domenica 13 aprile 2014

MANIFESTAZIONE CONTRO IL GOVERNO RENZI
Il PCL ha partecipato con un proprio spezzone e distribuito un proprio volantino (vedi sotto) alla manifestazione di sabato 12 aprile a Roma.









ALZARE UN ARGINE, RIBALTARE LO SCENARIO, COSTRUIRE UN'ALTERNATIVA
IL “RULLO COMPRESSORE” DEL PD DI RENZI, NEL VUOTO DELLE SINISTRE POLITICHE E SINDACALI
La manifestazione di oggi si svolge in un contesto politico diverso da quello del 19 Ottobre. La borghesia dispone di un governo nuovo. Non più un governo in crisi faticosamente sorretto da Napolitano, ma il governo di un aspirante Bonaparte dalle “smisurate ambizioni” che marcia come “un rullo compressore” contro diritti sociali e democratici.
Dietro lo specchietto per allodole degli 80 euro -pagati da servizi, sanità, pensioni- marcia un'offensiva devastante. Da un lato la precarizzazione completa delle condizioni del lavoro, attraverso l'universalizzazione dei contratti a termine senza causale e limiti temporali. Dall'altro l'organico completamento della riforma istituzionale (con una legge elettorale peggiore di quella fascista del 1923) che mira a garantire la stabile governabilità capitalista delle politiche di rapina, nazionali ed europee.
Di fronte a questo attacco frontale direttamente promosso dal segretario del PD, è clamorosa la totale latitanza delle burocrazie sindacali e politiche della sinistra. L'apparato CGIL, ignorato e persino umiliato dal governo, giunge a salutare come “proprio programma” la truffa delle 80 euro”, poi borbottando critiche inoffensive sulle misure di nuova precarizzazione. Il gruppo dirigente della FIOM scavalca la stessa CGIL candidandosi a interlocutore sociale e sindacale del governo Renzi, in una logica spregiudicata di puro gioco burocratico d'apparato e di ruolo. Le sinistre cosiddette “radicali” si fanno truppa di complemento di intellettuali liberal progressisti, imboscandosi in liste civiche da loro dirette, con l'unica preoccupazione della propria salvezza (o ritorno) istituzionale (e con la speranza di poter un domani negoziare con Renzi).
Il risultato d'insieme è uno solo. Il rullo compressore del governo avanza nel vuoto impressionante dell'opposizione raccogliendo per di più illusioni populiste in settori proletari e popolari. Mentre il movimento reazionario a 5 Stelle appare quale unica alternativa nell'immaginario di masse tradite e deluse. Un disastro.
SOLO UNA VERA ESPLOSIONE SOCIALE E DI CLASSE PUO' ELEVARE UN ARGINE E RIBALTARE LA SITUAZIONE
Solo una svolta di lotta radicale e di massa può elevare un argine e ribaltare questo scenario. La prima esigenza è l'unificazione dell'opposizione sociale. Non si regge in ordine sparso, ma unificando il fronte sociale di lotta e allargando la sua base di massa. I movimenti e le rivendicazioni che hanno segnato e segnano le lotte per il diritto alla casa, o contro il precariato, o per il reddito ai disoccupati, o contro la Tav, o a difesa dei migranti, sono un fatto prezioso, che coinvolge decine di migliaia di attivisti. Ma l'esperienza dice che nella loro frammentarietà, e nelle loro dimensioni, non possono rovesciare un rapporto di forza impari. E' necessario lavorare innanzitutto alla autorganizzazione nazionale, unitaria e democratica, di ognuno di questi movimenti di lotta fuori da ottiche localiste o minoritarie, definendo piattaforme nazionali di settore su cui concentrare tutte le forze disponibili. Ma soprattutto è decisivo porsi in una logica di centralità di classe. Nessuna delle rivendicazioni o vertenze di settore ha un futuro reale di fronte a sé fuori dallo scontro centrale tra capitale e lavoro. Solo una svolta di lotta radicale e di massa della classe operaia e di milioni di lavoratori salariati può ribaltare lo scenario sociale e politico, aprendo il varco a tutti gli sfruttati, alle loro rivendicazioni e movimenti. Agire nella classe e in ogni movimento per lo sviluppo di una piattaforma generale unificante, che raccolga tutte le istanze di lotta e rivendicazioni degli sfruttati, in direzione di una vera esplosione sociale, radicale e di massa, è dunque la prima necessità di tutte le avanguardie, ovunque collocate.
