Venezia e la vera faccia del governo: Zappalorto
15 Settembre 2014
L'arroganza
e l'assoluto cinismo sociale del commissario Zappalorto non conosce
limiti. Egli rappresenta in laguna la vera faccia del governo senza
alcun freno populista; deve tagliare e lo deve fare per "il bene
della cittadinanza" come egli stesso ha scritto qualche giorno
fa. Di fatto, la sua politica da vero e proprio macellaio, letta in
controluce, esprime ,nel contempo, la più totale ed evidente
bancarotta politica, civile e morale di un ceto politico che ha
amministrato Venezia negli ultimi decenni.
Zappalorto
è solamente l'epilogo di un film tristissimo che, in laguna, ha
prodotto solo disastri e che, di questi tempi, ha visto nuovamente,
gli attori politici di sempre recitare una messinscena a dir poco
aberrante. Le stesse forze politiche che da Roma ci inviano il
commissario, qui a Venezia si smarcano e già litigano tra di loro su
eventuali candidature che servirebbero per "far ripartire la
città". Bisogna avere più di un pizzico di faccia tosta per
non ricordarsi delle cose fatte e vissute da Orsoni & Company
fino all'altro ieri. Qualche esempio? Non c'era mica Zappalorto
quando è stata drasticamente ridotta (ed oggi annullata quasi)
l'assistenza domiciliare veneziana, quando sono stati svenduti i più
bei palazzi della città, privatizzato intere isole lagunari,
massacrati i diritti dei lavoratori delle coop sociali, ridotte le
spese per la cultura, disastrato il Lido, chiusi interi comparti
sanitari, imposto brutalamente un regolamento della navigazione
inutile, esposto ulteriormente il comune sulla questione dei
derivati, approvato un PAT che regala ulteriori milioni di metri cubi
alla speculazione edilizia con gravissimi danni ambientali, aumentato
tasse locali, tentata la privatizzazione del casinò, gestito l'ACTV
riducendo assunzioni, stipendi e diritti, svenduto le quote SAVE al
fondo Amber e tanto tanto altro ancora.
Ora,
anche nel tentativo di agevolare chi sta tentando di rifarsi una
"verginità" politica, il commissario ha tutto l'interesse
nel temporeggiare e far passare tutta una serie di tagli che,
avrebbero dovuti esser attuati, proprio dai "virtuosi"
dell'ultima ora. Non siamo d'accordo coi tagli; non lo siamo per un
semplice motivo che va al di là del tecnicismo amministrativo
gestito anche in malo modo dall'ennesimo feroce "guardiano del
faro".
Siamo contrari perché da una parte si continuano a chiedere sacrifici a chi non ha alcuna colpa se non lavorare sempre di più e sempre peggio mentre dall'altra si continuano a rispettare dei parametri che avvantaggiano solo un pugno di banchieri ed industriali che in Europa la fanno da padrone. Questo è il succo della storia. Chi aggira quest'ostacolo inganna solo chi ancora crede al fatidico "cambiamento" che mai ci sarà stando dentro queste compatibilità, queste catene, quest'economia. "Da ognuno secondo le proprie responsabilità, ad ognuno secondo le proprie colpe" verrebbe da dire a Simionato, Agostini e ad altri loro cari "amici" di sventura.
Siamo contrari perché da una parte si continuano a chiedere sacrifici a chi non ha alcuna colpa se non lavorare sempre di più e sempre peggio mentre dall'altra si continuano a rispettare dei parametri che avvantaggiano solo un pugno di banchieri ed industriali che in Europa la fanno da padrone. Questo è il succo della storia. Chi aggira quest'ostacolo inganna solo chi ancora crede al fatidico "cambiamento" che mai ci sarà stando dentro queste compatibilità, queste catene, quest'economia. "Da ognuno secondo le proprie responsabilità, ad ognuno secondo le proprie colpe" verrebbe da dire a Simionato, Agostini e ad altri loro cari "amici" di sventura.
Enrico
Pellegrini, candidato sindaco del Partito Comunista dei Lavoratori