OCCUPARE
LE ACCIAIERIE DI TERNI
11
Ottobre 2014
Il
licenziamento di centinaia di operai da parte dell'AST di Terni,
unito all'abbattimento del salario degli occupati “superstiti”, è
una provocazione inaccettabile. Il sostegno del governo all'azienda
chiarisce coi fatti una volta di più la natura delle politiche del
lavoro di Matteo Renzi.
Ma
i sindacati non possono limitarsi ora a respingere la provocazione
esprimendo “dissenso”. Debbono assumersi la responsabilità di
una risposta radicale all'altezza dell'attacco subito. L'occupazione
immediata della fabbrica da parte degli operai è la sola risposta
adeguata. Il PCL l'ha sostenuto controcorrente sin dall'inizio della
vicenda. I fatti ora dimostrano che è l'unica via. L'unica che può
incidere sui rapporti di forza e strappare risultati.
Dopo
aver blandito per mesi Matteo Renzi, ora Landini ha alluso alla
possibilità di “occupare le fabbriche” contro i licenziamenti.
Meglio tardi che mai. Ma è il momento di passare ai fatti.
L'occupazione delle acciaierie di Terni potrebbe rappresentare un
esempio contagioso per centinaia di altre vertenze e innescare una
svolta radicale del movimento operaio.
E'
l'unico evento che Renzi teme: non la manifestazione del 25 ottobre,
ma l'azione di forza dei lavoratori . Se CGIL e FIOM rinunciano alla
occupazione delle acciaierie di Terni non solo rinunciano alla difesa
reale degli operai ternani e del loro lavoro. Ma fanno un enorme
regalo al governo più anti sindacale degli ultimi 60 anni.
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI