giovedì 25 settembre 2014

VENEZIA: VIA IL COMMISSARIO ZAPPALORTO E IL SUO BILANCIO DI “LACRIME E SANGUE”
Il commissario straordinario del Comune di Venezia, Vittorio Zappalorto, il 14 settembre 2014 ha licenziato, con i poteri della Giunta, il bilancio di previsione 2014 – 2016. Questo bilancio è stato inviato alle Municipalità e ai revisori dei conti per i rispettivi pareri. Infine nei primi giorni di ottobre dovrebbe essere definitivamente approvato.
Il bilancio di previsione è fatto di tagli in tutti i capitoli e di aumenti delle entrate, badando bene a rispettare il patto di stabilità e a salvaguardare gli interessi della classe dominante veneziana. Un bilancio di previsione che in linea con le politiche liberiste comprende privatizzazioni, tagli ai salari, tagli ai servizi sociali, aumenti delle tariffe dei servizi.

Per quanto abbiamo avuto modo di sapere, i responsabili politici borghesi del disastro politico amministrativo che ha sconvolto, a partire della vicenda Mose, il Veneto e la nostra città si preparano, in sede di Municipalità, ad esprimere un parere sostanzialmente favorevole al bilancio proposto dal commissario, correggendolo quà e là con qualche richiesta di emendamento, ma senza intaccarne la logica di fondo antioperaio e antipopolare.
In questi anni abbiamo assistito alla messa in vendita di Venezia un pezzo alla volta, a totale beneficio della speculazione finanziaria e della borghesia turistico-alberghiera, il bilancio di previsione approfondisce questo processo con un piano di alienazioni corposo e dettagliato: Palazzo del cinema, Quadrante di Tessera, Mercato ortofrutticolo...... la bellissima villa Hèriot della Giudecca, sede dell'Iveser, Istituto Veneziano della Storia della Resistenza, e l'ex scuola Poerio.
I tagli agli investimenti si ripercuoterà pesantemente nella riduzione della manutenzione e della sistemazione urbana dei quartieri popolari; i tagli ai servizi sociali colpirà, ancora una volta, l'assistenza domiciliare, mentre aumentano le tariffe (dagli asili nido, all'assistenza agli anziani); i tagli alla cultura e allo sport contribuiranno all'arretramento civile dei quartieri popolari.
I salari dei lavoratori, pubblici e privati, vengono falcidiati attraverso: i tagli della parte variabile dei salari dei dipendenti comunali e l'aumento delle tasse sugli stipendi da fame del proletariato veneziano, mediante la riduzione da 17 mila euro a 10 mila euro (800 euro al mese) della soglia di esenzione per il pagamento dell'addizionale IRPEF comunale. E' noto infatti che a pagare le tasse sono sopratutto i lavoratori e i pensionati, mentre l'evasione fiscale e contributiva da parte delle imprese e delle professioni (medici, ecc) non viene minimamente toccata.
In tema di asili nido e materne vengono confermate le peggiori previsioni: licenziamento dei lavoratori precari e aumento del carico di lavoro del personale, con inevitabile riduzione qualitativa di un servizio che invece di essere smantellato, dovrebbe essere potenziato. Un'operazione particolarmente odiosa che ha come unico scopo quello di favorire le scuole confessionali cattoliche e di rinchiudere le donne tra le quattro mura domestiche, in un lavoro non retribuito.
E del tutto evidente che si tratta di un bilancio di lacrime e sangue che colpisce i lavoratori e le masse popolari della città e per questo deve essere rigettato con una forte mobilitazione e una opposizione di massa, a partire dalle mobilitazioni dei lavoratori comunali: l'ultimo in ordine di tempo lo sciopero degli insegnanti delle scuole materne e asili nido di mercoledì 24 settembre, supportati significativamente dalle famiglie, a cui il PCL ha portato la propria solidarietà.

Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime un giudizio estremamente negativo sul bilancio di previsione e coerentemente con la propria opposizione classista, in difesa dei lavoratori e delle masse popolari, effettuata prima contro la Giunta Orsoni e dopo contro la gestione commissariale, auspica il rigetto del bilancio di previsione e le dimissioni di Zappalorto.

Nel contempo il PCL si rivolge alle forze politiche del movimento operaio, ai sindacati dei lavoratori, ai movimenti sociali proponendo la costruzione di una forte mobilitazione unitaria dei lavoratori della nostra città, del comparto pubblico e del comparto privato, a partire dall'immediata mobilitazione ad oltranza di tutti i lavoratori comunali, diretti e indiretti, dei tecnici, degli insegnati, degli operatori ecologici, degli autisti dell'ACTV, degli amministrativi, dei lavoratori delle cooperative.
Solo una forte mobilitazione unitaria e di massa, solo l'unità di classe dei lavoratori, può bloccare il bilancio del commissario straordinario Zappalorto, solo uno sciopero generale territoriale, solo la forza organizzata ed autonoma dei lavoratori può imprimere una svolta, nella prospettiva del governo dei lavoratori, alla nostra città.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI 
Sezione Pietro Tresso (Blasco)