sabato 9 maggio 2015

AUCHAN VENEZIA MESTRE: SCIOPERO E PRESIDIO 

Il 9 maggio sciopero e presidio all'Auchan a Venezia Mestre contro i licenziamenti. Nell'ipermercato di Venezia Mestre sono previsti 65 esuberi.  
Il PCL ha portato la propria solidarietà militante ai lavoratori e alle lavoratrici (vedi foto) e diffuso il seguente volantino. 

SCIOPERO AUCHAN: LICENZIAMO I PADRONI!

La multinazionale francese della grande distribuzione Auchan che conta 49 punti vendita su tutto il territorio nazionale e circa 11422 dipendenti ha annunciato il licenziamento di 1426 lavoratrici e lavoratori. È l’ultimo atto di un attacco feroce ai diritti dei lavoratori che l’azienda ha sferrato con la disdetta del contratto integrativo, la soppressione delle pause, il demansionamento, la sospensione del pagamento della quattordicesima, la riduzione del trattamento economico della malattia. Allo stesso tempo Federdistribuzione ha già annunciato che sarà disposta a trattare solo su un contratto nazionale ulteriormente al ribasso rispetto all’ipotesi di Accordo per il rinnovo del contratto nazionale del Commercio siglato da Filcams Fisascat e Uiltucs, che già prevede l’applicazione del Jobs Act con il demansionamento, una pesante flessibilità dell’orario di lavoro, il peggioramento della percentuale di conferma degli apprendisti e tutto quello che la Filcams non aveva firmato nel 2011: le malattie non pagate, le aperture domenicali e il trattamento diverso per i nuovi assunti.
Il quadro della vertenza Auchan è legato alla crisi della grande distribuzione; le difficoltà economiche dell’azienda dovute al calo delle vendite dettate da una crisi di sovrapproduzione (i magazzini sono pieni) non possono e non devono essere la giustificazione per i licenziamenti.
Di fronte alla crisi economica il governo populista e confindustriale si è attrezzato a tutelare le imprese. Il nuovo anno si è aperto con una sconfitta per il movimento dei lavoratori; con il varo del Jobs Act l'articolo 18 è stato abolito; il governo e il PD hanno cancellato una conquista strappata con l'autunno caldo (1969). Renzi è riuscito dove aveva fallito Berlusconi: licenziamenti senza giusta causa, demansionamento e controllo a distanza, contratti a termine senza causale (Poletti). Ogni “assunto” sarà molto più ricattabile.
Colpiti i lavoratori e le lavoratrici del privato, Renzi estende l'attacco al pubblico e alla scuola. Il governo, infatti, procede attaccando l’unità dei lavoratori mettendo i dipendenti pubblici contro quelli del privato, i giovani contro i vecchi.
E' il progetto reazionario più pericoloso dal dopoguerra completato dal varo di una riforma elettorale con cui controllare tutte le leve del potere.
OCCORRE ALZARE UN ARGINE, COSTRUIRE UNA OPPOSIZIONE VERA.
La situazione di crisi deve essere superata da proposte più avanzate del semplice contrasto ai licenziamenti. Il tempo per essere disponibili al dialogo, alla ricerca di soluzioni per arginare le difficoltà aziendali è finito. La storia ci insegna che le lotte instaurate su questi presupposti hanno sempre prodotto accordi a danno dei lavoratori. Bisogna allora mettere in campo una battaglia più generale che coinvolga tutti gli altri settori: della grande e piccola distribuzione, della logistica, dell’industria, del pubblico e della scuola (tra l’altro in questi giorni in lotta contro i provvedimenti del governo).
Ma questa lotta non deve essere disgiunta da una lotta più generale contro i dettami del governo.
Lo sciopero del 12 dicembre (CGIL e UIL) si è dimostrato insufficiente. Una giornata di lotta “una tantum”, tradizionale, senza piattaforma, senza continuità, senza prospettiva, non poteva ottenere risultati.
  
Occorre allora ricomporre un vero fronte di massa per definire una piattaforma unificante di rivendicazioni di classe, a partire da: 

Riduzione generale dell'orario di lavoro a parità di paga, per ripartire fra tutti il lavoro esistente. 
Abolizione delle aperture domenicali e festive. 
Mobilitazione generale vera, continuativa, accompagnata da una svolta radicale delle forme di lotta. 
Occupazione delle aziende che licenziano con esproprio senza indennizzo dei grossi gruppi. 
Unificazione di tutte le vertenze delle aziende della grande distribuzione e del commercio in un quadro di unificazione con tutti i settori del pubblico e del privato colpiti dalla crisi.
Costituzione delle casse di resistenza per sostenere le lotte. 
Convocazione di una grande assemblea nazionale di delegate e delegati elette/i nei luoghi di lavoro per varare questa svolta unitaria e radicale di lotta del movimento operaio.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico che non ha mai tradito la classe lavoratrice, sostiene con le proprie forze, dentro un quadro di lotta generale contro questo sistema, la lotta delle lavoratrici e lavoratori di Auchan. 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) Venezia