LA
XENOFOBIA E' NAUSEANTE. IL PURO UMANITARISMO E' INSUFFICIENTE.
PER
UNA SOLUZIONE ANTICAPITALISTA DEL DRAMMA MIGRATORIO
20
Aprile 2015
La
strage di oltre 700 migranti in acque libiche misura l'enormità di
quanto sta accadendo in fatto di migrazione. Ma anche l'ipocrisia
criminale di tutti gli attori istituzionali della tragedia, in Italia
e in Europa.
BUGIE CRIMINALI
BUGIE CRIMINALI
Avevano
detto che la missione italiana Mare Nostrum incoraggiava le partenze
in quanto “assicurava il soccorso in mare”, e poi “costava
troppo”. E che per questo andava rimpiazzata dalla missione europea
Triton, promossa da Frontex, che ha l'esclusivo mandato del
pattugliamento senza soccorso. Risultato? Le partenze sono cresciute
a fronte di un soccorso minimo, di fatto solo volontario, di navi
mercantili. La conseguenza terribile è la moltiplicazione annunciata
dei morti. Un vero e proprio crimine di cui portano la responsabilità
le forze dominanti di ogni colore, in Europa e in Italia.
Il
flusso migratorio cresce di dimensioni e muta nella sua composizione.
La
disgregazione dello Stato libico non è la causa del flusso.
Polarizza la sua direttrice, offre il luogo di massima concentrazione
delle partenze. Non di più. Nè la causa sono i cosiddetti
“scafisti”, bande e imprese criminali che sfruttano la
disperazione nella logica spietata del mercato, con metodi
schiavisti. La causa dell'espansione progressiva del flusso
migratorio è la stessa che spiega la sua composizione nuova: è la
fuga dalla guerra e dalla morte. Somalia, Eritrea, Irak, Siria,
Nigeria, Mali, Gaza e naturalmente la Libia: sono questi i luoghi di
provenienza della stragrande maggioranza degli uomini, delle donne,
dei bimbi, degli anziani, che cercano la via del mare.
Questa
umanità disperata e dolente non sarà mai trattenuta dalla mancata
certezza del soccorso, o dal rischio della morte. Perchè preferisce
il rischio della morte, concentrato in una sola impresa, al terrore
della morte come destino della vita, per sé e per i propri cari.
Aver coscientemente e volutamente ridotto il soccorso non poteva
ridurre le partenze, poteva solo moltiplicare i morti. A tutti gli
effetti, proprio per questo, autentici omicidi. Omicidi di cui
portano la responsabilità tutti i firmatari della missione Triton,
governo italiano e autorità europee in primo luogo. Come tutte le
canaglie del salvinismo e dei suoi omologhi europei che costruiscono
la propria carriera politica (stipendi e poltrone incluse)
alimentando il gioco cinico della paura dei migranti nel più totale
disprezzo di ogni senso umano di pietà.
LE FALSE “SOLUZIONI”
LE FALSE “SOLUZIONI”
Ora
gli stessi responsabili italiani ed europei dell'ecatombe in corso,
si affrettano ad annunciare “soluzioni”. Ma le “soluzioni”
sono tanto poco credibili quanto coloro che le propugnano.
“Blocco
navale davanti alle coste libiche” grida Salvini, “per respingere
l'invasione”. Questa “soluzione” significherebbe abrogare il
diritto di fuga e di asilo dei profughi di guerra, consegnandoli ai
loro aguzzini.
