EXPO,
PRANZO DI GALA PER I CAPITALISTI E I LORO POLITICI
SE NE VADANO TUTTI. GOVERNINO I LAVORATORI
9
Maggio 2014
Non
si trattava del grande rilancio dell'economia italiana in un contesto, ”finalmente”, di “massima vigilanza, moralità, trasparenza”?
Tutti i partiti di governo, di ogni colore e ad ogni livello, avevano
fatto la fila per presentare l'EXPO di Milano come la vetrina
prestigiosa della nuova Repubblica. Monti, Letta, Renzi si sono
solennemente spesi per questo annuncio. Ma anche il governatore
Maroni. Ma anche il sindaco Pisapia. E al loro seguito tutto lo
stuolo cortigiano di intellettuali e giornalisti di complemento. Di
più. Le immancabili burocrazie sindacali hanno regalato per
l'occasione a uomini d'affari e costruttori contratti straordinari
low cost, con le massime garanzie di libero sfruttamento del lavoro.
Perchè si trattava di correre contro il tempo per afferrare “il
treno della storia”. Naturalmente... nell'”interesse generale del
Paese”.
L'unico
treno che passava era il vecchio eterno treno delle mazzette. Contro
cui ora si scaglia il coro degli ipocriti, dei finti indignati, dei
manettari giustizialisti e “progressisti”. Di quelli che per 20
anni ci avevano raccontato la leggenda di un possibile capitalismo
“onesto,” affidato all'onestà degli uomini, alla trasparenza del
mercato, alla sorveglianza dei magistrati. Una balla ciclopica. La
verità è che il capitale e il suo mercato sono inseparabili dalla
corruzione. Che più si è liberato il mercato, più sono proliferate
le mazzette. Che le mazzette non sono una devianza, ma la norma. Non
una distorsione dell'economia, ma un suo lubrificante. Perchè sono
una benzina del profitto, che è l'unica locomotiva di questo mondo
capovolto che si chiama capitalismo.
Tutti
i sacrifici che vengono imposti agli operai, ai precari, ai
disoccupati, e che rimpinguano il portafoglio degli uomini d'affari,
finiscono inevitabilmente (anche) in mazzette. I cui costi sono a
loro volta scaricati sui lavoratori stessi e sulla maggioranza della
società (taglio delle spese sociali, esternalizzazioni, prezzi e
tariffe dei servizi).
I
partiti di governo e il loro personale politico sono solo gli
amministratori delegati di questo gigantesco casinò. Che nessuna
magistratura borghese potrà mai debellare come dimostra il clamoroso
fallimento di Mani Pulite, a distanza di 20 anni.
Ora
Grillo e Casaleggio inzupperanno il pane nella nuova Tangentopoli,
come 20 anni fa fecero la Lega e Di Pietro. Ma come 20 anni fa sarà
solo speculazione elettorale per avere il voto degli allocchi.
Solo
un governo dei lavoratori può fare pulizia. Può abolire la giostra
degli appalti e del loro mercato. Espropriare senza indennizzo le
aziende corruttrici salvando al tempo stesso i posti di lavoro.
Nazionalizzare sotto controllo operaio la grande industria edilizia e
del cemento, regno tradizionale della criminalità organizzata
mafiosa, vecchia e nuova. Nazionalizzare le banche, senza indennizzo
per i grandi azionisti, grande nascondiglio di corruzione e evasione.
Abolire il segreto commerciale e industriale, santuario
dell'imboscamento di mazzette, e porre l'intera economia, e ogni
bilancio, sotto il controllo dei lavoratori.
Solo
la classe operaia può costruire un mondo nuovo. Liberando la società
dalla dittatura dei capitalisti, del loro sfruttamento e delle loro
mazzette. Cacciando al tempo stesso i loro partiti e i loro buffoni,
siano essi buffoni di governo o di “opposizione”.
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI