sabato 1 marzo 2014

I PRIMI CONGRESSI TERRITORIALI DELLA CGIL DI VENEZIA 
La determinazione della tendenza classista
I congressi di base delle categorie si sono conclusi il 21 febbraio con un buon risultato per la tendenza classista della CGIL che ha presentato ai lavoratori, alle lavoratrici e ai pensionati il documento classista “il sindacato è un'altra cosa”. I risultati ufficiali (ma non condivisi dalla tendenza classista in sede di commissione di garanzia congressuale sia per mancanza di certificazione del voto che per partecipazioni inverosimili, fino al 100% degli iscritti, in alcune categorie e luoghi di lavoro, ed altro ancora!) assegnano al documento classista, dove è stato possibile presentarlo dal relatore indicato dalla tendenza, le seguenti percentuali: FP 7,4%, FIOM 6,2%, FILCAMS 3,4%, PENSIONATI 1,67%.
In alcuni posti di lavoro significativi il documento classista ha avuto un risultato notevolmente superiore alla media: Fincantieri di Marghera 47,2%, Ospedale all'Angelo di Mestre 22%, all'Ospedale Civile Giovanni e Paolo di Venezia il 18%, Comune di Mira (amministrata dalla destra grillina) 36,3%, Provincia di Venezia 33,3%, Cooperativa Ancora, sede di un lunga vertenza e di costituzione di un comitato di lotta, 32,3%, Musei Civici di Venezia 97%, Coop di Murano 57,1%, Carrefur di Marcon 77,8%. In tutti i luoghi di lavoro in cui il rappresentante del secondo documento ha potuto esporre la mozione e controllare il risultato attraverso il presidio del seggio elettorale la tendenza classista si è affermata ricevendo un forte sostegno dai lavoratori, dalle lavoratrici e dai pensionati.
A questi dati bisogna aggiungere il risultato significativo della FLC in cui il documento classista ottiene il 2,8% malgrado l'assenza del relatore del 2° documento congressuale nei congressi di base. 

La tendenza classista ha ottenuto ufficialmente a livello provinciale, sommando i risultati di tutte le categorie, il 3% dei consensi (560 voti veri), mentre il documento della burocrazia dirigente il 97% (18051 voti gonfiati), su 71222 di iscritti totali alla CGIL di Venezia. Si tratta, con ogni evidenza, di una sottostima della forza della tendenza classista e di una sovrastima della forza della burocrazia dirigente che per ottenere quel risultato ha dovuto gonfiare, attraverso un uso antidemocratico dei seggi, la partecipazione al voto degli iscritti (per esempio la Filctem risulta avere avuto ufficialmente una partecipazione al voto ai congressi di base del 93%, ed altri esempi potrebbero essere fatti per tutte le categorie, quando la partecipazione reale al voto in tutte le categorie degli attivi non ha superato il dato reale del 15-20%, nei pensionati la partecipazione reale non ha raggiunto le due cifre).
I primi congressi provinciali di categoria svoltisi questa settimana (FILCAMS e FP) hanno visto i delegati della tendenza classista sostenere le proprie motivazioni con serietà, coerenza e combattività.
I militanti del PCL, impegnati nel lavoro sindacale, si sono distinti per coerenza e determinazione marxista rivoluzionaria, cioè trotskista e leninista, nella battaglia congressuale. Lo stesso non si può dire di formazioni centriste di orientamento bordighista (Lotta Comunista, Che Fare), ma anche di altre piccole formazioni staliniste, che invece hanno sostenuto il documento che raggruppa tutta la burocrazia sindacale dirigente e che presenta come primo firmatario la segretaria generale, Susanna Camusso.
Gli ordini del giorno alternativi presentati dalla tendenza classista ai congressi di categoria, come nel caso della FP, o la presentazione di un candidato segretario alternativo, come nel caso della FILCAMS, hanno ottenuto un consenso superiore ai delegati espressi dalla tendenza nella platea congressuale in base ai risultati ufficiali (due delegati del doc. 1 si sono aggiunti al voto dei delegati del doc 2 sull'ordine del giorno alternativo in FP CGIL, mentre il candidato segretario alternativo alla FILCAMS ha ottenuto l' 11,5% ben superiore al dato percentuale ufficiale in categoria). Un fatto significativo e che rappresenta un buon inizio per la costruzione della tendenza classista in CGIL (nella foto potete vedere la copertina del libro che tratta del primo tentativo, dopo il fascismo, di costruzione di una tendenza classista nella CGIL negli anni 1943-44 e che vedevano anche all'ora in prima fila i militanti marxisti rivoluzionari, tra cui Nicola Di Bartolomeo), che come abbiamo scritto nel nostro giornale rappresenta una importante forza ausiliaria per la rivoluzione socialista.
