I PRIMI CONGRESSI
TERRITORIALI DELLA CGIL DI VENEZIA
I congressi di base delle
categorie si sono conclusi il 21 febbraio con un buon risultato per
la tendenza classista della CGIL che ha presentato ai lavoratori, alle
lavoratrici e ai pensionati il documento classista
“il sindacato è un'altra cosa”. I
risultati ufficiali (ma non condivisi dalla tendenza classista in
sede di commissione di garanzia congressuale sia per mancanza di
certificazione del voto che per partecipazioni inverosimili, fino al
100% degli iscritti, in alcune categorie e luoghi di lavoro, ed altro ancora!)
assegnano al documento classista, dove è stato possibile presentarlo dal relatore indicato dalla tendenza,
le seguenti percentuali: FP 7,4%, FIOM 6,2%, FILCAMS 3,4%, PENSIONATI
1,67%.
In
alcuni posti di lavoro significativi il documento classista ha
avuto un risultato notevolmente
superiore alla media:
Fincantieri di Marghera 47,2%, Ospedale all'Angelo di
Mestre 22%, all'Ospedale Civile Giovanni e Paolo di Venezia il 18%,
Comune di Mira (amministrata dalla destra grillina) 36,3%, Provincia
di Venezia 33,3%, Cooperativa
Ancora, sede di un lunga vertenza e di costituzione di un comitato di
lotta, 32,3%, Musei Civici di Venezia 97%, Coop di Murano 57,1%, Carrefur di Marcon 77,8%. In tutti i luoghi di lavoro in cui il rappresentante del secondo
documento ha potuto esporre la mozione e controllare il risultato
attraverso il presidio del seggio elettorale la tendenza classista si
è affermata ricevendo un forte sostegno dai lavoratori, dalle
lavoratrici e dai pensionati.
A
questi dati bisogna aggiungere il risultato significativo della FLC in
cui il documento classista ottiene il 2,8%
malgrado l'assenza del relatore del
2° documento congressuale nei congressi di base.
La tendenza classista ha ottenuto ufficialmente a livello provinciale, sommando i risultati di tutte le categorie, il 3% dei consensi (560 voti veri), mentre il documento della burocrazia dirigente il 97% (18051 voti gonfiati), su 71222 di iscritti totali alla CGIL di Venezia. Si tratta, con ogni evidenza, di una sottostima della forza della tendenza classista e di una sovrastima della forza della burocrazia dirigente che per ottenere quel risultato ha dovuto gonfiare, attraverso un uso antidemocratico dei seggi, la partecipazione al voto degli iscritti (per esempio la Filctem risulta avere avuto ufficialmente una partecipazione al voto ai congressi di base del 93%, ed altri esempi potrebbero essere fatti per tutte le categorie, quando la partecipazione reale al voto in tutte le categorie degli attivi non ha superato il dato reale del 15-20%, nei pensionati la partecipazione reale non ha raggiunto le due cifre).
La tendenza classista ha ottenuto ufficialmente a livello provinciale, sommando i risultati di tutte le categorie, il 3% dei consensi (560 voti veri), mentre il documento della burocrazia dirigente il 97% (18051 voti gonfiati), su 71222 di iscritti totali alla CGIL di Venezia. Si tratta, con ogni evidenza, di una sottostima della forza della tendenza classista e di una sovrastima della forza della burocrazia dirigente che per ottenere quel risultato ha dovuto gonfiare, attraverso un uso antidemocratico dei seggi, la partecipazione al voto degli iscritti (per esempio la Filctem risulta avere avuto ufficialmente una partecipazione al voto ai congressi di base del 93%, ed altri esempi potrebbero essere fatti per tutte le categorie, quando la partecipazione reale al voto in tutte le categorie degli attivi non ha superato il dato reale del 15-20%, nei pensionati la partecipazione reale non ha raggiunto le due cifre).
I
primi congressi provinciali di categoria svoltisi
questa settimana (FILCAMS e
FP) hanno visto i delegati
della tendenza classista
sostenere le proprie motivazioni con serietà, coerenza e
combattività.
I
militanti del PCL, impegnati nel lavoro sindacale, si sono distinti
per coerenza e determinazione marxista rivoluzionaria, cioè
trotskista e leninista, nella battaglia congressuale. Lo stesso non
si può dire di formazioni centriste di orientamento bordighista
(Lotta Comunista, Che Fare), ma anche di altre piccole formazioni
staliniste, che invece hanno sostenuto il documento che raggruppa
tutta la burocrazia sindacale dirigente e che presenta come primo firmatario la segretaria generale, Susanna Camusso.
Gli
ordini del giorno alternativi
presentati dalla tendenza
classista ai congressi
di categoria, come nel caso della FP, o la presentazione di un
candidato segretario alternativo, come nel caso della FILCAMS, hanno
ottenuto un consenso
superiore ai delegati espressi dalla tendenza nella
platea congressuale in base
ai risultati ufficiali (due delegati del doc. 1 si sono aggiunti al voto dei delegati del doc 2 sull'ordine del giorno alternativo in FP CGIL, mentre il candidato segretario alternativo alla FILCAMS ha ottenuto l' 11,5% ben superiore al dato percentuale ufficiale in categoria). Un
fatto significativo e che rappresenta un buon inizio
per la costruzione della tendenza classista in CGIL (nella foto potete vedere la copertina del libro che tratta del primo tentativo, dopo il fascismo, di costruzione di una tendenza classista nella CGIL negli anni 1943-44 e che vedevano anche all'ora in prima fila i militanti marxisti rivoluzionari, tra cui Nicola Di Bartolomeo), che come abbiamo
scritto nel nostro giornale rappresenta una importante forza ausiliaria per la rivoluzione socialista.
PCL
Venezia, Sezione Pietro Tresso (Blasco)
Di seguito l'ordine del
giorno alternativo presentato dai delegati del documento “il
sindacato è un'altra cosa” al congresso provinciale della FP CGIL di Venezia
ORDINE DEL GIORNO,
CONGRESSO FP CGIL VENEZIA
Venezia, 28 - 29 Febbraio
2014
I sottoscritti
sostenitori del documento congressuale “il sindacato è un'altra
cosa” ritengono necessario a conclusione del congresso della FP
CGIL di Venezia sottoporre all'attenzione dei compagni e delle
compagne una mozione alternativa.
Il nostro giudizio
sull'accordo sul testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio, nel
mezzo del percorso congressuale, è estremamente negativo. L'accorso
prevede sanzioni per quei delegati che utilizzano l'arma dello
sciopero per difendere i salari, i diritti e le tutele dei lavoratori
e delle lavoratrici. La discussione su quest'accordo non solo non c'è
stata, ma è stato impedito fisicamente ad alcuni delegati e
dirigenti della CGIL, come nel caso dell'assemblea di Milano del 14
febbraio, di prendere la parola per spiegare le ragioni di chi si
oppone a questa ennesima sconfitta. Un fatto che giudichiamo grave e
lesivo dei diritti democratici della minoranza. Le stesse modalità
di svolgimento della consultazione sull'accordo, approvate dal
Direttivo Nazionale, non garantiscono una consultazione democratica
e trasparente dei lavoratori e lavoratrici interessati. Quindi per
questioni di merito e di metodo non riteniamo accettabile le modalità
di consultazione e riteniamo necessario ed urgente che la CGIL ritiri
la firma da quel testo.
Nel nostro territorio, la
crisi capitalistica, emersa sotto forma di crisi finanziaria nel
2008, dopo cinque anni perdura nei sui effetti con ristrutturazioni,
chiusure aziendali e licenziamenti. Dall'inizio della crisi sono
oltre 1330 le aziende nella provincia che hanno avviato una procedura
di crisi aziendale con l'utilizzo della cassa integrazione, la
mobilità e i licenziamenti. Il numero di lavoratori attualmente
coinvolti sono circa 40.000. Nel 2013 c'è stato un'ulteriore
crescita del 65% del numero di procedure di crisi aziendali e,
secondo i dati forniti dagli Enti preposti, nel 2014 non sembra
profilarsi un miglioramento del quadro economico e sociale.
Le politiche economiche
di austerity (Pareggio di bilancio, Fiscal compact, Patto di
stabilità, Spending review) imposte dalla Troika (UE, FMI, BCE) sono
state applicate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi
anni (Berlusconi, Monti, Letta e saranno ulteriormente approfondite
dal governo Renzi) con la fattiva collaborazione dei governi locali
di ogni colore. Queste politiche hanno colpito nei salari, nei
diritti e nelle tutele i lavoratori e le lavoratrici peggiorando le
loro condizioni di lavoro; le condizioni di vita delle masse popolari
e dei pensionati attraverso l'esternalizzazione e la privatizzazione
dei servizi, il taglio delle prestazioni, l'aumento delle tariffe e
dei ticket.
Un piano inclinato che
coinvolge i lavoratori di tutto il comparto della pubblica
amministrazione, dopo anni di mancato rinnovo contrattuale, con grave
perdita del potere d'acquisto dei salari, e per gli effetti della
legge Brunetta.
Attraverso il patto di
stabilità si inducono i Comuni a svendere i loro patrimoni
immobiliari, a privatizzare i servizi pubblici, dall'acqua, ai
trasporti, ai rifiuti, favorendo speculatori, clientele e la stessa
penetrazione nel territorio delle aziende mafiose.
