTA
Il volantino del PCL
I
COMUNISTI CONTRO IL FASCISMO E IL CAPITALISMO SEMPRE!
FRONTE
UNICO DELLA SINISTRA POLITICA, SINDACALE E DI MOVIMENTO CONTRO IL
FASCISMO, IL CAPITALISMO, CONTRO IL GOVERNO RENZI, PER UN GOVERNO DEI
LAVORATORI!
La
sollevazione partigiana del ‘45 rovesciò il regime nazifascista.
Le aspirazioni più profonde di quella giovane generazione andavano
ben al di là: ponevano in discussione il regime capitalista che
aveva generato il fascismo, e le classi dirigenti che lo avevano
sostenuto e foraggiato. La “rossa primavera” delle canzoni
partigiane parlava di socialismo e di potere dei lavoratori.
LA
RESISTENZA: UNA RIVOLUZIONE TRADITA
Ma
le direzioni della sinistra italiana a partire dal PCI di Togliatti
tradirono la Resistenza Partigiana. In accordo con Stalin e le sue
intese di spartizione con le potenze capitaliste “democratiche”,
salvarono il capitalismo italiano. Si accordarono con la DC e i
partiti borghesi per una soluzione di governo di unità nazionale,
che salvaguardasse la proprietà dei capitalisti, rimettesse in sella
i vecchi prefetti, amnistiasse i fascisti. Il ministro di Grazia e
Giustizia era Togliatti, a braccetto di De Gasperi. Fu la pugnalata
alla schiena di una rivoluzione possibile. La Costituzione borghese
del 48 concordata fra De Gasperi e Togliatti sigillò il tradimento
della Resistenza. “Una rivoluzione promessa in cambio di una
rivoluzione mancata” scrisse Calamandrei.
LA
RISPOSTA PARTIGIANA DI SCHIO ALLE VIOLENZE FASCISTE
La
classe lavoratrice e le masse popolari, le organizzazioni politiche operaie e
sindacali di Schio (VI), cittadina con un forte sviluppo industriale,
subito dopo il Biennio Rosso (1919 – 1920) e per tutto il ventennio
nero, hanno subito la feroce repressione dello squadrismo fascista.
L’avversione al fascismo non è venuta mai meno tra i lavoratori e le masse popolari: la partecipazione allo sciopero del marzo 1944 e allo sciopero
insurrezionale dell’aprile 1945 è stata di massa. Due mesi dopo il
25 aprile del ’45, i partigiani che in gran parte erano operai,
braccianti e comunisti iniziavano a rendersi conto che l’auspicata
rossa primavera non si sarebbe realizzata. Nel carcere locale erano
rinchiusi un centinaio di detenuti, la gran parte criminali fascisti,
pezzi grossi del fascismo locale, noti aguzzini a servizio del
padronato. Bisognava impedire che, vista la lentezza e l’assoluta
insufficienza dell’epurazione, i fascisti ritornassero a
spadroneggiare nelle fabbriche e nelle piazze. Da qui la decisione di
assaltare, il 6 luglio 1945, il carcere locale ed esercitare, dopo
aver liberato alcuni piccoli delinquenti comuni, la giustizia
proletaria. I partigiani comunisti di Schio furono additati come "provocatori trotskisti" dai dirigenti stalinisti del PCI alleati con i partiti borghesi nel fronte popolare. Togliatti temeva la memoria, ancora presente, di Pietro Tresso (Blasco). Il rivoluzionario comunista, dirigente della Quarta Internazionale, assassinato un anno prima dagli stalinisti in Francia.
Tutto
ciò che seguì, nella lunga pagina del dopoguerra (dalla repressione
degli operai e dei comunisti sino allo stragismo di Stato) è la
riprova dell'ipocrisia della “democrazia” borghese: come diceva
Lenin “un paradiso per i ricchi, un inganno per gli sfruttati”.
La letteratura della Costituzione serviva a mascherare questa verità.
MATTEO
RENZI: UN ASPIRANTE BONAPARTE
Oggi,
la gran parte dei dirigenti del PCI, dopo infiniti trasformismi, ha
concluso la propria carriera nel PD di Matteo Renzi. Un partito
liberale divenuto il comitato elettorale di un Bonaparte che nel
contempo effettua un attacco ai lavoratori e riduce i diritti
democratici. Una politica che serve solo a rendere più rapide,
stabili, governabili, le politiche di precarizzazione selvaggia del
lavoro, dei tagli sociali, delle privatizzazioni, a uso e consumo dei
profitti dei capitalisti e delle banche. E' il progetto di una
Repubblica reazionaria.
L’assenza di una reale opposizione al governo Renzi da parte delle sinistre cosiddette radicali e da parte delle burocrazie di CGIL e FIOM favorisce il nuovo bipolarismo reazionario Renzi/Grillo e trascina la deriva della democrazia borghese italiana.
L’assenza di una reale opposizione al governo Renzi da parte delle sinistre cosiddette radicali e da parte delle burocrazie di CGIL e FIOM favorisce il nuovo bipolarismo reazionario Renzi/Grillo e trascina la deriva della democrazia borghese italiana.
PER
UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI. PER UNA SINISTRA CHE NON TRADISCA
Passato
e presente ci chiamano dunque a un bilancio e alla necessità di una
svolta. Occorre
costruire una sinistra rivoluzionaria, che stia sempre e solo dalla
parte dei lavoratori, che rompa con la compromissione con i loro
avversari, che leghi ogni battaglia immediata, sociale e democratica,
a una prospettiva di rivoluzione. Il capitalismo non ha più nulla da
offrire né in termini sociali né in termini di democrazia. La sua
sopravvivenza trascina con sé una regressione storica sempre più
profonda delle condizioni sociali e dei vecchi diritti
costituzionali. Solo una rivoluzione socialista, solo un governo dei
lavoratori che rifondi la società da cima a fondo, può impedire una
deriva reazionaria. In Italia e in Europa. Per
questo l'unico modo di onorare realmente la memoria della Resistenza
è lottare per la liberazione dalla dittatura del capitale, la
speranza per cui tanti partigiani combatterono e morirono.
Per
questa prospettiva, il Partito Comunista dei Lavoratori propone a
tutte le forze della sinistra politica, sociale e di movimento un
fronte unico di lotta antifascista e anticapitalista, per un Governo
dei lavoratori e gli Stati Uniti Socialisti d’Europa.
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI
SEZIONE
DI VICENZA