BASTA TAGLI!
Volantino distribuito in occasione della manifestazione tenutasi martedì 12 maggio 2015 a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, dei lavoratori e delle lavoratrici dell'assistenza domiciliare e dei servizi in appalto delle biblioteche comunali colpiti dagli ennesimi tagli posti dal Commissario Zappalorto.
Organizziamo lo sciopero contro la gestione commissariale, per la ripubblicizzazione dei servizi sociali e culturali!
Continua il massacro sociale nel Comune
di Venezia ad opera del Commissario Zappalorto. Il tentativo di
far quadrare i conti rispettando il patto di stabilità imposto dal
governo è completamente fallito nonostante i dodici milioni di
euro di tagli e le ultime tentate svendite di ciò che resta del
patrimonio immobiliare pubblico, e il nuovo colpo ad opera del
Commissario è la cartina di tornasole di una politica fatta di
massacro contro i lavoratori dei servizi sociali e culturali, ma
anche contro le masse popolari che subiscono i tagli dei servizi.Il
congelamento dei pagamenti alla Fondazione Venezia Servizi per
l’assistenza domiciliare è il chiaro segnale dell’avvio alla
chiusura totale di questo servizio. La Fondazione dispone di un
budget di spesa in virtù del contratto di appalto di 5,5 milioni di
euro (500 mila euro al mese) che dicono serva per garantire lo
stipendio ai lavoratori dell’assistenza domiciliare: promettono lo
stipendio fino a fine 2015 ma non garantiscono il proseguimento del
servizio è evidente che i 230 lavoratori sono a rischio. A questo si
aggiunge il mancato rinnovo degli appalti dei servizi nelle
biblioteche e nell’archivio del Comune per una ventina di
lavoratori; sono a rischio anche gli operatori Spazi Cuccioli, mentre
un duro colpo e sferrato con i tagli dei fondi al “Progetto Senza
fissa dimora” e con il blocco dei servizi degli Operatori di
strada. Lo slittamento del bilancio comunale dal 31 di maggio al 31
luglio è il chiaro intento di scaricare le responsabilità alla
successiva amministrazione. Il Comune di Venezia pur essendo stato
negli ultimi anni, formalmente governato dal centrosinistra ha visto
realizzarsi un sistema di potere caratterizzato dalla concertazione
trasversale che ha coinvolto nella gestione amministrativa le destre,
nelle diverse sfaccettature politiche, oltre che la Curia veneziana.
Un sistema di potere a totale beneficio della classe borghese
dominante. Un sistema contro i lavoratori, nativi e migranti, e le
masse popolari ed oppresse. Non a caso, abbiamo visto i consiglieri
di tutti i partiti rappresentati in consiglio comunale, compresi
quelle forze riformiste (PRC Venezia – Sinistra Veneta), votare
delibere e regolamenti che favoriscono interessi speculativi,
togliendo diritti per esempio ai lavoratori del settore turistico
alberghiero e della ristorazione. Questo sistema di potere si è
consolidato negli anni attraverso il lubrificante della corruzione e
della speculazione (come emerso, in parte, dalla vicenda MOSE).
La gestione commissariale
subentrata allo scioglimento del Consiglio comunale non ha
rappresentato e non poteva rappresentare una svolta. Il Commissario
ha difeso gli stessi interessi capitalistici e ha colpito i
lavoratori con tagli salariali e le masse popolari con tagli ai
servizi (asilo nido, assistenza, trasporti, privatizzazioni) e
maggiori tassazioni.
A Venezia tutti i
candidati sindaco sostenuti dai diversi schieramenti politici
padronali legati alle varie frazioni della borghesia si candidano a
guidare sul piano locale la stessa politica generale promossa dai
governi nazionali degli ultimi venti anni: taglio dei servizi, dei
salari, riduzione dei diritti e delle tutele, aumenti delle tariffe,
cementificazione, speculazioni ambientali. E la candidatura di
Casson, col sostegno di Renzi, è la logica continuità di questa
politica; tra l’altro sostenuta da tutte le sfumature di quello che
è rimasto della sinistra veneziana sia con le liste Venezia bene
comune – ex PRC -, e Venezia 2020 – Verdi, Sel -, sia con la
candidatura di esponenti del PRC dentro la “Lista Civica di Felice
Casson Sindaco” a dimostrazione della totale subalternità alla
borghesia di quel poco che ormai rimane del PRC in Veneto.
Di fronte a questo
scenario il PCL propone:
Una qualità di vita
dignitosa per i lavoratori pensionati e la realizzazione di adeguate
strutture sociali pubbliche e gratuite per gli anziani.
Mantenimento di tutti i
servizi sociali sanitari e culturali messi oggi in discussione con la
prospettiva del ritorno alla gestione pubblica dei servizi
esternalizzati / privatizzati con la garanzia dell’assunzione
diretta di tutte le lavoratrici e i lavoratori.
La difesa della cultura,
dei servizi bibliotecari e museali e della dignità professionale e
salariale di tutti i suoi operatori; la difesa del patrimonio
architettonico e artistico del centro storico di Venezia contro ogni
speculazione finanziaria e immobiliare.
Stop alle spese per opere
inutili (nuovo palazzo del cinema, ecc.)
Costituzione di comitati
di lotta uniti in un coordinamento che punti in prospettiva, ad
un più ampio piano di gestione del territorio, inserito all'interno
di un generale sovvertimento dei rapporti di produzione che elimini
speculazione, devastazione ambientale e sfruttamento del lavoro.
Unificazione
di tutte le vertenze e di tutti i lavoratori dei settori in crisi
attraverso la costruzione di una assemblea dei delegati/e eletti/e
nei posti di lavoro, a cui deve essere affidata la costruzione e la
votazione di una piattaforma di mobilitazione che, a partire dalla
battaglia locale, si ponga l’obiettivo della lotta contro il Jobs
Act e la caduta del Governo Renzi.
Il PCL è l’unico
partito che ha sempre rivendicato la propria autonomia politica e
lottato nelle piazze e nei luoghi contro il padronato, i suoi partiti
e i suoi governi. Non si è mai compromesso con le politiche
dominanti, le ha contrastate, continuerà a contrastarle. L’unico
partito schierato sempre e comunque dalla parte dei lavoratori, dei
precari, dei disoccupati, degli studenti, dei pensionati, contro i
comitati d’affari di ogni colore. L’unico partito della sinistra
che non ha mai scambiato le ragioni del lavoro con assessorati. Anzi,
ha sempre avanzato nelle lotte la necessaria unità di classe tra i
lavoratori, nativi e migranti, contro ogni forma di xenofobia,
razzismo e fascioleghismo.
Per tutte queste ragioni
il PCL si presenta come forza autonoma, l'unica davvero alternativa e
antisistema, alle elezioni comunali di Venezia.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Pietro Tresso (Blasco) Venezia