Questa necessità richiama una logica di classe unificante nella stessa selezione delle rivendicazioni. E contrasta con posizioni o equivoci presenti. Ad esempio, la rivendicazione di un “reddito di cittadinanza” contrapposta alla difesa del posto di lavoro e alla ripartizione del lavoro, è un errore: che invece di unificare separa i disoccupati dai lavoratori, a danno di entrambi. La logica va esattamente rovesciata: la rivendicazione del salario garantito ai disoccupati e ai giovani in cerca di prima occupazione va combinata con la richiesta centrale del blocco dei licenziamenti, dell'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, della riduzione generale dell'orario di lavoro a parità di paga, di un grande piano di nuovo lavoro in opere sociali (a partire dall'edilizia popolare e dall'ambiente). E questa piattaforma unificante richiama a sua volta la necessità di una prospettiva anticapitalista: che richieda l'esproprio sotto controllo operaio delle aziende che licenziano, delle società immobiliari, della grande industria edilizia; l'abolizione del debito pubblico verso le banche, la nazionalizzazione delle banche senza indennizzo per i grandi azionisti.
DALL'ANTAGONISMO ALLA RIVOLUZIONE. COSTRUIRE IL PCL COME PARTITO RIVOLUZIONARIO
Ma nessuna di queste rivendicazioni, e nessuna delle rivendicazioni fondamentali dei movimenti di opposizione, può trovare soddisfazione grazie a un ministro (o assessore) di un governo borghese, quale che sia il suo colore, e alla pura pressione sociale su di esso. Le illusioni seminate a piene mani sui governi di centrosinistra, in Italia e in Europa (Prodi, Yospin, Zapatero, Hollande) sono servite solo a ingannare i lavoratori e i movimenti, a coprire l'aggressione contro di essi, a spianare la strada a soluzione politiche reazionarie. Continuare a predicare oggi, in piena crisi capitalista, l'eterno miraggio di una possibile Unione Europea “sociale e democratica” -come fanno SEL e PRC- significa preparare nuovi disastri, a esclusivo vantaggio degli imperialismi europei e dei peggiori populismi reazionari. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, può realizzare un programma anticapitalista. Non è sufficiente l'antagonismo, è necessaria una rivoluzione. Si tratta di sviluppare tra le masse e innanzitutto nella loro avanguardia, la coscienza politica di questa necessità: in ogni lotta, mobilitazione, resistenza sociale, si tratta di ricondurre le ragioni immediate a questa prospettiva generale socialista. L'unica che può segnare un'alternativa vera di società. L'unica che può oltretutto sbarrare la via alla reazione, in Italia e in Europa.
Questo lavoro implica la costruzione di un partito rivoluzionario. Non sarebbe necessario un partito rivoluzionario se il problema fosse solo quello dell'antagonismo immediato, di movimento e/o di settore. Ma se il problema è costruire in ogni lotta e movimento parziale il senso di un programma generale di prospettiva, allora è indispensabile un partito della rivoluzione: socialmente radicato nelle lotte e nei movimenti, unitario nell'azione di massa, intransigente nel programma e nei principi. E' una necessità che si pone in ogni Paese e su scala internazionale. E tanto più in Italia, a fronte della deriva fallimentare della vecchia sinistra, in tutte le sue principali articolazioni.
Costruire questo partito, organizzare attorno ad esso tutte le avanguardie coscienti della classe operaia e dei movimenti di lotta, è l'impegno quotidiano del PCL. Nell'interesse dei lavoratori e di tutti i movimenti sociali.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI