COMUNE DI VENEZIA
FERMIAMO
LA CATASTROFE!
Ancora
una volta il Comune di Venezia si ritrova sull'orlo del collasso
economico. Il
tentativo di far quadrare i conti rispettando il patto di stabilità
imposto dal governo da parte del commissario Zappalorto si avvia al
totale fallimento nonostante oltre dodici milioni di euro di tagli e
le ultime tentate svendite di ciò che resta del patrimonio
immobiliare pubblico (Villa Heriot in testa).
Qualcuno
ripone sulle “missioni” a Roma dei vari soggetti artefici di
questi disastri la speranza di ricavare i soldi necessari per la
tenuta di un bilancio comunale tutto orientato a salvaguardare dei
parametri che nulla hanno a che fare con l'interesse delle
lavoratrici e dei lavoratori della città.
Questo
nonostante negli ultimi anni, a Venezia, siano stati imposti tutti i
possibili tipi di tributi (tassa di soggiorno, addizionali varie su
diverse imposte e tasse) e tutti al più alto livello consentito.
Nei
mesi scorsi, i primi pesanti tagli hanno colpito i servizi sociali,
le attività culturali, le politiche giovanili, lo sport e le
condizioni dei lavoratori comunali. Ora si profila un nuovo
violentissimo attacco, che rischia di ridurre definitivamente in
ginocchio Venezia e far pagare i costi di questa crisi sempre alle
fasce più deboli della società: lavoratori, disoccupati, giovani e
pensionati.
Non
saranno gli intrallazzi nei palazzi romani o le suppliche al
commissario Zappalorto a poter salvare davvero i lavoratori e le
masse popolari di Venezia dal massacro sociale che si sta preparando.
Solo una mobilitazione straordinaria di tutta la classe lavoratrice
veneziana e delle
masse popolari oppresse
può cambiare le cose.
Non
c'è più nulla di cui discutere ad un tavolo di trattativa: è tempo
che il tavolo venga rovesciato. E' tempo che, solo con la forza della
mobilitazione sociale, si impongano la propria volontà ed i propri
interessi.
A
tal fine il Partito Comunista dei Lavoratori propone questo primo
piano d'azione, l'unico che può portare a risultati concreti, senza
illusioni alcune su primarie truffaldine o programmi ingannevoli con
cui si intenderebbe "far ripartire la città" in primavera
dopo aver assistito in questi giorni ad un piano generale di svendita
totale di Venezia:
Per l'elezione proporzionale e democratica dei Consigli Comunali: No alla verticalizzazione; No all'elezione diretta del Sindaco; No alla nomina dei
Dirigenti/Direttori degli Uffici comunali, sistema che ha favorito
le lobby e la corruzione. Introduzione di un tetto massimo di stipendio a sindaco e assessori, non superiore a quello medio di un lavoratore qualificato;
Per una vera democratizzazione dei Comuni attraverso l'elezione e la revocabilità da parte dei lavoratori comunali di Coordinatori negli uffici amministrativi: No all'imbroglio della meritocrazia nella progressione salariale;
Per una vera democratizzazione dei Comuni attraverso l'elezione e la revocabilità da parte dei lavoratori comunali di Coordinatori negli uffici amministrativi: No all'imbroglio della meritocrazia nella progressione salariale;
Abolizione
di ogni concessione di servizi pubblici a privati,
ripubblicizzazione dei servizi esternalizzati/privatizzati, in modo da liberare
nuove risorse e bloccare favoritismi e clientele goduti dagli
"amici" e dagli "amici degli amici" delle
vecchie giunte.
Stop
alle spese per opere inutili (nuovo palazzo del cinema, ecc..)
Si
tratta di proposte radicali quanto è radicale l'attacco che si sta
preparando contro lavoratori, disoccupati, studenti e pensionati di
questa città. E' ora di dire basta!
La
sinistra riformista veneziana, candidandosi alle primarie del centrosinistra e/o
proponendo nuove alleanze con il PD, continua su un piano
inclinato di subalternità ai poteri forti della città e alle forze
padronali; il PCL si candida con il suo programma ed invita tutte le
forze della sinistra politica, sindacale e di movimento a rompere con
la borghesia e a costruire una vera, autonoma unità di classe.
E'
necessario impegnarsi da subito nella costruzione della forza che può
imporre un vero programma di cambiamento, attraverso la costituzione
di comitati di lotta uniti in un coordinamento che punti,
nell'immediato, a cacciare il commissario e, in prospettiva, ad un
più ampio piano di gestione del territorio, inserito all'interno di
un generale sovvertimento dei rapporti di produzione che elimini
speculazione, devastazione ambientale e sfruttamento del lavoro.
GOVERNINO
I LAVORATORI!
Partito
Comunista dei Lavoratori
Sezione
Pietro Tresso