domenica 27 luglio 2014

VERTENZA ENI, NO ALLA CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI INDUSTRIALI

NO ALLA CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI
IL PIANO DELL'ENI, SOSTENUTO DAL GOVERNO RENZI, DEVE ESSERE RIGETTATO CON LA MOBILITAZIONE AD OLTRANZA DEI LAVORATORI
REALIZZIAMO L'UNITA' DI CLASSE E COSTRUIAMO LO SCIOPERO GENERALE

Il Consiglio di Amministrazione dell'ENI, società a partecipazione statale, intende rispondere alla crisi capitalistica che investe il settore (la cosiddetta crisi di mercato) e alla riduzione dei profitti (il cosiddetto calo della redditività) ristrutturando i settori raffinazione e chimica e scaricando la crisi sui lavoratori. Il piano prevede da un lato tagli di impianti e stabilimenti, riduzione dei costi e degli organici, e dall'altro investimenti sulla ricerca e l'approvvigionamento di petrolio e gas metano, sulla logistica e nella commercializzazione dei propri prodotti.
Questa prospettiva di tagli e chiusure è stata annunciata alle organizzazioni sindacali dal nuovo Ad dell'ENI, Claudio Descalzi, l'8 luglio. Questo significa mettere in discussione l'intero tessuto industriale del settore con migliaia di licenziamenti in tutto il Paese.
I lavoratori chimici hanno immediatamente reagito alzando il livello di mobilitazione in tutti i siti dove l'ENI ha una raffineria o impianti chimici: Gela e Priolo in Sicilia, Brindisi e Taranto in Puglia, Livorno in Toscana, Sannazzaro (Pavia) in Lombardia, Porto Torres in Sardegna, Porto Marghera in Veneto. A rischio concreto di immediata chiusura le raffinerie di Porto Marghera, Gela, Taranto e Livorno. E' necessario prepararsi al blocco di tutte le raffinerie in tutto il Paese, per impedire il piano di attacco al lavoro di padroni e governo. Nel 2010, in Francia, il blocco delle raffinerie tenne a lungo sotto scacco il governo.
Le organizzazioni sindacali, CGIL, CISL, UIL, hanno organizzato scioperi settoriali territoriali e uno sciopero nazionale dei lavoratori dell'ENI per il 29 luglio 2014, con manifestazione a Roma. Una mobilitazione importante, ma insufficiente rispetto all'azione messa in campo dall'ENI e dal Governo Renzi.
A Venezia il piano aziendale porterà, se non contrastato, alla chiusura definitiva della Raffineria (Bioraffineria) e del Cracking di Versalis, con il licenziamento di 460 lavoratori diretti e altri 1600 in imprese e appalti dell'indotto, quindi il definitivo smantellamento della 2° zona industriale. Non a caso l'ENI ha versato 38 milioni e ceduto i propri terreni ad una società, la Newco, creata dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto: duemila ettari di terreno destinati alla speculazione dei soliti noti, sacrificando i lavoratori e le loro famiglie.
E' l'epilogo di vent'anni di chiusure aziendali e pesanti ristrutturazioni di quella che è stata una delle più grandi zone industriali del Paese. Un risultato che il padronato e i governi borghesi hanno ottenuto con la complicità delle burocrazie sindacali (CISL, UIL, CGIL), che hanno accettato quanto proposto dalla controparte padronale senza mettere in campo l'autonomia e la forza dei lavoratori. Anzi la burocrazia sindacale ha ostacolato l'unità di classe dei lavoratori dei diversi settori via via colpiti dall'attacco padronale (chimici, metalmeccanici, edili...), preferendo rincorrere gli incontri concertativi con il Ministero, il Presidente della Regione, il Sindaco di Venezia, il Patriarca della Curia veneziana, senza alcun risultato, anzi con un risultato nefasto per i lavoratori.
Il PCL sostiene con tutte le proprie forze militanti la vertenza dei lavoratori chimici in lotta per la difesa dei posti di lavoro, dei salari e dei diritti; sostiene la necessità e l'urgenza di costruire una vertenza generale e unificante contro il governo e il padronato che ponga al centro gli interessi dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari; indica alla classe lavoratrice la necessità di lottare per un governo dei lavoratori, nella prospettiva socialista, l'unico sistema che può garantire un'uscita dalla crisi capitalista.
  • NO ALLE CHIUSURE AZIENDALI, BLOCCO DELLE RAFFINERIE E DEI LICENZIAMENTI
  • SCIOPERO GENERALE TERRITORIALE CONTRO LE CHIUSURE INDUSTRIALI E A DIFESA DEI POSTI DI LAVORO, OCCUPAZIONE DEGLI STABILIMENTI A RISCHIO DI CHIUSURA
  • COSTRUIRE UNA VERA VERTENZA NAZIONALE UNIFICANTE CONTRO IL GOVERNO E IL PADRONATO IN DIFESA DEI POSTI DI LAVORO, PER IL RILANCIO DELL'OCCUPAZIONE E PER LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO A PARITA' DI PAGA
  • NAZIONALIZZAZIONE, SENZA INDENNIZZO E SOTTO CONTROLLO OPERAIO, DELL'ENI E DI TUTTE LE INDUSTRIE CHIMICHE
  • PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI, PER IL SOCIALISMO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) Venezia