mercoledì 13 maggio 2015

BASTA TAGLI!
A VENEZIA GOVERNINO I LAVORATORI!
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Volantino distribuito in occasione della manifestazione tenutasi martedì 12 maggio 2015 a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, dei lavoratori e delle lavoratrici dell'assistenza domiciliare e dei servizi in appalto delle biblioteche comunali colpiti dagli ennesimi tagli posti dal Commissario Zappalorto.

Organizziamo lo sciopero contro la gestione commissariale, per la ripubblicizzazione dei servizi sociali e culturali! 

Continua il massacro sociale nel Comune di Venezia ad opera del Commissario Zappalorto. Il tentativo di far quadrare i conti rispettando il patto di stabilità imposto dal governo è completamente fallito nonostante i dodici milioni di euro di tagli e le ultime tentate svendite di ciò che resta del patrimonio immobiliare pubblico, e il nuovo colpo ad opera del Commissario è la cartina di tornasole di una politica fatta di massacro contro i lavoratori dei servizi sociali e culturali, ma anche contro le masse popolari che subiscono i tagli dei servizi.Il congelamento dei pagamenti alla Fondazione Venezia Servizi per l’assistenza domiciliare è il chiaro segnale dell’avvio alla chiusura totale di questo servizio. La Fondazione dispone di un budget di spesa in virtù del contratto di appalto di 5,5 milioni di euro (500 mila euro al mese) che dicono serva per garantire lo stipendio ai lavoratori dell’assistenza domiciliare: promettono lo stipendio fino a fine 2015 ma non garantiscono il proseguimento del servizio è evidente che i 230 lavoratori sono a rischio. A questo si aggiunge il mancato rinnovo degli appalti dei servizi nelle biblioteche e nell’archivio del Comune per una ventina di lavoratori; sono a rischio anche gli operatori Spazi Cuccioli, mentre un duro colpo e sferrato con i tagli dei fondi al “Progetto Senza fissa dimora” e con il blocco dei servizi degli Operatori di strada. Lo slittamento del bilancio comunale dal 31 di maggio al 31 luglio è il chiaro intento di scaricare le responsabilità alla successiva amministrazione. Il Comune di Venezia pur essendo stato negli ultimi anni, formalmente governato dal centrosinistra ha visto realizzarsi un sistema di potere caratterizzato dalla concertazione trasversale che ha coinvolto nella gestione amministrativa le destre, nelle diverse sfaccettature politiche, oltre che la Curia veneziana. Un sistema di potere a totale beneficio della classe borghese dominante. Un sistema contro i lavoratori, nativi e migranti, e le masse popolari ed oppresse. Non a caso, abbiamo visto i consiglieri di tutti i partiti rappresentati in consiglio comunale, compresi quelle forze riformiste (PRC Venezia – Sinistra Veneta), votare delibere e regolamenti che favoriscono interessi speculativi, togliendo diritti per esempio ai lavoratori del settore turistico alberghiero e della ristorazione. Questo sistema di potere si è consolidato negli anni attraverso il lubrificante della corruzione e della speculazione (come emerso, in parte, dalla vicenda MOSE).
La gestione commissariale subentrata allo scioglimento del Consiglio comunale non ha rappresentato e non poteva rappresentare una svolta. Il Commissario ha difeso gli stessi interessi capitalistici e ha colpito i lavoratori con tagli salariali e le masse popolari con tagli ai servizi (asilo nido, assistenza, trasporti, privatizzazioni) e maggiori tassazioni.
A Venezia tutti i candidati sindaco sostenuti dai diversi schieramenti politici padronali legati alle varie frazioni della borghesia si candidano a guidare sul piano locale la stessa politica generale promossa dai governi nazionali degli ultimi venti anni: taglio dei servizi, dei salari, riduzione dei diritti e delle tutele, aumenti delle tariffe, cementificazione, speculazioni ambientali. E la candidatura di Casson, col sostegno di Renzi, è la logica continuità di questa politica; tra l’altro sostenuta da tutte le sfumature di quello che è rimasto della sinistra veneziana sia con le liste Venezia bene comune – ex PRC -, e Venezia 2020 – Verdi, Sel -, sia con la candidatura di esponenti del PRC dentro la “Lista Civica di Felice Casson Sindaco” a dimostrazione della totale subalternità alla borghesia di quel poco che ormai rimane del PRC in Veneto.
Di fronte a questo scenario il PCL propone:
Una qualità di vita dignitosa per i lavoratori pensionati e la realizzazione di adeguate strutture sociali pubbliche e gratuite per gli anziani.
Mantenimento di tutti i servizi sociali sanitari e culturali messi oggi in discussione con la prospettiva del ritorno alla gestione pubblica dei servizi esternalizzati / privatizzati con la garanzia dell’assunzione diretta di tutte le lavoratrici e i lavoratori.
La difesa della cultura, dei servizi bibliotecari e museali e della dignità professionale e salariale di tutti i suoi operatori; la difesa del patrimonio architettonico e artistico del centro storico di Venezia contro ogni speculazione finanziaria e immobiliare.
Stop alle spese per opere inutili (nuovo palazzo del cinema, ecc.)
Costituzione di comitati di lotta uniti in un coordinamento che punti in prospettiva, ad un più ampio piano di gestione del territorio, inserito all'interno di un generale sovvertimento dei rapporti di produzione che elimini speculazione, devastazione ambientale e sfruttamento del lavoro.
Unificazione di tutte le vertenze e di tutti i lavoratori dei settori in crisi attraverso la costruzione di una assemblea dei delegati/e eletti/e nei posti di lavoro, a cui deve essere affidata la costruzione e la votazione di una piattaforma di mobilitazione che, a partire dalla battaglia locale, si ponga l’obiettivo della lotta contro il Jobs Act e la caduta del Governo Renzi.
Il PCL è l’unico partito che ha sempre rivendicato la propria autonomia politica e lottato nelle piazze e nei luoghi contro il padronato, i suoi partiti e i suoi governi. Non si è mai compromesso con le politiche dominanti, le ha contrastate, continuerà a contrastarle. L’unico partito schierato sempre e comunque dalla parte dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti, dei pensionati, contro i comitati d’affari di ogni colore. L’unico partito della sinistra che non ha mai scambiato le ragioni del lavoro con assessorati. Anzi, ha sempre avanzato nelle lotte la necessaria unità di classe tra i lavoratori, nativi e migranti, contro ogni forma di xenofobia, razzismo e fascioleghismo.

Per tutte queste ragioni il PCL si presenta come forza autonoma, l'unica davvero alternativa e antisistema, alle elezioni comunali di Venezia.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) Venezia