LETTERA
APERTA ALLE SINISTRE VENEZIANE
COSTRUIAMO
L’OPPOSIZIONE ALLA GIUNTA BRUGNARO
21 giugno 2015
Luigi Brugnaro, l’unico “renziano” della
città come ha detto a Matteo Renzi, è stato eletto al secondo turno,
sconfiggendo il candidato di centrosinistra e del PD Felice Casson. Un voto non
plebiscitario, anzi minoritario, infatti, l’astensionismo ha superato il 50%
degli aventi diritto.
La sinistra riformista (SEL, SINISTRA VENETA,
PRC), dopo aver perso ogni autonomia politica nei confronti del centro liberale
e borghese (PD), è stata cancellata, viste le percentuali, dalla rappresentanza
comunale.
Dopo decenni di giunte di centrosinistra, la
trasversalità, la sussidiarietà curiale, le privatizzazioni, la corruzione, lo
scandalo Mose, le politiche di lacrime e sangue del Commissario Zappalorto
contro i lavoratori e le masse popolari alla fine la città di Venezia sarà
governata dalle destre: questa volta in autonomia, da soli, anche se la
trasversalità potrebbe rientrare dalla finestra, considerata la proposta del
Sindaco Brugnaro al PD renziano: “datemi un nome e vi do un assessorato”.
Luigi Brugnaro, imprenditore, uomo di
Confindustria, “umanamente” sfruttatore di precari, si definisce trasversale
alle aree politiche (né di destra, né di sinistra), categorie ritenute del
passato: questo fingersi sopra le parti, questo rivolgersi al popolo senza
distinzione di classe, significa, come sempre, rappresentare l'interesse della
classe borghese dominante. Una posizione tipica delle destre populiste
reazionarie.
Brugnaro è stato candidato al primo turno da
Forza Italia e Nuovo Centrodestra e, al secondo turno, è stato sostenuto da
altri esponenti e partiti di destra: Gian Angelo Bellati che rappresentava la
Lega Nord e Francesca Zaccariotto, ex esponente dalla Lega ed ex presidente
della Provincia, a capo di una coalizione con Fratelli d’Italia e una lista
civica. Queste forze politiche, queste destre, esprimono interessi materiali
(di gruppi finanziari, industriali, commercianti, albergatori, studi
professionali).
Il M5S non si è espresso tra i due turni, ma
rappresenta le stesse culture liberiste e razziste delle destre (si vedano, tra
l’altro, le ultime dichiarazioni di Grillo, in cui accostava gli immigrati
clandestini ai topi e all'immondizia) e, di fatto, gli stessi interessi
capitalistici.
I poteri forti della città, le categorie di
interesse, già cominciano a manifestare al Sindaco le loro richieste che
confliggono con gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, con la
salvaguardia del patrimonio artistico e storico della città, con la
salvaguardia dell’ambiente…
Le prime mosse del Sindaco esprimono la
natura della Giunta in preparazione: un governo padronale, reazionario,
razzista, xenofobo.
Brugnaro ha preso le prime «misure» del
Palazzo. Gian Angelo Bellati, candidato sindaco della Lega e delle liste
civiche, si è dimesso dal Consiglio comunale. Un gesto che preludeva a un
incarico «tecnico» per il segretario di Unioncamere: nuovo direttore generale
del Comune. Bellati sembra che abbia rinunciato all'incarico perché
insoddisfatto del compenso, troppo basso secondo i suoi standard. In ogni caso
i lavoratori e le lavoratrici del Comune, le RSU e i loro sindacati sono
avvisati, dovranno confrontarsi con un Direttore dal profilo padronale.
Subito dopo, il Sindaco ha “scritto al
prefetto dicendo che Venezia da oggi non dà più disponibilità di posti per
accogliere migranti". Un’azione razzista, espressione del fascioleghismo
dilagante.
Il Partito Comunista dei Lavoratori in questa
campagna elettorale amministrativa ha lottato per la presenza di un punto di
vista di classe, indipendente dalle forze borghesi, di centrodestra e
centrosinistra, presentando un proprio candidato, una propria lista e un
programma comunista e rivoluzionario.
La nuova Giunta Brugnaro è già in marcia
contro i lavoratori e le masse popolari, i migranti e le comunità oppresse,
come i Rom e i Sinti.
Ancora una volta la strategia del “meno
peggio” si è dimostrata fallimentare: rinunciando a costruire una vera
opposizione della classe lavoratrice ai governi delle forze padronali,
preferendo allearsi con la presunta “borghesia democratico-progressista”, le
forze della sinistra riformista hanno consentito alle destre reazionarie di
spacciarsi per alternativa agli occhi del popolo lavoratore. Le conseguenze,
ossia il collasso di quelle stesse forze della sinistra riformista e la salita
al governo delle destre (il tanto temuto “peggio”, che alla fine è arrivato)
erano facilmente prevedibili.
Il PCL, in questo mutato contesto, si rivolge
nuovamente alle forze della sinistra politica, sociale, sindacale e di
movimento proponendo loro di rompere finalmente con le forze borghesi e
liberali (PD), vere responsabili della catastrofe, e di costruire un fronte
unico di lotta anticapitalista e di ferma opposizione. Non siamo presenti in
Consiglio comunale, ma possiamo costruire nei posti di lavoro e nelle piazze un
argine e un'opposizione alle politiche liberiste. Possiamo contrastare la
xenofobia, il razzismo e il fascioleghismo dilagante. Solo con un fronte unico
possiamo difendere con più forza i diritti democratici, i servizi pubblici, i
diritti e i salari dei lavoratori, nativi e migranti, le masse popolari e le
comunità oppresse. Solo con il fronte unico possiamo sconfiggere le destre.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) di Venezia