lunedì 19 gennaio 2015

COMUNE DI VENEZIA
FERMIAMO LA CATASTROFE!

Ancora una volta il Comune di Venezia si ritrova sull'orlo del collasso economico. Il tentativo di far quadrare i conti rispettando il patto di stabilità imposto dal governo da parte del commissario Zappalorto si avvia al totale fallimento nonostante oltre dodici milioni di euro di tagli e le ultime tentate svendite di ciò che resta del patrimonio immobiliare pubblico (Villa Heriot in testa).
Qualcuno ripone sulle “missioni” a Roma dei vari soggetti artefici di questi disastri la speranza di ricavare i soldi necessari per la tenuta di un bilancio comunale tutto orientato a salvaguardare dei parametri che nulla hanno a che fare con l'interesse delle lavoratrici e dei lavoratori della città.
Questo nonostante negli ultimi anni, a Venezia, siano stati imposti tutti i possibili tipi di tributi (tassa di soggiorno, addizionali varie su diverse imposte e tasse) e tutti al più alto livello consentito.
Nei mesi scorsi, i primi pesanti tagli hanno colpito i servizi sociali, le attività culturali, le politiche giovanili, lo sport e le condizioni dei lavoratori comunali. Ora si profila un nuovo violentissimo attacco, che rischia di ridurre definitivamente in ginocchio Venezia e far pagare i costi di questa crisi sempre alle fasce più deboli della società: lavoratori, disoccupati, giovani e pensionati.
Non saranno gli intrallazzi nei palazzi romani o le suppliche al commissario Zappalorto a poter salvare davvero i lavoratori e le masse popolari di Venezia dal massacro sociale che si sta preparando. Solo una mobilitazione straordinaria di tutta la classe lavoratrice veneziana e delle masse popolari oppresse può cambiare le cose.
Non c'è più nulla di cui discutere ad un tavolo di trattativa: è tempo che il tavolo venga rovesciato. E' tempo che, solo con la forza della mobilitazione sociale, si impongano la propria volontà ed i propri interessi.
A tal fine il Partito Comunista dei Lavoratori propone questo primo piano d'azione, l'unico che può portare a risultati concreti, senza illusioni alcune su primarie truffaldine o programmi ingannevoli con cui si intenderebbe "far ripartire la città" in primavera dopo aver assistito in questi giorni ad un piano generale di svendita totale di Venezia:

Ripudio del debito del Comune verso le banche usuraie; no ai nuovi debiti in corso d’opera da parte del commissario. Rifiuto del pagamento della multa milionaria per lo sforamento del patto di stabilità e stop al processo di privatizzazione della città.

Per l'elezione proporzionale e democratica dei Consigli Comunali: No alla verticalizzazione; No all'elezione diretta del Sindaco; No alla nomina dei Dirigenti/Direttori degli Uffici comunali, sistema che ha favorito le lobby e la corruzione. Introduzione di un tetto massimo di stipendio a sindaco e assessori, non superiore a quello medio di un lavoratore qualificato;

Per una vera democratizzazione dei Comuni attraverso l'elezione e la revocabilità da parte dei lavoratori comunali di Coordinatori negli uffici amministrativi: No all'imbroglio della meritocrazia nella progressione  salariale;  

Abolizione di ogni concessione di servizi pubblici a privati, ripubblicizzazione dei servizi esternalizzati/privatizzati, in modo da liberare nuove risorse e bloccare favoritismi e clientele goduti dagli "amici" e dagli "amici degli amici" delle vecchie giunte.

Stop alle spese per opere inutili (nuovo palazzo del cinema, ecc..)


Si tratta di proposte radicali quanto è radicale l'attacco che si sta preparando contro lavoratori, disoccupati, studenti e pensionati di questa città. E' ora di dire basta!

La sinistra riformista veneziana, candidandosi alle primarie del centrosinistra e/o proponendo nuove alleanze con il PD, continua su un piano inclinato di subalternità ai poteri forti della città e alle forze padronali; il PCL si candida con il suo programma ed invita tutte le forze della sinistra politica, sindacale e di movimento a rompere con la borghesia e a costruire una vera, autonoma unità di classe.

E' necessario impegnarsi da subito nella costruzione della forza che può imporre un vero programma di cambiamento, attraverso la costituzione di comitati di lotta uniti in un coordinamento che punti, nell'immediato, a cacciare il commissario e, in prospettiva, ad un più ampio piano di gestione del territorio, inserito all'interno di un generale sovvertimento dei rapporti di produzione che elimini speculazione, devastazione ambientale e sfruttamento del lavoro.

GOVERNINO I LAVORATORI!

Partito Comunista dei Lavoratori

Sezione Pietro Tresso