PADOVA: FUORI LA POLIZIA DAI CONFLITTI SOCIALI
Contro
i ricatti nel lavoro, per la conquista di nuovi diritti, per il salario e il
diritto all'abitare.
3 Marzo 2014
Manifestazione
a Padova contro l'uso delle forze dell'ordine nei conflitti sociali,
in solidarietà ai lavoratori della ARTONI in sciopero colpiti
dall'arroganza padronale che non ha esitato a mandare le forze
dell'ordine per caricare il picchetto ai cancelli.
Sabato
1° marzo si è tenuta a Padova una manifestazione di protesta in
solidarietà ai lavoratori dei magazzini Artoni, che in occasione
dello sciopero della logistica di venerdì 28 febbraio, in presidio
con un picchetto davanti ai cancelli per protestare contro
licenziamenti e condizioni da schiavitù -ai quali si sono associati
altri facchini di Bartolini, TNT e SDA- sono stati caricati dalla
celere e due di loro sono finiti in ospedale.
A questa manifestazione promossa dal sindacato ADL COBAS, hanno aderito anche l'USB e le lavoratrici della casa di riposo Santa Tecla in presidio permanente dai primi di febbraio contro i licenziamenti.
La
manifestazione ha visto la partecipazione di oltre un migliaio tra
lavoratori della logistica, disoccupati, sfrattati, occupanti di case
e precari in maggior parte migranti.
Gli
slogan promossi dai manifestanti sono stati:
CONTRO
LA DISOCCUPAZIONE, PER IL DIRITTO AL REDDITO, CONTRO LA
CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE, PER IL DIRITTO ALLA CASA E PER LA
LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE.
Il
Partito Comunista dei Lavoratori sezione di Padova ha partecipato
alla manifestazione con i propri militanti e con il proprio
volantino:
NO
ALLA POLIZIA NEI CONFLITTI SOCIALI
Contro
l’arroganza dei padroni unifichiamo tutte le lotte.
Il
Partito Comunista dei Lavoratori esprime solidarietà e pieno
appoggio ai lavoratori della Artoni in lotta contro i licenziamenti,
vittime dello sfruttamento bestiale imposto da questo sistema mafioso
di gestione dei lavoratori delle cooperative, e colpiti
dall’arroganza padronale che non ha esitato a far intervenire le
forze dell’ordine contro il picchetto ai cancelli.
Le
lotte sociali e le lotte dei lavoratori contro i licenziamenti e per
la conquista di diritti normativi e di un salario giusto non possono
essere trattate come questioni di ordine pubblico!
Piena libertà dei lavoratori allo sciopero e al blocco dei cancelli!
Piena libertà dei lavoratori allo sciopero e al blocco dei cancelli!
Il
comparto dei lavoratori della logistica –per lo più lavoratori
migranti- è l'unico che, negli ultimi anni, attraverso una serie di
lotte esemplari, prolungate e radicali, è riuscito a strappare ai
padroni, con la forza del conflitto, sostanziosi aumenti salariali e
notevoli miglioramenti normativi.
La
loro lotta e quella del sindacato che li organizza dimostra, alla
classe operaia e a tutti i lavoratori, che anche nei momenti di
profonda crisi economica è possibile mettere in difficoltà i
padroni e costringerli a fare concessioni, purché si ricorra a lotte
radicali.
I
loro successi devono essere divulgati e fatti conoscere a tutti i
lavoratori. Il loro metodo deve estendersi, perché indicano la
strada che la classe operaia deve seguire per rimettersi al centro
del conflitto sociale e cominciare una nuova stagione di lotte, che
la possa portare al potere.
PER
UN FRONTE UNICO DI LOTTA. PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
C'è
allora necessità di una svolta unitaria e di massa del movimento
operaio italiano contro il padronato, il suo governo, la loro rapina;
va realizzato il più ampio fronte unico di lotta della classe
operaia, migrante e autoctona, e attorno ad essa, di tutti i
movimenti di lotta.
Tutte
le sinistre politiche, sindacali, di movimento uniscano le proprie
forze in una comune azione di massa. Si convochi una grande assemblea
nazionale di delegati eletti nei luoghi di lavoro. Si definisca una
piattaforma di lotta unificante di tutti i lavoratori, privati e
pubblici, occupati, precari, disoccupati, italiani e migranti. Si
organizzi una mobilitazione ad oltranza, tanto radicale quanto
radicali sono industriali, banchieri e governo. E' l'unico modo di
strappare risultati concreti. Ma soprattutto è l'unico modo per
approfondire le crepe politiche del campo avversario, disgregare il
suo blocco sociale, aprire la via di un'alternativa anticapitalista.
La
strada è quella indicata dall'esempio della lotta dei lavoratori
della logistica e della ribellione dei tranvieri di Genova. Le
burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil, con la copertura della
sinistra di governo, hanno operato ed operano – vedi firma del 10
gennaio sul testo unico sulla rappresentanza e sulla esigibilità che
prevede sanzioni per i delegati sindacali non allineati - per
svendere queste lotte, per paura che si amplifichino in tutta Italia.
Ma questo lotte hanno indicato a tutti i lavoratori l’unica
possibile via di svolta: solo un'esplosione sociale nazionale
dell'intera classe lavoratrice che unifichi tutte le vertenze in
campo può ribaltare i rapporti di forza e aprire una pagina nuova.
Solo una nuova direzione politica e sindacale del movimento operaio
può impedire che la ribellione dei lavoratori venga liquidata dai
burocrati. Solo un governo dei lavoratori che spazzi via la dittatura
degli industriali, dei banchieri, dei loro partiti, può costruire
una nuova società.
-Costituzione,
a partire dai luoghi di lavoro, di veri coordinamenti nazionali per
elaborare una piattaforma di lotta.
-Sciopero
generale ad oltranza sostenuto dalle casse di resistenza contro il
governo e il padronato, fino all’esproprio, senza indennizzo e
sotto controllo operaio, delle aziende che licenziano e non
rispettano i diritti dei lavoratori.