“ Azione di polizia internazionale, targata UE e ONU, davanti alle coste libiche, per istituire centri di identificazione e smistamento dei migranti” propone Renzi. Questa “soluzione” ipotizzata da ambienti del governo italiano, a prescindere da ogni problema di praticabilità, si scontra con un interrogativo elementare: quale sarebbe il criterio dello smistamento? Si dice che occorrerebbe distinguere tra “migranti economici” e profughi di guerra, i primi da respingere e i secondi da accogliere. Ma non è chiaro che il grosso del flusso è oggi fuga dalla morte? La verità è che si cerca il modo di bloccare la fuga dalla morte di masse umane disperate istituendo una barriera “legale” e “democratica” di respingimento. Potrebbe essere forse una “soluzione” per Renzi e i governi europei: si fa mostra di bloccare l'afflusso con argomenti “umanitari”, non si paga il prezzo d'immagine delle morti in mare, si contrasta la concorrenza elettorale dei Salvini di turno. Ma sarebbe una “soluzione” per i migranti quella di morire nel deserto, o di tornare nelle fauci delle proprie domestiche dittature, o di finire preda e trofeo del fascismo islamico dell'ISIS? Oppure di provare la fuga con mezzi e peripezie ancor più avventurose, ancor più ricattabili, ancor più costose in termini di sacrifici e di vite?
“ Azione di polizia internazionale, targata UE e ONU, davanti alle coste libiche, per istituire centri di identificazione e smistamento dei migranti” propone Renzi. Questa “soluzione” ipotizzata da ambienti del governo italiano, a prescindere da ogni problema di praticabilità, si scontra con un interrogativo elementare: quale sarebbe il criterio dello smistamento? Si dice che occorrerebbe distinguere tra “migranti economici” e profughi di guerra, i primi da respingere e i secondi da accogliere. Ma non è chiaro che il grosso del flusso è oggi fuga dalla morte? La verità è che si cerca il modo di bloccare la fuga dalla morte di masse umane disperate istituendo una barriera “legale” e “democratica” di respingimento. Potrebbe essere forse una “soluzione” per Renzi e i governi europei: si fa mostra di bloccare l'afflusso con argomenti “umanitari”, non si paga il prezzo d'immagine delle morti in mare, si contrasta la concorrenza elettorale dei Salvini di turno. Ma sarebbe una “soluzione” per i migranti quella di morire nel deserto, o di tornare nelle fauci delle proprie domestiche dittature, o di finire preda e trofeo del fascismo islamico dell'ISIS? Oppure di provare la fuga con mezzi e peripezie ancor più avventurose, ancor più ricattabili, ancor più costose in termini di sacrifici e di vite?
L'IPOCRISIA
DEI GOVERNI BORGHESI EUROPEI
La
verità è che i governi borghesi d'Europa, senza eccezione alcuna,
cercano una soluzione per sé, non per i migranti. Di fronte alla più
grande migrazione di massa del secondo dopoguerra, ogni regime
borghese cerca il massimo utile per gli interessi della propria
classe col minimo prezzo in termini di consenso. A questo sono
servite e servono le leggi anti migranti nella UE. Non hanno bloccato
la migrazione, perchè nessuna migrazione dalla fame e dalla morte
può essere bloccata. In compenso hanno trasformato la vita di grandi
masse di migranti in un inferno “clandestino” quotidiano, merce
ricattabile per il massimo profitto delle imprese, e per di più
oggetto di aggressioni xenofobe e concorrenze elettorali.
Oggi
la storia si ripete. Di fronte alla nuova tragica impennata del
flusso migratorio, per di più “incontestabile” trattandosi di
profughi, si cerca di mascherare il loro respingimento con argomenti
“umanitari” e persino “democratici” (lotta agli “scafisti
schiavisti”, ai possibili “terroristi” ISIS mascherati, alla
“tragedia delle morti in mare”). In realtà otterranno solo due
risultati: renderanno ancor più difficile e disperata la fuga,
accrescendo il rischio di morte. Creeranno una nuova leva di massa di
cosiddetti “clandestini” da sfruttare entro le proprie frontiere.
Quanto
agli accoglimenti “legali”, ridotti al minimo, ogni Stato
capitalistico cercherà di scaricare sull'altro il fardello dei
relativi costi di accoglienza (v. accordo di Dublino). E sicuramente
ridurrà al minimo, sotto ogni più elementare livello di decenza, i
“costi” di accoglienza della “propria quota”. Non senza
invereconde mangiatoie di sprechi e ruberie, gestite da cooperative
bianche e “rosse” sulla pelle dei migranti, ridotti ad appestati
senza diritti nei campi di detenzione senza colpa.
IL
CAPITALISMO NON SA RISOLVERE I PROBLEMI CHE CREA
Il
capitalismo è incapace di risolvere i problemi che esso stesso crea.
Questa è la lezione di fondo del dramma migratorio oggi. Le guerre
che attraversano il Medio Oriente e il Corno d'Africa; le convulsioni
tragiche dell'Africa sub sahariana, sono tutte effetto diretto o
indiretto della dominazione imperialista, dei suoi retaggi antichi,
delle sue più recenti rapine e scorrerie. La stessa barbarie
dell'ISIS è il sottoprodotto delle missioni militari “democratiche”
del passato decennio.
E
non si tratta solo di responsabilità militari. Le vetrine dell'Expo
a Milano mostreranno la ricchezza dell'offerta capitalistica del
cibo. Ma la fame cresce in Africa e in Asia, anche per effetto dello
spopolamento delle campagne, dell'accaparramento di terre fertili per
la produzione di biocombustibili, della desertificazione e siccità
crescente connessa anche ai cambiamenti climatici prodotti
dall'industrializzazione tossica del capitalismo. Le grandi
migrazioni di masse umane sono sempre state nella storia un riflesso
di disuguaglianze e contraddizioni planetarie. Così fu a fine 800 e
primo 900 nelle migrazioni europee verso le Americhe. Così è oggi
nelle grandi migrazioni africane e medio orientali in Europa.
La
differenza è che le stesse migrazioni prodotte dai crimini
imperialisti trovano oggi un Europa capitalistica in declino,
complessivamente stagnante, distruttrice di posti di lavoro e di
diritti dei propri proletari. E quindi un Europa ancor meno
“accogliente” dell'America di un secolo fa.
Dovrebbe essere una ragione in più perchè il movimento operaio europeo faccia quanto fece il movimento socialista americano del primo 900: una battaglia contro la xenofobia, contro le leggi anti migranti, per la fratellanza tra gli sfruttati e gli oppressi al di là di ogni confine e bandiera.
Dovrebbe essere una ragione in più perchè il movimento operaio europeo faccia quanto fece il movimento socialista americano del primo 900: una battaglia contro la xenofobia, contro le leggi anti migranti, per la fratellanza tra gli sfruttati e gli oppressi al di là di ogni confine e bandiera.
PER
UNA SOLUZIONE SOCIALISTA DEL DRAMMA MIGRATORIO
No
ai respingimenti, aperti o mascherati, dei migranti.
Per
un piano di accoglienza dignitosa dei migranti, a partire dai
profughi, su scala europea.
Per
una libera circolazione dei migranti in Europa.
Cancellazione
delle leggi anti migranti, in ogni paese e su scala europea. A parità
di diritti parità di lavoro, tra lavoratori europei e migranti.
Ripartizione
fra tutti del lavoro esistente, con la riduzione dell'orario di
lavoro a parità di paga. A vantaggio dei lavoratori europei e
migranti.
Piano
del lavoro, in ogni paese e su scala europea, per opere sociali,
finanziato dalle grandi ricchezze. A vantaggio dei lavoratori europei
e migranti.
Requisizione,
in ogni paese, dei grandi patrimoni immobiliari, per dare reale
diritto di abitazione a lavoratori europei e migranti.
Altro
che balbettii “umanitari” delle sinistre riformiste
europee!
Solo un governo dei lavoratori, in ogni paese e su scala europea, può seriamente affrontare la tragedia migratoria nell'interesse comune degli sfruttati.
Solo un governo dei lavoratori, in ogni paese e su scala europea, può seriamente affrontare la tragedia migratoria nell'interesse comune degli sfruttati.
Solo
gli Stati Uniti Socialisti d'Europa possono incoraggiare in tutti i
continenti la lotta e ribellione degli sfruttati contro la
dominazione del capitalismo e dell'imperialismo.
Per
recidere alla radice la causa stessa dell'emigrazione.
“Solo
la rivoluzione cambia le cose”. Vale anche per i migranti.