BARBARA SPINELLI PER L' IMPERIALISMO “DEMOCRATICO” EUROPEO.
ZAGREBLESKY SI INCHINA A RENZI.
VENDOLA E FERRERO A RIMORCHIO DEGLI INTELLETTUALI LIBERAL PROGRESSISTI
10 Aprile 2014
“Nessuna
istituzione occidentale.. è in grado di garantire un ordine nel
mondo, come pretende....L'Europa deve dotarsi di una comune politica
estera e di difesa, che non sia al traino della sempre più fiacca
potenza Usa... L'ordine mondiale non può più essere affidato alla
solo imprevedibile leadership USA. Il nuovo ordine deve essere
multipolare e l'Europa dovrà in esso conquistarsi il suo spazio”.
Sono le parole di Barbara Spinelli su La Repubblica (10/4/),
autorevole organo di stampa del gruppo capitalistico
Benedetti/Caracciolo. Sono parole illuminanti del pensiero europeista
“liberal progressista”: che rivendica un comune militarismo
dell'Europa capitalista in funzione “del suo spazio” negli
equilibri mondiali. Il fatto che lo faccia nel nome di una Europa
“sociale e democratica” chiarisce una volta di più la
mistificazione ideologica di quella bandiera. Che non è solo
l'illusione pietosa- da sempre smentita- di un possibile capitalismo
“sociale” nel momento stesso della sua massima aggressione al
lavoro. E anche la copertura ideologica del sogno di un imperialismo
europeo politicamente e militarmente unito, finalmente garante
dell'”ordine” (capitalistico) del mondo. Altro che “pacifismo”..
Parallelamente
il professor Zagrebelsky, autore con Rodotà di un appello contro “la
svolta autoritaria” di Renzi e del suo progetto istituzionale
reazionario, ritira l'appello con la coda fra le gambe, dopo essere
stato ingiuriato e umiliato a reti unificate dal Presidente del
consiglio e dai suoi giovani ministri. “La
chiudiamo qui... Forse il nostro appello è stato troppo tranchant..”
dichiara spaventato il professore. E il grosso dell'Associazione
liberal progressista “Libertà e Giustizia” cui Zagrebelsky
appartiene applaude la ritirata nel nome del “dialogo”. Renzi
commenta soddisfatto: ”Sono
contento che i professori che erano contrari al mio progetto
istituzionale stiano cambiando idea”
( Corriere della Sera 9/4 ). La riforma reazionaria della
costituzione, e una legge elettorale reazionaria peggiore di quella
varata dai fascisti nel 1923 (legge Acerbo), hanno da oggi un
ostacolo in meno. I promotori delle manifestazioni solenni “a
difesa della Costituzione” contro Berlusconi, dismettono
l'opposizione democratica di fronte al segretario al PD. Nel momento
stesso in cui Matteo Renzi imbraccia il più volgare populismo
reazionario in funzione delle proprie ambizioni di piccolo Bonaparte.
Uno scandalo.
Il
punto è che i “grandi” intellettuali liberal progressisti -da
Rodotà a Barbara Spinelli- sono da tempo incensati dai gruppi
dirigenti delle sinistre cosiddette “radicali”. Al punto che la
lista Tsipras in Italia, guidata da Spinelli, si forma sotto loro
dettatura e con la loro benedizione. La speranza di Vendola e Ferrero
è che il patrocinio illustre di queste star culturali progressiste
possa consentire loro, nell'immediato, la propria salvaguardia (o
ritorno) istituzionale; un domani, di conseguenza, qualche
lasciapassare ed entratura di governo: con quel PD di Renzi con cui
SEL e PRC sono alleati in larga parte di Italia nelle amministrazioni
o coalizioni locali.
Di
certo il silenzio delle sinistre..”radicali” di fronte alla
ritirata dei professori “progressisti”, o alle loro
rivendicazioni di un imperialismo “democratico” europeo, non sono
solo la misura di una pesante subalterneità. Sono anche il prezzo
delle ambizioni di riciclaggio politico di gruppi dirigenti falliti
della sinistra italiana. Ieri alla coda di Bersani o di Ingroia. Oggi
alla coda di intellettuali liberali “civici”. Oggi come ieri
,senza principi e senza futuro.