venerdì 15 aprile 2011

PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA! PER UN VERO SCIOPERO GENERALE! CONTRO IL GOVERNO E IL PADRONATO! CONTRO LA GUERRA COLONIALE IN LIBIA!



PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA!
PER UN VERO SCIOPERO GENERALE!
CONTRO IL GOVERNO E IL PADRONATO!
CONTRO LA GUERRA COLONIALE IN LIBIA!


L'Unione europea per stabilizzare i conti delle banche, soprattutto tedesche e francesi, ha imposto una politica di massacro sociale che dopo essere stata applicata ai lavoratori e alle masse popolari della Grecia, verrà applicata anche in Irlanda, Portogallo, Spagna e, domani, in Italia. Il patto di stabilità per ridurre il debito pubblico, oltre a portare le pensioni a 67 anni, smantellerà quanto rimane delle protezioni sociali e sanitarie, dei contratti collettivi e dei diritti sindacali.

L'Unione europea, e con essa l’Italia, dopo aver giustificato per motivi umanitari la guerra imperialista in Libia, si rifiuta di accogliere civilmente, a differenza della piccola Tunisia, poche migliaia di profughi.

Il 9 aprile scorso una grande manifestazione di lavoratori, convocata dalla Confederazione europea dei sindacati, si è svolta a Budapest dove è stata messa sotto accusa tutta la politica dell’Unione europea.

In Italia il governo delle destre e il padronato, con il sostegno di Cisl, Uil e Ugl marciano a ranghi serrati per distruggere i diritti e le tutele del lavoro salariato, pubblico e privato. L'offensiva di Marchionne è dilagata in tutta la contrattazione, il contratto nazionale è travolto. Le forze politiche del centro liberale (Pd, Idv) e della destra reazionaria (Pdl e Lega Nord) hanno sostenuto l’offensiva padronale e l'intervento militare in Libia, mentre continua la guerra in Afghanistan.

La segretaria generale della CGIL, dopo aver sostenuto la guerra, ha mantenuto il dialogo, gli incontri e le cene con la presidente di Confindustria. Questa porta all'incasso 83 contratti firmati anche dalla CGIL su 89 nel segno dell'accordo separato del gennaio 2009 sul sistema contrattuale.

I metalmeccanici, i lavoratori pubblici, i lavoratori del commercio, sette milioni di lavoratori dipendenti, sono sotto il regime dell'accordo separato e subiscono i tagli a salari, diritti e tutele sindacali.

La burocrazia dirigente della CGIL, dopo aver sottoscritto gli ultimi accordi sulla flessibilità, e sulla detassazione dei premi aziendali, ha emesso un documento sulla riforma del sistema contrattuale che accoglie negli assi centrali quanto sottoscritto separatamente da governo, padronato e sindacati complici nel 2009. Un documento evidentemente funzionale a rientrare nel gioco corporativo con Governo, Confindustria, Cisl, Uil, Ugl e negli Enti bilaterali.

Lo sciopero generale del 6 maggio è stato proclamato dalla segreteria nazionale della CGIL senza convinzione e senza una adeguata preparazione, in ogni caso in assoluta continuità con gli scioperi degli anni precedenti: contro il governo, ma non contro il padronato, e di appena quattro ore; anche se alcune Camere del Lavoro e le categorie centrali li hanno estese a otto ore. E’ evidente che nelle intenzioni della Camusso lo sciopero deve servire ad esercitare una pressione finalizzata al pieno rientro della burocrazia dirigente sindacale nel quadro concertativo, collaborativo e corporativo.

Il documento sulla riforma contrattuale predisposto dalla segreteria della CGIL deve essere contrastato a fondo da una vera sinistra sindacale, dai delegati, dai lavoratori e dalle lavoratrici a partire dai luoghi di lavoro, fino al ritiro definitivo. Per questo salutiamo con favore e chiediamo l'estensione a tutto il Paese della decisione della Camera del Lavoro di Bologna di manifestare separatamente dai sindacati complici il Primo Maggio, perché questo ritrovi la sua natura di giornata di lotta e internazionalista, a partire dalla lotta contro la guerra e in solidarietà con la rivoluzione araba.

I lavoratori e le lavoratrici si trovano a un bivio: o emerge la forza del lavoro o vince la forza del padrone. La mobilitazione del 6 maggio deve trasformarsi in un vero sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, dei pensionati, delle donne, dei precari e degli studenti in una logica di azione continuativa, radicale e di massa, capace di piegare il padronato e il governo.

E' necessaria una piattaforma sindacale unificante che coniughi difesa dei diritti democratici e delle tutele sindacali, lotta al precariato, difesa del salario e delle pensioni, lotta contro il razzismo e la xenofobia, lotta contro la guerra e solidarietà internazionalista.

Lo sciopero deve essere combinato con il blocco degli straordinari, con l’occupazione delle aziende che licenziano o violano i diritti sindacali, con la rivendicazione della nazionalizzazione delle aziende in crisi e che licenziano i lavoratori, senza indennizzo e sotto controllo operaio.

Il PCL di fronte alla barbarie capitalista e al degrado politico e morale della borghesia e dei suoi governi indica nel governo dei lavoratori e nel socialismo l’unica reale alternativa.