PCL Venezia, Sezione Pietro Tresso (Blasco)
Di seguito l'ordine del giorno alternativo presentato dai delegati del documento “il sindacato è un'altra cosa” al congresso provinciale della FP CGIL di Venezia
ORDINE DEL GIORNO, CONGRESSO FP CGIL VENEZIA
Venezia, 28 - 29 Febbraio 2014
I sottoscritti sostenitori del documento congressuale “il sindacato è un'altra cosa” ritengono necessario a conclusione del congresso della FP CGIL di Venezia sottoporre all'attenzione dei compagni e delle compagne una mozione alternativa.
Il nostro giudizio sull'accordo sul testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio, nel mezzo del percorso congressuale, è estremamente negativo. L'accorso prevede sanzioni per quei delegati che utilizzano l'arma dello sciopero per difendere i salari, i diritti e le tutele dei lavoratori e delle lavoratrici. La discussione su quest'accordo non solo non c'è stata, ma è stato impedito fisicamente ad alcuni delegati e dirigenti della CGIL, come nel caso dell'assemblea di Milano del 14 febbraio, di prendere la parola per spiegare le ragioni di chi si oppone a questa ennesima sconfitta. Un fatto che giudichiamo grave e lesivo dei diritti democratici della minoranza. Le stesse modalità di svolgimento della consultazione sull'accordo, approvate dal Direttivo Nazionale, non garantiscono una consultazione democratica e trasparente dei lavoratori e lavoratrici interessati. Quindi per questioni di merito e di metodo non riteniamo accettabile le modalità di consultazione e riteniamo necessario ed urgente che la CGIL ritiri la firma da quel testo.
Nel nostro territorio, la crisi capitalistica, emersa sotto forma di crisi finanziaria nel 2008, dopo cinque anni perdura nei sui effetti con ristrutturazioni, chiusure aziendali e licenziamenti. Dall'inizio della crisi sono oltre 1330 le aziende nella provincia che hanno avviato una procedura di crisi aziendale con l'utilizzo della cassa integrazione, la mobilità e i licenziamenti. Il numero di lavoratori attualmente coinvolti sono circa 40.000. Nel 2013 c'è stato un'ulteriore crescita del 65% del numero di procedure di crisi aziendali e, secondo i dati forniti dagli Enti preposti, nel 2014 non sembra profilarsi un miglioramento del quadro economico e sociale.
Le politiche economiche di austerity (Pareggio di bilancio, Fiscal compact, Patto di stabilità, Spending review) imposte dalla Troika (UE, FMI, BCE) sono state applicate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni (Berlusconi, Monti, Letta e saranno ulteriormente approfondite dal governo Renzi) con la fattiva collaborazione dei governi locali di ogni colore. Queste politiche hanno colpito nei salari, nei diritti e nelle tutele i lavoratori e le lavoratrici peggiorando le loro condizioni di lavoro; le condizioni di vita delle masse popolari e dei pensionati attraverso l'esternalizzazione e la privatizzazione dei servizi, il taglio delle prestazioni, l'aumento delle tariffe e dei ticket.
Un piano inclinato che coinvolge i lavoratori di tutto il comparto della pubblica amministrazione, dopo anni di mancato rinnovo contrattuale, con grave perdita del potere d'acquisto dei salari, e per gli effetti della legge Brunetta.
Attraverso il patto di stabilità si inducono i Comuni a svendere i loro patrimoni immobiliari, a privatizzare i servizi pubblici, dall'acqua, ai trasporti, ai rifiuti, favorendo speculatori, clientele e la stessa penetrazione nel territorio delle aziende mafiose.
Il Comune di Venezia non è estraneo a questo indirizzo: svendita del patrimonio edilizio, processi di privatizzazione, taglio dei servizi di trasporto, smantellamento dell'assistenza domiciliare (vedi vertenza cooperativa Ancora). I dipendenti del Comune di Venezia, dopo lo sforamento del patto di stabilità, pagano per scelte di cui non hanno nessuna responsabilità, rischiando il taglio netto dei contratti integrativi, degli straordinari, dei progetti, quindi del salario; mentre i precari perdono il posto di lavoro rendendo impossibile, anche aumentando il carico di lavoro di chi resta, garantire l'erogazione dei servizi.
