martedì 30 settembre 2014

ALLA DIREZIONE DELLA CGIL E DELLA FIOM: PER UNA SVOLTA RADICALE DEL MOVIMENTO OPERAIO CONTRO IL RENZISMO.

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26 Settembre 2014
Il senso di questa lettera pubblica è molto semplice. Siamo in presenza di una svolta politica reazionaria. Voi siete di fatto la direzione maggioritaria del movimento operaio italiano. La vostra responsabilità è politica, non solo sindacale, tanto più a fronte della crisi verticale della sinistra politica italiana. Noi pensiamo che le vostre scelte di fondo di lungo corso, in forme e con ruoli diversi, abbiano favorito in misura decisiva la deriva in corso. Per questo rivendichiamo una svolta radicale di indirizzo, capace di trarre un bilancio di verità e di affrontare un livello di scontro politico e sociale per molti aspetti nuovo. Senza una svolta di indirizzo, finirete complici di una disfatta del movimento operaio e di un successo reazionario. Che colpirà la stessa CGIL e la FIOM.
MATTEO RENZI, FRA THATCHER E BONAPARTE
La situazione politica e sociale italiana è segnata sempre più pesantemente da un corso politico reazionario. Il governo Renzi non è la semplice continuità dei governi Monti e Letta. Incarna una tendenza bonapartista alla concentrazione dei poteri nelle mani del premier con ampie ricadute sull'intero sistema delle relazioni sociali, politiche, istituzionali.
Il nuovo populismo di governo cerca la relazione diretta con la cosiddetta “opinione pubblica” fuori e contro le forme tradizionali della rappresentanza. Da un lato droga il senso comune con una recitazione d'immagine totalmente falsa che riprende in forma diversa il canovaccio del berlusconismo come di ogni populismo reazionario (nuovo contro vecchio, futuro contro passato, giovani contro anziani, cittadini contro politici , sognatori contro burocrati..); dall'altro usa il consenso drogato, così costruito, come randello contro il movimento operaio, i suoi diritti, le sue organizzazioni.
L'operazione elettorale truffa degli 80 euro, messi a carico dei beneficiari, ha coperto e copre un ulteriore salto devastante sul terreno della precarizzazione del lavoro (dal decreto Poletti allo smantellamento definitivo dell'articolo 18), col sostegno entusiasta di Sacconi e Berlusconi.
La campagna d'immagine sulla “buona scuola”, copre un passo avanti ulteriore nella privatizzazione strisciante dell'istruzione pubblica, col plauso pubblico di Gelmini e di Aprea. La “riforma della pubblica amministrazione” maschera tagli ulteriori di decine di miliardi sulla spesa sociale, la continuità del blocco contrattuale per milioni di lavoratori , scelte discriminatorie e antisindacali in linea con Brunetta e con l'ammirazione di Brunetta.
Intanto i sindacati, a partire dalla CGIL, diventano bersaglio di una campagna pubblica sprezzante, e persino di irrisione, da parte del Presidente del Consiglio: che punta a fare della contrapposizione al sindacato una leva del proprio richiamo popolare. Mentre avanza un disegno reazionario di riforma elettorale e istituzionale- pattuito tra Renzi e Berlusconi- senza precedenti nella storia della Repubblica.
LE VOSTRE RESPONSABILITA'.
L'avanzata di questo populismo di governo chiama in causa le vostre responsabilità.
Gli 80 euro hanno brillato agli occhi di tanti lavoratori in misura proporzionale alla svendita per tanti anni dei loro interessi e all'assenza di una azione reale di mobilitazione contro le politiche dominanti e contro il padronato.
Prima la compromissione del gruppo dirigente CGIL nelle politiche di sacrifici del governo Prodi, in compagnia di tutta la sinistra politica italiana (riduzione dell'Ires sui profitti di banche e imprese, precarizzazione del lavoro, riduzione del cuneo fiscale tutto a vantaggio dei padroni); poi la sua volontà di subordinare l'opposizione di massa antiberlusconiana alla riproposizione (fallita) del centrosinistra, col risultato di disperderne potenzialità e radicalità; poi la sua sottomissione passiva alla macelleria di Monti contro lavoro e pensioni, in omaggio al patto con Bersani e in obbedienza a Napolitano e alla UE; parallelamente la politica di blocco con Confindustria sulla derogabilità dei contratti e sulla incontestabilità dei contratti in deroga, quale sponda auspicata e fallita di un nuovo patto di centrosinistra: l'insieme di queste scelte della CGIL ha non solo rappresentato una sconfessione delle ragioni del lavoro negli anni cruciali della grande crisi capitalista , ma un fattore decisivo di demoralizzazione, disgregazione, passivizzazione sociale, arretramento e confusione della coscienza politica di milioni di lavoratori. Il populismo reazionario ha pescato a piene mani proprio in questo arretramento, sia nella variante reazionario plebiscitaria del grillismo, sia in quella bonapartista del renzismo.
La FIOM ha in parte contrastato questa politica, in contrapposizione a Marchionne e a Monti. Ma non ha indicato un'alternativa di linea sul terreno dell'azione di massa e della sua prospettiva. E ha finito col rispondere alla propria sconfitta sindacale prima col tentativo di una ricomposizione pattizia con la maggioranza CGIL, poi con una spregiudicata apertura di credito verso Renzi contro i vertici CGIL. Nella ricerca ostentata (e grave) di un asse diretto concertativo col Capo di un governo antisindacale. La copertura di CGIL e FIOM all'operazione truffa degli 80 euro ha rappresentato, con logiche diverse, una comune politica subalterna contro un principio elementare di verità. E un ulteriore fattore di confusione della coscienza di classe a vantaggio del populismo di governo, e della sua marcia contro il lavoro. Il fatto che l'infame decreto Poletti sia passato senza il contrasto di una sola ora di sciopero dietro la bandiera degli 80 euro, rappresenta una enormità. Ma anche la misura di una vostra politica disarmante.
PER UNA RISPOSTA PROPORZIONALE ALL'ATTACCO
PER UN'ALTRA DIREZIONE DEL MOVIMENTO OPERAIO
Il punto è che queste vostre politiche sono fallite. Non è un punto di critica, è un dato obiettivo. Il rullo compressore del renzismo avanza non solo contro i lavoratori ma anche contro di voi. L'aggressione finale contro l'articolo 18, in aperta sfida al movimento operaio e sindacale, torna ad essere la linea di raggruppamento dell'intero fronte padronale. Di più: Renzi fa dell'attacco frontale all'articolo 18 la bandiera della propria credibilità internazionale di uomo di rottura e sfondamento contro il movimento operaio e i sindacati. Siamo a un thatcherismo in versione populista, e per questo tanto più minaccioso.
E' l'ora di una risposta proporzionale all'attacco.
Le politiche di attesa “critica” o di ammiccamento equivoco vanno definitivamente archiviate. Ogni ipotesi di subordinazione alla dialettica interna al PD, in una logica di alleanza con i liberali della vecchia guardia contro i nuovi reazionari, non porterebbe da nessuna parte. Non sarà Massimo D'Alema, già guida in altre stagioni dell'attacco contro i lavoratori, la ciambella di salvataggio del movimento operaio italiano. Non sarà Stefano Fassina, già ministro del governo Letta e delle politiche di austerità, la clausola di salvaguardia della CGIL e tanto meno dei lavoratori. Ogni ennesima ricerca di un nuovo centrosinistra sarebbe al tempo stesso, tanto più oggi, subalterna e velleitaria. L'unica sua conseguenza concreta sarebbe la rimozione della mobilitazione di massa, a tutto vantaggio di Renzi (e di Grillo).
Alla guerra occorre andare come alla guerra”. Renzi ha dichiarato guerra al movimento operaio e ai sindacati riunendo attorno a sé il fronte padronale. Il movimento operaio dichiari guerra al renzismo unendo attorno a sé - attorno ad una propria piattaforma di lotta indipendente - il grosso dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, della popolazione povera del Paese. Non bastano appuntamenti di contestazione simbolica delle misure del governo, per di più eventualmente divisi e concorrenziali fra loro. E' necessario unire le forze in uno scontro vero e prolungato. Il PCL, i suoi militanti e attivisti sindacali, si battono da anni per una svolta unitaria e radicale dell'azione di lotta del movimento operaio , ponendo questa esigenza in ogni lotta, in ogni sindacato di classe, in ogni occasione di confronto. Tanto più lo facciamo e lo faremo pubblicamente in questo momento cruciale della lotta di classe in Italia e in Europa.
Su di voi ricade una responsabilità enorme.

Su di noi quella di batterci fra i lavoratori e in ogni lotta per un'altra direzione del movimento operaio e sindacale, coerentemente classista e anticapitalista. La costruzione di un partito rivoluzionario, radicato nell'avanguardia della classe lavoratrice, è parte decisiva di questa battaglia.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI