GOVERNO RENZI: CONFINDUSTRIA E CENCELLI.
La
composizione del governo Renzi riflette la sua natura.
La
confezione d'immagine giovanilista e femminile avvolge un governo di
garanzia per i poteri forti, dalle banche alla Confindustria alle
cooperative, sullo sfondo di un compromesso “democristiano” con
tutti gli attori in commedia (Napolitano, Alfano, Berlusconi, e le
diverse componenti del PD).
La
vocazione populista di Renzi convive col manuale Cencelli.
L'equilibrio
è delicato. La navigazione del governo non sarà semplice e la sua
durata è un'incognita. Certa invece è la rotta: la costruzione di
una Terza Repubblica contro i lavoratori, fondata su una legge
elettorale reazionaria e su una governabilità più stabile ed agile
della rapina sociale, per conto dei capitalisti e dei banchieri.
Al
servizio di questo progetto Matteo Renzi proverà a mettere tutto il
proprio capitale d'immagine. Il populismo confindustriale è la cifra
della sua politica. A differenza di Monti e tanto più di Letta,
Renzi non “dipende” da Napolitano. Coltiva la “smisurata
ambizione” di un proprio progetto di sfondamento. Il nuovo governo
non è più “il governo del Presidente”, ma il governo del
Premier Renzi, seppur in in un quadro ancora contraddittorio e
incompiuto.
Di
certo le aperture di credito a Renzi, in questi mesi, da parte di
Vendola e Landini si sono rivelate un inganno, e un aiuto obiettivo
alla scalata del renzismo contro il movimento operaio e la sinistra.
E'
ora che tutte le sinistre, politiche e sindacali, costruiscano
un'opposizione di classe, unitaria, radicale e di massa, al nuovo
governo della borghesia italiana, per creare le condizioni di
un'alternativa dei lavoratori.