I dipendenti della Provincia di Venezia, dopo la decisione dei diversi governi tecnici, di larghe e piccole intese, di procedere alla chiusura e allo smantellamento delle provincie, vivono una condizione di incertezza, mentre non è ancora chiaro come verranno garantite i servizi attualmente assicurati da questo Ente pubblico che si è deciso di smantellare.
I processi di esternalizzazione e privatizzazione interessano anche le strutture ospedaliere e le Aulss della nostra provincia. Nell'Aulss 10 di San Donà di Piave il servizio mensa verrà esternalizzato e privatizzato, ma gli esempi potrebbero continuare. I project financing (sistema elogiato prima dell'inaugurazione dell'Ospedale all'Angelo da Livia Turco, ministro del governo Prodi) sono ormai lo strumento consolidato della privatizzazione e della speculazione finanziaria.
Le stesse IPAB sono a rischio di privatizzazione attraverso la loro trasformazione in Fondazioni, mentre le condizioni di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici in queste strutture sono in netto peggioramento. La loro condizione è, come espresso nelle assemblee di base, di paura e di ricatto.
In questo quadro i lavoratori delle cooperative sociali sono quelli che presentano una situazione possibilmente ancora più grave, non hanno neppure la certezza di avere una busta paga appena leggibile. La stessa condizione di socio lavoratore è peggiore di quella del dipendente. E' ora che la FP GCIL si attivi per permettere la libera scelta del lavoratore fra essere socio o semplice dipendente.,quantomeno ad imporre alla cooperativa lo stesso trattamento contrattuale dei lavoratori dipendenti anche per i soci lavoratori. E' ora che la CdL e la FP attivino uno sportello per la lettura delle buste paga. Un servizio che deve caratterizzarsi per serietà e competenza.
Le politiche economiche intese a svalutare il lavoro salariato, a privatizzare i servizi pubblici subiranno una accelerazione e una approfondimento con l'implementazione del Fiscal compact (taglio di 40 miliardi ogni anno per venti anni). La FP CGIL e la CdL di Venezia devono attrezzarsi programmaticamente e organizzativamente per difendere e tutelare i lavoratori e le lavoratrici colpiti dalla crisi capitalista e dalle politiche di austerity.
La FP CGIL e la CdL devono aprirsi ai lavoratori, favorire i processi di coordinamento dei lavoratori, delle RSU e delle RSA, a livello aziendale e territoriale, tra i diversi comparti del lavoro pubblico e privato. E' necessario favorire e stimolare la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici all'elaborazione, al voto cosciente e vincolante sulle piattaforme contrattuali a tutti i livelli e in tutti i passaggi delle trattative.
La CGIL deve sostenere i Comitati di lotta che nascono nei luoghi di lavoro, aprendo le proprie strutture e fornendo le proprie attrezzature per l'autorganizzazione dei lavoratori. I Comitati di Lotta se coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici, iscritti e non iscritti ai sindacati, a tutti i sindacati, se si organizzano democraticamente e rispondono alla assemblea dei lavoratori del posto di lavoro, se si coordinano trasversalmente e verticalmente, rappresentano uno strumento importante di unificazione e di mobilitazione nel nuovo quadro economico e sociale.
La FP CGIL e la CdL devono operare per unificare le vertenze attualmente frantumate ed isolate nei diversi posti di lavoro, attraverso un piattaforma unificante che tenga conto dei bisogni immediati (lavoro, salario, stabilità lavorativa, dignità) dei lavoratori e delle lavoratrici dei diversi comparti in cui è diviso il lavoro salariato, i precari, i migranti e i disoccupati. La FP CGIL deve opporsi ai processi di privatizzazione ed avanzare nel corso della lotta la rivendicazione della pubblicizzazione, sotto controllo dei lavoratori e sociale, dei servizi privatizzati in questi anni o in corso di privatizzazione. Solo la natura pubblica dei servizi può garantire ai lavoratori e alle masse popolari servizi accessibili e di qualità. Questa deve essere la direzione di marcia del sindacato. Un sindacato che deve ritornare ad essere indipendente (dallo stato, dal padronato e dai loro governi e partiti), democratico e classista, quindi conflittuale e di lotta.
I delegati e le delegate del 2° documento congressuale “il sindacato è un'altra cosa”.