MUSEI CIVICI VENEZIA: LA
MOBILITAZIONE CONTINUA
Dopo gli scioperi del 29 e 30 luglio, terzo giorno di
sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici dei servizi in appalto dei musei
civici veneziani. I lavoratori e le lavoratrici difendono i posti di lavoro, i
diritti sindacali e contrattuali in vista del prossimo cambio d’appalto
previsto per la primavera del 2017. Lo
sciopero, come nei giorni precedenti, ha avuto un evidente successo, con una
presenza combattiva in piazza, malgrado il clima intimidatorio che si vive nei
posti di lavoro.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno manifestato in corteo con le loro
bandiere, gli slogan e i volantini da Rialto a Piazzale Roma spiegando le
ragioni dello sciopero. I manifestanti chiedono che la Fondazione Musei Civici e
il Comune di Venezia si impegnino per iscritto che per il prossimo appalto le
condizioni dei lavoratori non dovranno cambiare. «Non si tratta soltanto di aggiungere la clausola sociale», hanno
detto Donatella
Ascoli ed Enrico Pellegrini, dirigenti e delegati della
tendenza classista in CGIL, Opposizione CGIL, «ma di individuare una formula affinché non riducano le ore di lavoro,
non ci facciano un contratto con il Job Acts e non lascino che chi vince il
prossimo appalto possa decidere chi assumere e chi no».
La controparte dei lavoratori
se sul terreno nazionale è il padronato e il governo, sul terreno locale sono
la Giunta Brugnaro, Fondazione Musei Civici, le Cooperative, le Aziende in
appalto: quanto si è verificato alla Biennale, che quest’anno ha bandito un
concorso per individuare nuove figure professionali, non rinnovando i
precedenti guardasala, è un grave precedente che va sconfitto con la lotta e la
mobilitazione.
La
burocrazia sindacale dirigente della CGIL ha subito la mobilitazione, mentre CISL
e UIL, tradendo gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, si sono dissociate
apertamente dalla mobilitazione con una vergognosa nota: «Critichiamo le
modalità di condotta e le scelte unilaterali di alcuni delegati che (...)
contrastano con le linee delle segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil che, a
prescindere dalla rappresentatività, condividono sempre ogni decisione».
Intanto le lavoratrici e i lavoratori, coscienti della durezza dello scontro, hanno aperto una cassa di resistenza per poter proseguire la mobilitazione e la lotta.
Intanto le lavoratrici e i lavoratori, coscienti della durezza dello scontro, hanno aperto una cassa di resistenza per poter proseguire la mobilitazione e la lotta.
Il PCL sostiene la lotta dei
lavoratori e delle lavoratrici e auspica il più largo fronte unitario di classe
a difesa dell’occupazione, dei diritti sindacali e contrattuali, di migliori
condizioni di lavoro, contro il governo, locale e nazionale, e il padronato,
comprese le aziende cooperative.