GORIZIA:
UNA RISPOSTA OPERAIA E POPOLARE CONTRO IL FASCISMO E IL CAPITALISMO
CHE LO PRODUCE
Sabato,
23 Maggio 2015 alle ore 15:00 - Gorizia Stazione FS
Sabato
23 maggio la provocazione neofascista e squadrista di Casa Pound
vuole infettare Gorizia con un corteo nazionalista che vuole far
“risorgere per vincere” le decine di migliaia di soldati italiani
morti nelle trincee carsiche della I guerra mondiale. A parte il
fatto che soldati italiani sono morti anche combattendo nell’esercito
“nemico” austro-ungarico, decine di milioni di proletari e
contadini, per restare alla sola Europa, tra il 1914 e il 1918 sono
stati massacrati per il profitto capitalistico, per la ridefinizione
dei campi d’influenza delle potenze imperialistiche diventati
saturi: una saturazione che ha avviato la decadenza epocale della
società dominata dal Capitale.
Ma
quella di Casa Pound è soprattutto una provocazione
nazional-fascista verso un territorio che è storicamente
multinazionale con famiglie miste di sangue italiano, sloveno,
croato, austriaco. Dove i confini italo-slavi naturali non esistono.
E’ una provocazione pianificata perché il territorio isontino è
innanzitutto storia di movimento operaio e di antifascismo. Se
n’erano accorti subito i capi del Governatorato militare che
amministrava queste terre “redente” passate alla “madre patria
italiana” dopo il 1918, infatti la sezione di Gradisca
dell’amministrazione militare scriveva in un rapporto del 1919: “il
partito nazionale va perdendo aggregati, i quali invece trovandosi a
contatto con i reduci dalla Russia assorbono idee bolsceviche che
cominciano a farsi largo nel fertile campo socialista che conta non
pochi jugoslavi”. E i provvedimenti di contrasto consistevano nel
sospendere la libertà d’azione di un già robusto movimento
operaio, sopprimere i diritti conquistati dai lavoratori (incluso la
legge colonica dei mezzadri e dei coloni) mentre venivano fatte
confluire le prime squadracce fasciste per rafforzare il “sentimento
nazionale” e “colpire i socialisti e gli slavi”.
Reduci
dalla Russia bolscevica erano i ronchesi Luigi Modesti e Remigio
Bagon, cittadini austriaci nel 1915, arruolati nell’esercito
austro-ungarico e spediti sul fronte orientale. Fatti prigionieri e
tradotti in Russia assistevano agli eventi rivoluzionari e durante
l’insurrezione di Ottobre militavano nella Guardia Rossa. Ecco una
cosa che i fascisti, i neoirredentisti e la borghesia tutta,
dimenticano: la I guerra mondiale ha fatto da detonatore alla nascita
del primo Stato operaio e contadino al mondo nell’immenso
territorio russo e alla più grande ascesa rivoluzionaria delle lotte
operaie in Europa: è stata la risposta del popolo lavoratore alla
carneficina cui è stato costretto da industriali e banchieri. Una
risposta che conserva oggi piena attualità.
I
gruppi dominanti del capoluogo provinciale non a caso hanno dato il
loro beneplacito al raduno fascista, fino ad arrivare al via libera
della prefettura per una manifestazione che fa apologia del fascismo.
Già il presidente dell’associazione dei giuliano-dalmati (e
segretario provinciale di Forza Italia che governa la città di
Gorizia) aveva lanciato la prima bordata proponendo di abrogare la
celebrazione del 25 Aprile per Gorizia aizzando la mistica
neofascista della “pulizia etnica infoibatrice” antitaliana ad
opera dei partigiani jugoslavi. Mistica della pulizia etnica iniziata
nell’autunno 1943 dalla propaganda antipartigiana del comando
militare tedesco in Istria e nel 1944 dai servizi della fascista X
Mas obbedienti al gauleiter Reiner e dalla quale molti i sedicenti
autori della “letteratura delle foibe” utilizzata per riabilitare
la falsificante versione fascista della storia e degradare
l’antifascismo.
Evidentemente
questi signori rimpiangono l’Adriatisches Küstenland e vorrebbero
coinvolgere il popolo lavoratore isontino nel loro pianto per la
sconfitta delle formazioni fasciste italiane inquadrate direttamente
nella Wermacht (come la Milizia Difesa Territoriale, la Guardia
Civica, la Polizia dell’Ispettorato Speciale) così come
l’Adriatisches Küstenland era annesso direttamente al Terzo Reich
attraverso il Gau di Carinzia (e poi si definiscono difensori
dell’”italianità dei confini orientali”).
Ancora
una volta quindi, le stesse classi e ceti dirigenti dei rapporti di
produzione capitalistici, padroni, dirigenti d’azienda,
avvocaticchi, spioni e guardioni, burocrati e gendarmi dello Stato
borghese, cortigiani o aspiranti tali dei salottini borghesi, sono
pronti ad aprire la strada ai loro servi fascisti, che tornano di
nuovo utili ora che la crisi verticale del capitalismo mondiale
richiede l’intensificazione della guerra economica, finanziaria e
legislativa contro la classe operaia e lavoratrice, contro il popolo
proletario di tutte le nazioni.
Il
23 maggio la risposta antifascista deve essere forte e decisa, ma
prima di tutto deve essere una risposta operaia e popolare: contro il
fascismo e contro il capitalismo che lo produce e di cui si serve
contro il movimento operaio. Il Partito comunista dei lavoratori sarà
presente con i suoi militanti e simpatizzanti.
PARTITO
COMUNISTA DEI LAVORATORI
Isontino