Il Comune di Venezia non
è estraneo a questo indirizzo: svendita del patrimonio edilizio,
processi di privatizzazione, taglio dei servizi di trasporto,
smantellamento dell'assistenza domiciliare (vedi vertenza cooperativa
Ancora). I dipendenti del Comune di Venezia, dopo lo sforamento del
patto di stabilità, pagano per scelte di cui non hanno nessuna
responsabilità, rischiando il taglio netto dei contratti
integrativi, degli straordinari, dei progetti, quindi del salario;
mentre i precari perdono il posto di lavoro rendendo impossibile,
anche aumentando il carico di lavoro di chi resta, garantire
l'erogazione dei servizi.
I dipendenti della
Provincia di Venezia, dopo la decisione dei diversi governi tecnici,
di larghe e piccole intese, di procedere alla chiusura e allo
smantellamento delle provincie, vivono una condizione di incertezza,
mentre non è ancora chiaro come verranno garantite i servizi
attualmente assicurati da questo Ente pubblico che si è deciso di
smantellare.
I processi di
esternalizzazione e privatizzazione interessano anche le strutture
ospedaliere e le Aulss della nostra provincia. Nell'Aulss 10 di San
Donà di Piave il servizio mensa verrà esternalizzato e
privatizzato, ma gli esempi potrebbero continuare. I project
financing (sistema elogiato prima dell'inaugurazione dell'Ospedale
all'Angelo da Livia Turco, ministro del governo Prodi) sono ormai lo
strumento consolidato della privatizzazione e della speculazione
finanziaria.
Le stesse IPAB sono a
rischio di privatizzazione attraverso la loro trasformazione in
Fondazioni, mentre le condizioni di lavoro dei lavoratori e delle
lavoratrici in queste strutture sono in netto peggioramento. La loro
condizione è, come espresso nelle assemblee di base, di paura e di
ricatto.
In questo quadro i
lavoratori delle cooperative sociali sono quelli che presentano una
situazione possibilmente ancora più grave, non hanno neppure la
certezza di avere una busta paga appena leggibile. La stessa
condizione di socio lavoratore è peggiore di quella del dipendente.
E' ora che la FP GCIL si attivi per permettere la libera scelta del
lavoratore fra essere socio o semplice dipendente.,quantomeno ad
imporre alla cooperativa lo stesso trattamento contrattuale dei
lavoratori dipendenti anche per i soci lavoratori. E' ora che la CdL
e la FP attivino uno sportello per la lettura delle buste paga. Un
servizio che deve caratterizzarsi per serietà e competenza.
Le politiche economiche
intese a svalutare il lavoro salariato, a privatizzare i servizi
pubblici subiranno una accelerazione e una approfondimento con
l'implementazione del Fiscal compact (taglio di 40 miliardi ogni anno
per venti anni). La FP CGIL e la CdL di Venezia devono attrezzarsi
programmaticamente e organizzativamente per difendere e tutelare i
lavoratori e le lavoratrici colpiti dalla crisi capitalista e dalle
politiche di austerity.
La FP CGIL e la CdL
devono aprirsi ai lavoratori, favorire i processi di coordinamento
dei lavoratori, delle RSU e delle RSA, a livello aziendale e
territoriale, tra i diversi comparti del lavoro pubblico e privato.
E' necessario favorire e stimolare la partecipazione dei lavoratori
e delle lavoratrici all'elaborazione, al voto cosciente e vincolante
sulle piattaforme contrattuali a tutti i livelli e in tutti i
passaggi delle trattative.
La CGIL deve sostenere i
Comitati di lotta che nascono nei luoghi di lavoro, aprendo le
proprie strutture e fornendo le proprie attrezzature per
l'autorganizzazione dei lavoratori. I Comitati di Lotta se
coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici, iscritti e non iscritti ai
sindacati, a tutti i sindacati, se si organizzano democraticamente e
rispondono alla assemblea dei lavoratori del posto di lavoro, se si
coordinano trasversalmente e verticalmente, rappresentano uno
strumento importante di unificazione e di mobilitazione nel nuovo
quadro economico e sociale.
La FP CGIL e la CdL
devono operare per unificare le vertenze attualmente frantumate ed
isolate nei diversi posti di lavoro, attraverso un piattaforma
unificante che tenga conto dei bisogni immediati (lavoro, salario,
stabilità lavorativa, dignità) dei lavoratori e delle lavoratrici
dei diversi comparti in cui è diviso il lavoro salariato, i precari,
i migranti e i disoccupati. La FP CGIL deve opporsi ai processi di
privatizzazione ed avanzare nel corso della lotta la rivendicazione
della pubblicizzazione, sotto controllo dei lavoratori e sociale, dei
servizi privatizzati in questi anni o in corso di privatizzazione.
Solo la natura pubblica dei servizi può garantire ai lavoratori e
alle masse popolari servizi accessibili e di qualità. Questa deve
essere la direzione di marcia del sindacato. Un sindacato che deve
ritornare ad essere indipendente (dallo stato, dal padronato e dai
loro governi e partiti), democratico e classista, quindi conflittuale
e di lotta.
I delegati e le delegate
del 2° documento congressuale “il sindacato è un'altra cosa”.