venerdì 12 giugno 2015

IL PC DI MARCO RIZZO: NEL NOME DI STALIN
11 Giugno 2015
stalinocoglione
Il PC di Marco Rizzo ha sentito il bisogno di convocare a Firenze per questo fine settimana un convegno di “formazione” così intitolato: “I trotskisti, se li conosci li eviti”. Non è uno scherzo. E' vero. 
Potremmo dire che quel titolo rivela una deviazione dall'ortodossia, Stalin i trotskisti non li “evitò” affatto. Proprio perchè “li conosceva”, proprio perchè ne conosceva la fedeltà al bolscevismo e alla rivoluzione d'Ottobre, ne promosse l'annientamento fisico in URSS e, ovunque possibile, fuori dall'URSS. Combinando torture, lavori forzati, rivoltellate alla nuca, sterminio di figli e parenti, tonnellate di falsificazioni e calunnie, sino a fare di Stalin il più grande persecutore e assassino di comunisti del 900, nell'interesse della burocrazia dominante e dei suoi privilegi. Ma forse i professori invitati al convegno di Rizzo spiegheranno ai presenti che tutto ciò “non è vero”, che è solo “propaganda dell'imperialismo e dei suoi agenti trotskisti”. Oppure spiegheranno che sì è tutto vero, ma solo perchè i trotskisti erano “i complici di Hitler”, come diceva il grande Padre dei Popoli mentre trucidava la rivoluzione spagnola a beneficio.. del Generale Franco. Non sappiamo. Sappiamo solo per certo che i nipotini in sedicesimo di Stalin non possono più permettersi i crimini del Padre: dunque i trotskisti nel migliore dei casi possono solo... “evitarli”, ed è un bene per loro.
Per il resto, rendiamo omaggio alla coerenza. Sfrondato da aspetti grotteschi, il rizzismo è stato ed è una eredità fedele dello stalinismo, ed in particolare del suo governismo. Tra i dirigenti della sinistra cosiddetta “radicale” degli ultimi 20 anni, Marco Rizzo è quello che più di ogni altro ha condiviso le responsabilità di governo del capitalismo italiano. Tra il 96 e il 98, dagli scranni parlamentari come deputato di Rifondazione, ha votato le finanziarie di lacrime e sangue per “entrare nell'Euro”, il record di privatizzazioni di tutta l'Europa continentale, i campi di detenzione per i migranti. Nel 98, assieme a Cossutta e Diliberto, scisse da destra Rifondazione per fondare il PDCI e sostenere il governo D'Alema , la parificazione tra scuola pubblica e privata, i bombardamenti criminali su Belgrado: sino a schierarsi persino all'interno del PDCI come il dirigente più filo governativo. Infine tra il 2006 e il 2008 ha condiviso con qualche brontolio il secondo governo Prodi, e dunque le nuove missioni militari e la detassazione verticale dei profitti. In tutto dunque sei anni complessivi di condivisione delle politiche padronali contro il lavoro, e delle politiche imperialiste contro i popoli oppressi. Sempre in prima fila nel sostenere la vecchia concezione staliniana dell'alleanza con la “borghesia democratica” (DS e PD) contro la Destra (Berlusconi), sempre in prima fila nel polemizzare contro gli “estremisti trotskisti” immancabilmente annidati in ogni dove. Un monumento di marmo. 
Poi accadde che fu espulso dal PDCI per aver dato del “massone” a Diliberto, dopo una breve lotta interna fratricida. E in quel momento Rizzo si immaginò per una breve stagione come federatore di ciò che stava a sinistra di PRC e PDCI, ormai suicidatisi. Tra il 2008 e il 2009 scoprì addirittura che i trotskisti erano in fondo “bravi ragazzi con idee sbagliate”, ma che avrebbero potuto espiare il proprio peccato se avessero accettato di federarsi attorno a Marco Rizzo: in fondo sarebbe stato sufficiente dirsi “comunisti” e basta, “senza tanti distinguo superati dalla storia”. Ma dopo aver verificato che non era aria, perchè i trotskisti non erano sul mercato, riscoprì rapidamente il proprio inflessibile stalinismo e “antitrotskismo”. Fu il momento del gemellaggio col KKE greco. Un partito stalinista che aveva persino governato con la Destra greca nel 1989 e poi si era rifatto una verginità a sinistra apparve a Rizzo un gemello perfetto (al di là delle proporzioni). Da allora inizia la terza stagione del rizzismo, quella che dello stalinismo simula, in formato povero, il corso burocratico “ultrasinistro” del 29/33: “la socialdemocrazia sorella del fascismo”, “riformisti o fascisti pari sono”. In Grecia è la politica di divisione sistematica del movimento operaio greco, con la pratica delle manifestazioni separate di partito, fuori e contro la dinamica di massa: una politica che ha fatto le fortune della socialdemocrazia di Syriza, contro la rivoluzione greca. In Italia il mini scimmiottamento del KKE non va al di là di un po' di coreografia di simboli ai margini delle manifestazioni: la pochezza irrilevante del partito di Rizzo rende irrilevanti anche i suoi danni. 
Ma tant'è, nonostante tutto, sentono il bisogno di formare i propri seguaci contro i “trotskisti”. Il convegno a Firenze è sintomatico. E' in fondo la prova che, anche volendo, i trotskisti non li possono affatto “evitare”. La presenza e consolidamento del PCL sul piano nazionale, con un radicamento e diffusione incomparabilmente superiore, diventa un problema non aggirabile per gli stalinisti e le loro piccole ambizioni. Come lo è il rilancio del marxismo rivoluzionario in settori d'avanguardia della giovane generazione. La propaganda stalinista contro il trotskismo venti anni dopo che la burocrazia stalinista ha venduto l'URSS al capitalismo, è la riprova indiretta che si può negare la verità, ma non si può rimuoverla. La sua memoria bussa sempre alla porta e non si può cacciarla. Neppure con l'aiuto di qualche mal capitato “professore”.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI